Corporate Innovation

Open Innovation: come funzionano le sinergie e il rapporto dare-avere tra aziende e startup?

L’Open Innovation si fonda soprattutto sulla cooperazione efficace tra aziende e startup. Scopriamo come funzionano queste sinergie in un’ottica di dare-avere.

open innovation

Molte organizzazioni oggi parlano di Open Innovation ed esibiscono l’innovazione come un fattore per attribuire qualità e pregio al proprio brand. Certo, tutte cose veritiere e possibili, nelle quali crediamo profondamente, ma c’è un lato negativo della questione: spesso l’innovazione è più una leva di marketing che un valore che qualifica davvero un’azienda, il suo mindset e il suo modo di lavorare soprattutto condividendo esperienze e progetti con realtà esterne.

Questo è il punto: oggi innovare, e farlo secondo i canoni dell’Open Innovation, significa costruire e curare delle vere e proprie sinergie che portano vantaggi a tutti gli attori coinvolti nei processi innovativi, nonché a tutto l’ecosistema socio-economico nel quale sono inseriti.

In questo articolo approfondiamo nel dettaglio come funzionano le sinergie dell’Open Innovation e soprattutto valutiamo l’importanza della logica di dare-avere tra aziende e startup innovative. Partiamo con una nuova Spremuta!

Open Innovation: le sinergie alla base dell’innovazione

Per prima cosa è opportuno comprendere chiaramente cosa si intende per sinergie, con particolare riferimento all’ambito economico-aziendale e naturalmente all’innovazione. 

Sfogliando l’enciclopedia Treccani, scopriamo che la definizione di sinergia è: un’azione contemporanea, combinata e coordinata di più elementi per il raggiungimento di un determinato fine, con un rendimento maggiore di quello conseguibile con l’azione separata dei singoli elementi.

Appare evidente che questa spiegazione calzi a pennello con il modello dell’Open Innovation: un nuovo modo di innovare che concepisce, approccia e sviluppa l’innovazione secondo una visione sinergica di cooperazione e condivisione. Dunque, nell’ambito dell’Open Innovation è possibile assistere a numerose sinergie che relazionano i principali attori dell’innovazione in dinamiche win win; ovviamente, tutto ciò con la metodologia tipica dell’innovazione aperta.

I vantaggi derivanti dalle sinergie dell’Open Innovation sono significativi:

  • sviluppo di processi innovativi snelli e flessibili e maggiore velocità del time-to-market;
  • maggiore velocità nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi;
  • maggiore qualità e varietà sia dei progetti sia degli output;
  • accesso a know-how e risorse e riduzione dei costi e dei rischi economico-finanziari;
  • diffusione dello sviluppo tecnologico-innovativo e della cultura dell’innovazione.

Open Innovation: le aziende vogliono lavorare con le startup

Entrando finalmente nel vivo di questo affascinante tema, non si può certamente non parlare della grande importanza che ricopre la cooperazione tra aziende e startup innovative. Ma soprattutto, e questo ci rende soddisfatti e ottimisti per un ottimo sviluppo futuro dell’Open Innovation in tal senso, ciò che emerge dai dati è che le aziende vogliono lavorare con le startup:

Noi di Spremute Digitali siamo certi che la via maestra per il futuro dell’innovazione debba passare dall’Open Innovation e dalla crescente valorizzazione delle startup in un panorama più ampio e capillare di crescita e sviluppo per l’economia, la tecnologia e soprattutto la mentalità di una nazione – l’Italia, nel nostro caso – diffondendo una vera e propria cultura dell’innovazione.

Vuoi sapere di più sul mondo delle startup innovative? Leggi i nostri approfondimenti:

Tipologie di collaborazione tra aziende e startup

Assodato che la cooperazione tra aziende e startup sia un caposaldo dell’Open Innovation e in generale un trend sempre più in crescita per il futuro dell’innovazione, il prossimo passo riguarda la comprensione delle tipologie di collaborazione tra queste realtà.

Una prima fondamentale distinzione va fatta tenendo conto di due fattori molto importanti che inquadrano la grande rilevanza del fenomeno soprattutto all’epoca della digital transformation:

  • la transettorialità, ovvero il crescente interesse delle grandi aziende nella collaborazione con startup innovative appartenenti a settori completamente diversi (es. un’azienda manifatturiera potrebbe necessitare della freschezza innovativa fornita da startup del mondo tech e digitali);
  • la transterritorialità, ovvero la possibilità di poter innovare collaborando con startup non necessariamente presenti in un’area di prossimità rispetto all’azienda, ma agendo invece con interesse su tutto il territorio nazionale (es. una grande azienda di Roma o Milano, per l’avviamento di ambiziosi piani innovativi di sviluppo su scala nazionale, ha certamente bisogno di avvalersi del know-how delle startup più promettenti localizzate in alcuni interessanti territori di sviluppo, come la Campania).

