Corporate Innovation

Il futuro dell’Open Innovation: trends, politiche e pratiche dell’innovazione

L’Open Innovation sarà il paradigma dominante dell’innovazione? Vediamo le prospettive sul futuro di questo modello analizzandone trends, politiche e pratiche.

Open Innovation

Un concetto fondamentale che tutti gli innovatori dovrebbero tenere bene a mente è che l’innovazione vive tra presente e futuro. Questo significa che per innovare è importante ragionare con una vision a lungo termine e ad ampio raggio, che considera la possibilità di sviluppare concretamente le idee in ottica futura e in contesti anche molto differenti da quelli originariamente pensati. Ciò svela un paradosso affascinante: entrambe queste dimensioni, tempo e spazio dell’innovazione, sono infatti sempre più imprevedibili, ma non per questo meno efficaci e sorprendenti.

Bisogna inoltre considerare che l’innovazione porta ad una trasformazione, alla quale si opporrà inevitabilmente una certa resistenza. Questo vale tanto per le soluzioni innovative in senso stretto, intese come nuovi prodotti e servizi, quanto per le innovazioni a livello di organizzazione e mentalità come l’approccio dell’Open Innovation.

Il modello teorizzato e presentato dal prof. Chesbrough agli inizi del secolo ne è già di per sé un esempio. Infatti, nonostante uno scontro iniziale con i fautori del tradizionale modello della Closed Innovation, i dati non lasciano dubbi in merito alla grande validità e approvazione del nuovo paradigma dell’innovazione: secondo uno studio condotto su un campione di oltre 1500 aziende in Europa, il 72% sviluppa attualmente attività legate all’Open Innovation e in particolare per il 67% collaborare con le startup è un fattore chiave per il successo aziendale; inoltre, l’Italia si dimostra uno dei terreni fertili dove far crescere l’innovazione registrando il maggior entusiasmo verso l’Open Innovation (80%).

Per maggiori informazioni: https://www.youtube.com/watch?v=DlWDn6Y0Mp0

Siamo di fronte al nuovo paradigma dominante dell’innovazione? Noi crediamo di sì e anche i dati suggeriscono che questa è la via maestra. Scopriamo insieme in questo articolo quali sono le prospettive sul futuro dell’Open Innovation analizzandone trends, politiche e pratiche.

I pilastri sui quali costruire il futuro dell’Open Innovation

Innanzitutto è fondamentale comprendere quali sono i principali pilastri sui quali, plausibilmente, verrà costruito il futuro dell’Open Innovation e di tutto il mondo dell’innovazione:

  • valori, ovvero quel mindset necessario allo sviluppo di una cultura dell’innovazione;
  • visione, ovvero l’apertura alla condivisione reciproca con una moltitudine di players esterni;
  • processi, che comprendono obiettivi definiti, chiari e strategici e modelli operativi efficaci;
  • strumenti, relativi all’impiego di risorse, tools e metodi che favoriscono attivamente la collaborazione e la condivisione tra risorse interne ed esterne all’azienda.

L’insieme di questi pilastri crea le basi per un ecosistema dell’innovazione, un ambiente che interconnette i principali attori dell’innovazione e le loro attività.

I trends più interessanti sul futuro dell’Open Innovation

Ok, l’Open Innovation sarà il futuro dell’innovazione. Ma quali sono le principali prospettive da tenere d’occhio? Ecco quali sono i trends più interessanti sul futuro dell’Open Innovation:

