Essere un’azienda sostenibile, cosa significa?
Le imprese devono reinventarsi costantemente: essere un'azienda sostenibile è un imperativo improrogabile per un domani migliore per tutti.
Nell’enciclopedia Treccani, la parola sostenibilità è la “condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri sogni”. E nel 2022, cosa significa essere un’azienda sostenibile?
Sostenibilità in azienda: di cosa parliamo
Il concetto è ormai sempre più al centro dell’attenzione nei contesti aziendali. Quando si parla di sostenibilità si pensa subito e prevalentemente all’ambiente, sicuramente una tematica fondamentale e urgente da affrontare; i cambiamenti climatici sono la conseguenza delle nostre azioni quotidiane, le quali avranno ripercussioni a lungo termine.
Non si tratta però solo di ridurre gli impatti sul Pianeta. La parola sostenibilità si traduce anche in altro: garantire benessere economico e sociale alla popolazione, sia in contesti lavorativi sia al di fuori della vita aziendale. Un’azienda sostenibile è quella che oltre all’ambientale si interessa e si direziona verso una sostenibilità sociale ed economica.
Essere sostenibili conviene
La finalità è di generare valore e condurre il proprio business in maniera sostenibile: significa infatti gestire in modo efficiente e strategico le risorse a disposizione, che siano naturali, finanziarie, umane o relazionali in una prospettiva di lungo periodo.
Essere sostenibili, conviene quindi perché: aumentano e migliorano i processi aziendali, le risorse sono investite in maniera più razionale, si riducono gli sprechi e di conseguenza i costi. E se questo non dovesse bastare, essere un’azienda sostenibile aumenta la propria brand reputation agli occhi degli stakeholder.
L’azienda di domani deve essere sostenibile o non avrà modo di esistere.
Se analizziamo singolarmente i tre approcci, vediamo che la sostenibilità ambientale altro non è che la riduzione della nostra impronta tossica nel Pianeta che ci rimane da salvare, la riduzione dei consumi e l’ottimizzazione delle produzioni in ottica green. In tal senso, una svolta storica deriva dall’approvazione della Proposta di Legge costituzionale che modifica due articoli della Carta, il 9 e il 41.
In grassetto le aggiunte apportate agli articoli esistenti. L’articolo 9 dichiara che:
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità, gli animali e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
L’ Articolo 41 invece dichiara che:
L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.
La sostenibilità economica implica invece la capacità di generare valore attraverso servizi o prodotti che migliorino la vita delle persone, assicurando efficienza economica e reddito per le imprese.
Infine, ultimo non per importanza, la sostenibilità sociale riguarda la capacità di assicurare una equa distribuzione delle condizioni di benessere, l’uguaglianza e il rispetto dei dipendenti nell’accesso alle risorse e nelle opportunità del singolo individuo.
Un messaggio importante arriva anche dall’Unione Europea con l’opportunità offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR che con i suoi 59,47 miliardi destinati alla rivoluzione verde e transizione ecologica e 25,40 miliardi per le infrastrutture per una mobilità sostenibile, può rappresentare un nuovo punto di partenza per la trasformazione del nostro Paese.
L’accesso alle risorse previsto dal PNRR vede protagonisti anche i borghi italiani. Consiglio la lettura dell’articolo di Silvia De Angeli per approfondire la questione Smart Working e borghi italiani: un’opportunità da cogliere.
Come creare un’organizzazione sostenibile
La sfida verso la trasformazione sostenibile è la capacità di saper considerare la necessità di mantenere il business in attivo mentre si fanno cambiamenti per raggiungere le proprie ambizioni di sostenibilità. Se le società vogliono lavorare in tal senso e soddisfare le aspettative degli stakeholder, ci dovrà essere un cambiamento radicale e concreto nelle loro decisioni.
Per creare un’organizzazione sostenibile le aziende devono tenere conto del “Sustainability DNA” che porterà ad ottenere migliori performance e impatto positivo duraturo.
Cos’è il DNA della Sostenibilità? Comprende un insieme di 21 pratiche di management, i sistemi e i processi che tutti i dipendenti devono seguire all’interno dell’organizzazione per modificare i comportamenti e le capacità decisionali.
Seguire la strada del Sustainability DNA apporta dei cambiamenti nel comportamento dei leader perché promuove le connessioni umane, migliorando il modo in cui le organizzazioni percepiscono e sostengono i valori e i bisogni dei diversi stakeholder e costruire con loro forti relazioni; sviluppa i processi decisionali e aiuta a rafforzare la responsabilità dei leader a tutti i livelli.
Aziende con un solido DNA della Sostenibilità ottengono prestazioni ambientali, sociali e di governance più forti, ma anche risultati finanziari migliori.