Quali sono le principali tipologie di collaborazione tra aziende e startup? Si possono identificare tipicamente cinque modelli con durata ed impatto strategico variabili:

  1. partnership R&D, una collaborazione spesso a lungo termine e di grande valore dove, di fatto, la startup rappresenta per l’azienda partner un vero e proprio reparto di ricerca e sviluppo aggiuntivo dove portare avanti progetti innovativi in modo autonomo;
  2. partnership commerciale, una collaborazione tendenzialmente a medio-lungo termine, più raramente incastrata nel breve periodo o addirittura una tantum, basata principalmente su un rapporto di fornitura e condivisione di risorse (es. il licensing di prodotti e servizi);
  3. appartenenza a programmi di incubazione e accelerazione comuni, una collaborazione di durata estremamente variabile (da alcune settimane fino anche a 5 o più anni) ma di certo dal grandissimo impatto strategico, in quanto sia l’azienda che le startup coinvolte fanno parte di strategie comuni di sviluppo, specializzazione e anche diversificazione, sotto la guida di terze parti specializzate (gli incubatori o gli acceleratori);
  4. partecipazione all’equity, una collaborazione a lungo termine dove l’azienda decide di puntare sulle realtà emergenti con il potenziale necessario per imporsi sul mercato, partecipando all’azionariato delle startup (per saperne di più sul tema, clicca qui);
  5. acquisizione della startup, chiaramente una collaborazione totalizzante e a lungo termine dove l’azienda decide di investire nell’acquisto della proprietà della startup, assumendosi però anche tutti i relativi rischi e di fatto capovolgendo il nucleo concettuale alla base del paradigma dell’Open Innovation (ossia, da una collaborazione tra due players distinti si passa all’assorbimento di uno da parte dell’altro in un’unica organizzazione).

Il rapporto dare-avere tra aziende e startup: tutti i vantaggi

Vediamo adesso concretamente in che modo si sostanzia il rapporto dare-avere tra aziende e startup, analizzando i vantaggi da entrambe le parti.

I vantaggi per le aziende riguardano:

  • l’esternalizzazione della funzione R&D, garantendo un alto livello di efficienza e al contempo riducendo i costi di gestione interni;
  • l’innovazione a livello organizzativo andando a ridisegnare i confini aziendali considerando anche realtà esterne come parte integrante dell’ecosistema innovativo;
  • il potenziamento dell’offerta di prodotti e servizi e/o la diversificazione del business, fattori resi possibili dalla collaborazione con startup o PMI che mettono a disposizione tecnologie e know-how tali da implementare migliorie significative negli output o addirittura consentire l’ingresso in nuovi mercati o nicchie;
  • l’accesso a nuovi talenti, profili professionali e competenze strategiche per il raggiungimento degli obiettivi aziendali senza la necessità di assumerle direttamente all’interno dell’azienda.

Passando invece ai vantaggi per le startup, ricordiamo:

  • l’acquisizione di risorse tecniche e finanziarie, ovvero tecnologie, processi e soprattutto capitali che le grandi aziende possono investire nella startup;
  • la conoscenza approfondita del business e dei mercati, una qualità sempre molto preziosa per agire secondo le strategie più consone con metodo e consapevolezza; 
  • l’accesso preferenziale al mercato sulla base di una strategia condivisa, certamente un valore aggiunto per quelle startup che vedono nella collaborazione con grandi aziende un trampolino di lancio verso la consacrazione definitiva in un mercato specializzato;
  • un network di referenze, connessioni e partnership per la creazione di un vero e proprio portfolio di best practises e opportunità per lo sviluppo di progetti futuri.

Come costruire sinergie efficaci tra aziende e startup

Per concludere questa riflessione dettagliata sulle sinergie e sul rapporto dare-avere tra aziende e startup nel contesto dell’Open Innovation, proviamo a definire delle linee guida basilari per la costruzione di partnership efficaci. I principali punti da considerare sono:

  • la strategia, ovvero la decisione di entrare in collaborazione con una o più startup deve essere il risultato di fattori strategici importanti e ben pianificati, così come la scelta delle startup deve essere oculata e basata su attenti processi di scouting;
  • l’organizzazione, ovvero le modalità e la struttura della collaborazione tra azienda e startup deve essere chiara definendo ruoli, attività, obiettivi e anche compensi, nonché la tipologia di inserimento nei processi organizzativi;
  • la cultura, ovvero la necessità di riscontrare immediatamente un allineamento tra il mindset dell’azienda e quello della startup in partnership;
  • le competenze, ovvero il bagaglio di know-how, soft e hard skills che la startup porta all’interno dell’azienda partner e viceversa, secondo una logica di complementarità;
  • i modelli, ovvero il bisogno di modificare le pratiche organizzative ed operative interne all’azienda per adeguare efficacemente l’ingresso della nuova startup partner e del suo contributo materiale e immateriale nei processi aziendali;
  • la valutazione dei risultati, ovvero la tipologia dei parametri di giudizio relativi alla collaborazione tra azienda e startup, che nell’Open Innovation non possono più essere puramente quantitativi ma anche e soprattutto qualitativi, dando enfasi in particolar modo al potenziale innovativo che tale partnership è capace di esprimere nel lungo periodo.

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