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Dal talento al business episodio due: Rinchiudetely

professional organizer

Ci sono persone che scelgono di trasformare un talento in una professione o startup fuori dagli schemi. Elena Dossi è una di queste ed è Rinchiudetely.

Prosegue la mia esplorazione delle startup e delle professioni fuori dagli schemi; quei lavori che si fa fatica a spiegare e che nascono da dentro come ispirazioni.
Dopo il dialogo con Micaela Terzi alias The Paper Coach, oggi sono felice di poter conoscere Elena Dossi, in arte Rinchiudetely: una professional organizer con una linea interamente dedicata al business.

Q: Elena ricordi il momento in cui hai pensato “questo è il mio lavoro?” Cosa ti ha fatto scattare la molla di voler diventare una professional organizer?

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Elena Dossi, Rinchiudetely

A: A dire il vero non ricordo un giorno preciso. Semplicemente nella mia ultima fase di lavoro da dipendente, quasi sei anni fa ormai, parlando con dei colleghi è venuto fuori che alcune cose che per me erano normali nella gestione di ogni giorno, per altri non lo erano affatto. Anzi erano spesso fonte di disagio e stress.
Sto parlando di come organizzare i vestiti in un certo modo nell’armadio, archiviare i documenti di casa, fare la to do list giorno per giorno o avere un file in cui segnare tutte le scadenze dell’anno.
La cosa mi ha molto incuriosito così mi sono documentata un po’ e ho scoperto che in base ad una ricerca americana, solo una piccola parte della popolazione nasce predisposta all’organizzazione.
Se ci pensi nella maggior parte dei casi non ci viene insegnato come essere organizzati e per questa ragione non ne riconosciamo il giusto valore.
Così ho deciso che avrei voluto mettere a frutto la mia abilità non solo per me e nella mia vita, ma che avrei potuto condividere “tutto il mio sapere” e le mie competenze con chi organizzato non lo è affatto e vive le sue giornate sopraffatto dal disordine e dalla confusione.
Il nome Rinchiudetely, invece è nato una sera d’estate sempre di sei anni fa durante un aperitivo con alcuni amici.
Stavo spiegando loro la meravigliosa sensazione di benessere e libertà che uno spazio di vita o di lavoro ben organizzato sanno regalare, che gli oggetti non dovevano rimanere in giro per casa, ma rinchiusi al posto giusto. E che aiutare le persone ad organizzarsi meglio era la professione che volevo intraprendere.
Una professione un po’ strana lo ammetto, un po’ folle… Forse allora quella da rinchiudere ero io… Ed ecco RinchiudetEly, l’unione della folle idea, del senso di libertà e del mio nomignolo.


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Q: Nei tuoi incontri ti ho sentito dire la frase “organizzata è diverso da ordinata” ce la spieghi meglio?

A: Si è vero è una cosa che dico spesso perché si tende a fare un po’ di confusione in merito. L’ordine è uno stato apparente, magari anche gradevole alla vista, ma non per questo pratico.
È tipo quando hai sistemato il tuo armadio utilizzando tante belle scatole, magari in stoffa e del tuo colore preferito, ma non hai idea di cosa ci sia dentro nella maggior parte di loro. L’ordine è quella specie di compromesso in cui ti trovi ad acquistare un’infinità di scatole per nascondere ciò di cui in realtà non hai bisogno, ma che non hai il coraggio di buttare.
L’organizzazione ha una declinazione più pratica, più consapevole che ti porta a fare delle scelte e selezionare con cura cosa tenere e cosa eliminare. Non ci può essere organizzazione che tenga senza un po’ di sano decluttering, o ripulisti come lo chiamava la mia nonna.
L’organizzazione di uno spazio parte sempre dal saper scegliere cosa ha senso tenere, cosa ci serve e lasciar andare tutto quello che invece non serve più, rotto, che non ci va più bene o che è entrato in casa senza una specifica ragione.
Secondo me l’organizzazione perfetta è quella in grado di premiare l’aspetto funzionale prima di tutto, ovvero rendere la ricerca di un vestito, di un documento o di qualunque altra cosa facile e veloce e poi l’aspetto estetico.
Quindi si, spazio a belle scatole, barattoli in vetro, raccoglitori colorati e tutto quello che ci consente di mantenere l’organizzazione nel corso del tempo, ma solo dopo aver fatto selezione.

Q: Con l’avvio dello smart working hai strutturato un modulo dedicato al lavoro e all’ufficio in casa, sarebbe davvero uno strumento efficace per tutte quelle aziende che lo stanno proponendo al loro interno, ci racconti qualche dettaglio?

A: Durante il passaggio da lavoro dipendente a quello da freelance anche io ho vissuto sulla mia pelle quanto possa essere complesso ritagliarsi uno spazio di lavoro fra le mura domestiche.
In ufficio innanzi tutto hai una scrivania tua, tutte le commodities del caso, stampante, cestino, cassetti, archivio ecc. Inoltre in ufficio le persone vanno per lavorare, almeno nella maggior parte dei casi, quindi il nostro cervello è più predisposto alla “modalità lavoro”.
Se lavori da casa un po’ le cose si complicano e fare lo switch sulla modalità lavoro può risultare più difficile.
È fondamentale quindi capire come predisporre uno spazio funzionale, con tutto l’occorrente a disposizione, che ci tenga concentrati e renda il lavoro scorrevole e che, non banale, sia rispettato da tutta la famiglia.
Il modulo che ho ideato parte proprio dalla gestione ottimale dello spazio, quali caratteristiche dovrebbe avere la scrivania, cosa ci va sopra e cosa non, cosa deve essere sempre a portata di mano e quali sono e come evitare le micro distrazioni.
E poi tratta di principi di gestione del tempo, come ad esempio perché e quando fare le to do list, lavorare secondo una pianificazione piuttosto che in emergenza, il principio del batching e best pratice sperimentate nel corso degli anni.

Q: Lo scorso anno hai lanciato “Non farti il mazzo”, un modo divertente e originale per prendersi cura degli spazi. Come mai hai pensato a un prodotto fisico?

A: Ho pensato che potesse essere utile raccogliere in un unico posto tutti i suggerimenti di cui parlo durante i miei corsi o che spiego ai clienti quando lavoro one to one a casa loro.
Sono un’amante dei libri, mi sono resa conto però che non sempre le persone trovano il tempo per leggerli. Vorrebbero, ma il tempo qualche volta è l’ostacolo più grande. E anche chi magari ha trovato il tempo per leggere il libro non sempre riesce poi ad applicare quanto letto perché non trova il modo di calarlo nella sua routine quotidiana.
Ci tenevo a premiare l’aspetto ludico, perché l’organizzazione non deve essere vissuta come una cosa noiosa e imposta. È importante che ognuno di noi trovi il suo equilibrio, quello che funziona bene per me, potrebbe essere diverso da quello che funziona bene per te. L’organizzazione deve dare gioia, deve regalare senso di leggerezza e benessere.
Inoltre, la carta è immediata, veloce, anche se hai solo pochi minuti a tua disposizione puoi fare qualche cosa per cambiare la situazione in meglio. Ogni carta infatti è stata studiata con un semplice consiglio, alcuni richiedono davvero pochi minuti per essere portati a termine, e in questo modo è più facile riuscire a trovare il tempo… E poi come si dice, una carta tira l’altra!
 


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