Lo studio
Nel report del World Economic Forum in partnership con Accenture, vengono delineate le azioni specifiche che i leader responsabili dovranno intraprendere per plasmare le loro organizzazioni in ottica sostenibile.
Uno degli esempi prevede la promozione dell’inclusione, della diversità e dell’uguaglianza all’interno di tutte le organizzazioni. Richiede che i leader prendano in considerazione le disuguaglianze all’interno e all’esterno delle loro imprese, assicurando che le retribuzioni e le condizioni di lavoro siano eque per tutti, o che venga preso in considerazione il miglioramento della salute, fisica e mentale, e del benessere di tutto l’ecosistema aziendale.
Tra le altre azioni tangibili risaltano anche i programmi per ridurre i rifiuti, le emissioni e l’uso di risorse finite, rispettando le norme, come previsto dalla ISO 1400. I dirigenti dovrebbero stabilire le pratiche necessarie per realizzare i benefici delle nuove tecnologie, attraverso la progettazione della circolarità nei cicli di vita dei prodotti.
Queste sono solo alcune delle azioni concrete realizzabili in cui ogni manager dovrà catalizzare la propria attenzione per risolvere e realizzare alcuni dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU. L’Agenda rappresenta il nuovo quadro di riferimento nazionale e internazionale per trovare soluzioni ai grandi problemi dell’umanità.
Con questo programma non si risolvono tutti i problemi, ma sicuramente rappresenta una base di partenza per costruire un mondo diverso e dare a tutti la possibilità di vivere in maniera sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico.
Alcuni esempi di aziende sostenibili
“Leader della sostenibilità” è la lista delle 150 aziende italiane premiate come più sostenibili. La lista è stata creata da Statista, azienda leader delle ricerche di mercato e specializzata in ranking e analisi di dati, in collaborazione con Il Sole 24 Ore.
All’interno dello studio sono state analizzate grandi aziende italiane sulla base del rapporto di sostenibilità e del bilancio finanziario pubblicati. Statista non ha considerato idonee aziende attive nel settore della difesa e nel campo militare e si è riservata il diritto di non premiare aziende coinvolte in scandali, indagini e provvedimenti giudiziari.
Gli elementi valutati riguardano:
- le emissioni,
- la produzione di rifiuti
- pratiche di riciclo
- i consumi energetici
- l’impronta ecologica
- l’energia proveniente da fonti rinnovabili
- gli incidenti sul lavoro
- le pari opportunità
- i progetti sociali e welfare.
Le aziende sostenibili in italia
Tre le deputate, a essere incoronate come le aziende più sostenibili in Italia vanno per la maggiore le banche, come Intesa Sanpaolo, Ubi Banca e Unicredit, Mediolanum e Generali.
La prima in classifica è 2i Rete Gas, che opera nel settore della distribuzione del gas in 18 regioni italiane. Non mancano altri colossi come Armani e Barilla, Poste Italiane e l’eccellenza della filiera automotive, Ferrari.
Esempi di azienda sostenibile europea e mondiale
Oltrepassando i confini europei, il report dell’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza, che annovera le aziende più sostenibili in Italia, in partnership con l’Istituto per Management e Ricerca Economica IMWF di Amburgo, annovera Amazon tra le aziende più green del Bel Paese, prima per la categoria e-commerce.
Il colosso dell’economia moderna del miliardario Jeff Bezos, si è impegnata a raggiungere in anticipo di dieci anni gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, con l’obiettivo di azzerare, entro il 2040, le emissioni di CO2. È impegnata a raggiungere il 100% di energie rinnovabili entro il 2025 e questo comporterà una trasformazione totale degli edifici dell’azienda in quanto saranno alimentati da energia pulita, generata da impianti solari ed eolici.
Consegne più green è l’altro grande obiettivo, ovvero dimezzare le emissioni di CO2 delle spedizioni entro il 2030; inoltre, verranno adottati packaging ridotti, riducendo al minimo i rifiuti da imballaggio, favorendo il riciclo. Sono inoltre impegnati a sostenere le scelte dei clienti in maniera più sostenibile. Ad esempio, i prodotti dell’e-commerce sono corredati da etichette che identificano gli oltre 75.000 prodotti più sostenibili.
Essere un business sostenibile oggi non è un’opzione, ma un imperativo improrogabile per un domani migliore. Proprio per questo motivo ogni leader dovrebbe prendere sul serio e valutare quanto siano sostenibili le proprie attività e cosa si può migliorare, non solo per se stessi, ma per tutta la comunità.
Essere un’azienda sostenibile, cosa significa?