  • ecosystem innovation o strategia di ecosistema che considera attentamente tutti i fattori, sia interni sia esterni all’azienda, nell’attuazione di progetti per la crescita e l’innovazione di tutti i players coinvolti all’interno di un ecosistema dell’innovazione, dove si sviluppa un rapporto positivo di dare e avere in chiave win win;
  • co-creazione e co-innovazione, un processo di engagement dell’innovazione dove la raccolta, la valutazione e lo sviluppo concreto di idee coinvolge un pubblico molto ampio ed eterogeneo, potenzialmente anche i consumatori stessi e i clienti fidelizzati di un’azienda;
  • integrazione con le università per creare interessanti corridoi che coniugano la necessità delle aziende di attrarre e far maturare i migliori giovani talenti sul territorio con la necessità del mondo accademico di avvicinarsi più concretamente al mondo del lavoro;
  • integrazione con le città e i territori per creare nuove aree fertili per lo sviluppo dell’innovazione in tutte le sue forme e riqualificare regioni storicamente poco rilevanti per il mondo tech e innovativo; alla classicissima Silicon Valley americana e a realtà ormai consolidate come l’area di Londra, Singapore, Israele e gran parte del Medio Oriente, noi di Spremute Digitali suggeriamo di prestare molta attenzione anche all’Estonia (ne abbiamo parlato in questo approfondimento) e la nostra Campania che, con oltre 1.400 startup innovative (circa il 10% del totale nazionale), è tra le regioni italiane più virtuose in materia di innovazione confermandosi un vivaio molto attivo per l’imprenditorialità.

Perché gli incubatori sono importanti per l’innovazione?

Per far sì che l’Open Innovation possa fiorire e costituire il futuro dell’innovazione, rimanendo fedeli ai pilastri e ai trends appena analizzati, un ruolo molto importante lo giocano gli incubatori.

Che cos’è un incubatore? Una possibile definizione presenta gli incubatori dell’innovazione in veste di organizzazioni che supportano attivamente il processo di creazione e sviluppo di nuove imprese innovative attraverso una serie di risorse, strumenti e servizi offerti sia direttamente sia indirettamente mediante l’attività di una rete di partner ugualmente coinvolti iniziative innovative.

Gli incubatori sono importanti per l’innovazione perché:

  • permettono alle idee brillanti di provare a realizzarsi offrendo risorse materiali e immateriali;
  • accelerano i processi di sviluppo di soluzioni innovative mediante la cooperazione;
  • favoriscono la formazione, la condivisione e la diffusione di una cultura dell’innovazione.

Il ruolo della politica sul futuro dell’Open Innovation

Anche la politica, chiaramente, gioca un ruolo chiave nell’affermazione del mondo dell’innovazione entro i confini di un determinato paese. L’Italia è storicamente una terra fertile in fatto di estro, genialità e idee innovative che hanno lasciato un’impronta indelebile nel mondo, che si tratti di arte, architettura, musica, letteratura, ma anche di moda, design, industria e tecnologia.

Oggi, nel mondo globalizzato e sempre più impegnato nelle sfide imposte dalla doppia transizione ecologica e digitale, il senso dell’innovazione si sente con ancora maggiore intensità. Ma come può l’Italia, anche se attualmente priva di un Ministero dell’Innovazione, guidare il mantenimento dei trends positivi per il futuro dell’Open Innovation attraverso la politica?

Una pista tracciata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy riguarda sicuramente la volontà, ma anche la necessità, di favorire la certificazione di incubatori qualificati su tutto il territorio nazionale, eccellenze nazionali nell’incubazione e nell’accelerazione di nuove imprese innovative ad alto valore tecnologico: un’azione importante per valorizzare le potenzialità imprenditoriali delle nostre regioni e promuovere la nascita di nuove Silicon Valley alternative, ad esempio la Campania come analizzato precedentemente in questo articolo.

Il futuro dell’Open Innovation: come praticare l’innovazione?

Arrivati a questo punto la domanda sorge spontanea: come praticare l’innovazione guardando al futuro dell’Open Innovation? Il quesito è tutt’altro che banale e apre la strada a numerosi dibattiti ed interpretazioni in merito al ruolo dell’innovazione, al peso che avrà per le organizzazioni, come e quanto sarà effettivamente supportata dalla classe dirigente pubblica e privata.

Per quanto riguarda il mondo delle aziende e delle startup, il futuro dell’Open Innovation passa soprattutto da due fattori: l’innovazione fatta con metodo e basata su un innovation framework e lo sviluppo di modelli di business che pongono l’innovazione aperta al centro del core business.

Innovare con metodo: l’innovation framework

In una precedente Spremuta abbiamo affrontato nel dettaglio la definizione del concetto innovation framework, uno strumento determinante per rendere efficace ed efficiente la realizzazione dei processi innovativi, soprattutto nell’Open Innovation.

