Alla scoperta di Banca Utopia
Il mondo startup in Italia è in continuo fermento. Seppur con grandi criticità, si sta iniziando a sviluppare un ecosistema all’interno del quale operano diverse tipologie di soggetti: incubatori, acceleratori, business angel e venture capitalist. Gli unici attori che sembrano voler rimanere al margine (almeno per ora) di questa scena sono le banche. Si contano sulla punta delle dita gli istituti di credito che sviluppano servizi e pacchetti ad hoc per coloro che abbiano messo in piedi una startup innovativa. Qualche grande gruppo si sta muovendo ma, talvolta, l’approccio è più di propaganda che di reale interesse.
Alcuni esperti di questo mondo ritengono che le startup non abbiano bisogno delle banche e che per crescere ed essere “scalabili” sia sufficiente reperire i fondi nel mercato dell’equity.
Su tale affermazione non sono d’accordo: le banche sono un partner fondamentale nel ciclo di una vita di un’azienda e nessuna realtà ha la possibilità autentica di farne a meno sia per quanto riguarda la gestione corrente che per far fronte alle fluttuazioni del cash flow .
Indubbiamente però le banche devono cominciare ad intraprendere un processo di evoluzione e cambiamento notevole al fine di uscire dai rigidi schemi imposti dalla normativa e dai loro intenti meramente speculativi.
Chiudo gli occhi e inizio a sognare: eccomi a presenziare come CINO (Chief Innovation Officer) nel Consiglio di Amministrazione di Banca Utopia, un istituto di credito che, con la nuova normativa del Quantitative Easing, ha avuto una forte iniezione di liquidità e che, come possibile impiego, ha pensato di realizzare una Business Unit focalizzata esclusivamente sulle startup innovative. Il CEO, dopo una piccola introduzione, mi passa la parola e tocca a me illustrare i prodotti e i pacchetti studiati ad hoc per le startup innovative:
Inizializzazione del rapporto: per aprire il conto corrente dell’azienda sarà sufficiente una conference call di qualche minuto, la sottoscrizione di tutti i documenti avverrà mediante firma digitale. Niente carta e niente spostamenti: lo startupper deve rimanere focalizzato al 110% sul progetto.
Operatività del conto corrente: tutte le operazioni potranno essere svolte online, inclusa la possibilità di utilizzare l’assegno elettronico. Prelievo gratuito in tutti gli sportelli bancomat e spese per commissioni gratuite per il primo periodo; per i successivi saranno calcolate in funzione ai volumi di fatturato.
Sistema di gestione di incassi e pagamenti online: verrà sviluppato un sistema perfettamente integrabile con le maggiori piattaforme di sviluppo e che copra la totalità degli emittenti di carte di debito e di credito.
Linea di credito per anticipo Fondi Pubblica Amministrazione: molto spesso ci si trova di fronte ad un paradosso: startup ottengono finanziamenti da fondi pubblici (europei, statali e regionali) che peró vengono erogati soltanto dopo una rendicontazione e dopo aver già sostenuto le spese. Talvolta si tratta di importi elevati che la startup non sempre riesce ad anticipare con le proprie forze. Si prevederà quindi una linea di credito ad hoc, con tassi di interesse ancorati ai rendimenti dei titoli di stato, e che avranno un’istruttoria ultra veloce.
Linea di credito per anticipo Crediti Pubblica Amministrazione: le startup nei primi periodi di vita, a seguito dei numerosi investimenti in R&D, si trovano spesso con ingenti crediti verso l’Erario (soprattutto in materia di IVA). Si prevederà una linea di credito ad hoc, con tassi di interesse ancorati ai rendimenti dei titoli di stato, e che avranno un’istruttoria ultra veloce.
Linea di credito sotto forma di prestito convertibile: La banca concede alla startup un prestito con un periodo di pre-ammortamento (che coinciderà con l’ingresso sul mercato) tra i 12 e i 24 mesi. Trascorso questo termine l’istituto avrà la facoltà di convertire il prestito in quote societarie oppure optarne per la restituzione.
Linea di credito per anticipo fatture: Si prevederà una procedura ultra veloce online che permetterà lo sconto di fatture con tassi variabili a seconda del rating dell’azienda alla quale è stata emessa la fattura.
Valutazione del merito creditizio: si baserà sull’analisi del Business Plan e del Business Model. Questi documenti andranno “attestati” da parte di incubatori, acceleratori o altri esperti ed advisor certificati.
Altri affidamenti a breve e lungo termine: non verranno richieste garanzie personali; per uno startupper di 25 anni una fideiussione omnibus, che, in caso di fallimento, ne pregiudicherà il prosieguo della vita, sarebbe un fardello troppo grande.
Concluso il mio intervento, il CEO mi ringrazia e mi invita ad uscire dalla sala in modo che possano discutere sulla mia proposta e metterla ai voti.
Vengo richiamato dopo pochi e brevi minuti.
Il CDA di Banca Utopia boccia all’unanimità la mia proposta: troppo rischiosa e poco redditizia, più conveniente acquistare denaro dalla BCE a tassi prossimi allo zero e speculare acquistando titoli di stato, garantendosi un arbitraggio e parecchi milioni di bonus a fine anno.
E’ meglio che riapra gli occhi e che torni alla realtà.
Piuttosto che indurlo il cambiamento, è meglio cavalcarlo quando questo diventa redditizio.
Il mondo gira in questo verso attualmente. Forse piano piano qualcosa comincia a muoversi ma, per ottenere dei risultati sostanziali, sarebbero necessarie azioni di replacing e restoring dell’intero sistema creditizio.
Alla scoperta di Banca Utopia