L’innovation framework è e sarà importantissimo per indirizzare le aziende e gli ecosistemi dell’innovazione, verso percorsi preferenziali ed efficaci per produrre innovazione: il suo ruolo è infatti quello di “unificare” l’ecosistema fornendo una sorta di linguaggio comune che chiarisce processi, metodi, ruoli, attività, metri di valutazione e altri criteri rilevanti per “standardizzare” il più possibile l’iter di innovazione. Questo iter si suddivide in tre macro fasi:

  • innovation strategy, dove si costruisce una strategia di innovazione partendo da una thesis, ovvero una visione sul futuro dell’azienda considerando trends e obiettivi, ed un portfolio, cioè l’insieme dei progetti innovativi che si intende sviluppare e seguire;
  • innovation practice, un processo strutturato in modo agile che consente di generare idee, svilupparle in prototipi, testarle e portarle su scala;
  • innovation management, ovvero la gestione dell’innovazione sia come funzione, e qui in particolare entra in gioco l’innovation framework, sia come oggetto di accounting valutato però con metriche alternative rispetto a quelle classiche economiche-finanziarie.

Scopri qui come costruire un innovation framework di successo per la tua azienda.

I modelli di business basati sull’Open Innovation

Il secondo fattore determinante per il futuro dell’Open Innovation sarà lo sviluppo e l’adozione di modelli di business incentrati sull’innovazione aperta. Quanti e quali sono?

Esistono quattro principali modelli di Open Innovation a livello corporate che sottolineano diversi livelli di inclusività tra un’azienda e il suo ambiente esterno:

  • intracompany, dove si attinge molto dall’esterno per raccogliere dati, informazioni, idee e acquisire know-how e strumenti, ma l’innovazione viene tendenzialmente elaborato, prodotta e gestita nei confini aziendali;
  • intercompany, dove al contrario del precedente modello anche l’iter di innovazione si sviluppa tra due o più aziende (ma anche startup o altri players); un esempio concreto è quello degli incubatori e degli acceleratori di innovazione;
  • for experts only, dove sussiste una grande apertura verso le risorse e le realtà esterne, ma la possibilità di partecipare al processo innovativo è strettamente legata al possesso di elevate competenze tecniche ed esperienza nel campo di riferimento;
  • publicly open, dove l’apertura verso le risorse esterne è totale, a prescindere dal ruolo o dalla carriera dell’individuo, e coinvolge potenzialmente tutti – spesso, soprattutto i clienti e i consumatori finali di determinati prodotti e servizi.

La scelta del modello di business, in questo caso, determina in modo significativo anche come viene concepita, trattata e gestita l’innovazione. Si tratta di un fattore importante che certamente continuerà ad influire sul futuro dell’Open Innovation e sulle direzioni strategiche che il settore dell’innovazione aperta prenderà.

Infatti, mentre le aziende che operano come intracompany e si affidano solo alla collaborazione esterna con esperti qualificati rimangono in parte ancorate ad alcuni capisaldi del tradizionale modello della Closed Innovation, una futura maggioranza di organizzazioni strutturate come intercompany e sull’approccio publicly open potranno garantire l’affermazione definitiva dell’Open Innovation come nuovo paradigma dell’innovazione aziendale, socio-economica e culturale. Da innovatori, questa è la strada che ci e vi auguriamo di percorrere verso il futuro!

Il futuro dell’Open Innovation: trends, politiche e pratiche dell’innovazione

Contatti

SpremuteDigitali.com è un marchio proprietario di Seedble S.r.l. Seedble è una PMI innovativa parte del gruppo Symphonie Prime. Dal 2014 disegniamo e creiamo organizzazioni future-proof in grado di innovare, evolversi e adattarsi a tutti gli scenari socio-economici.

SEDE LEGALE E OPERATIVA:

Via Prisciano, 72 - 00136 Roma (RM)

ALTRE SEDI:

Via Canova 15, 6900 Lugano (CH)

Articolo aggiunto ai tuoi preferiti

.

0:00:00

0:00:00

Condividi questo contenuto su: