TEDx Roma 2019: l’individuo al centro della Società 5.0
Si parla di Società 5.0 perché oggi si sente forte l’esigenza di ricollocare i bisogni dell’individuo al centro delle scelte economiche e sociali.
È sabato mattina e Roma scorre straordinariamente lenta mentre il mio navigatore punta verso La Nuvola di Fuksas (luogo in cui si svolge il TEDx Roma). Sotto una pioggia incessante, passa in radio un pezzo di Adriano Celentano…
“Camminando giù in città
Tra i motori e la realtà
Tanta gente che si muove
Sembra viva e non lo è più.
Ehi amico che cammini
Non ti accorgi che anche tu
Tu sei fatto di bulloni
il motore guida te.
Una macchina tu sei
L’ingranaggio gira ma
Proprio lui ti ucciderà
Amico mio
Non sono fatto come te
Guarda i miei occhi
Vedrai che differenza c’è (…)”
… Che già nel lontano 1976 si interrogava sul rapporto uomo-macchina e ne immaginava pericoli e confini.
Penso a questa coincidenza, mentre entro nel Convention Center di Viale Asia per la sesta edizione del TEDx Roma, che si pone l’ambizioso obiettivo di discutere la giusta collocazione dell’uomo e della sua “estensione artificiale” all’interno dell’immediata “trasformazione digitale della nostra specie”.
Nate qualche anno fa nel solco dell’evento TED (Technology Entertainment Design) statunitense, le edizioni locali TEDx, pur essendo eventi indipendenti, ne sposano in pieno obiettivi e condizioni.
Nella Società 5.0 i bisogni dell’individuo sono al centro
L’edizione 2019 di Roma vede come “idee che vale la pena diffondere” (questa la mission delle conferenze) i temi della Società 5.0 e dell’esigenza di ricollocare i bisogni dell’individuo al centro delle scelte economiche e sociali.
A tal proposito, credo sia utile riproporre quanto espresso con forza dalla curatrice di TEDx Roma Emilia Garito sul tema di questa edizione, ovvero l’esigenza sociale di una industria sostenibile e la necessità di misurare il benessere di un paese non solamente sulla base della mera produzione di beni, ma anche (oserei dire soprattutto!) sul benessere dell’individuo.
Dobbiamo quindi orientare la bussola della trasformazione digitale della società puntando alla qualità e abbandonando l’idea che vede la quantità come sinonimo di benessere. Grazie alla tecnologia la produzione industriale che genera profitto dovrà contribuire contemporaneamente a migliorare la condizione sociale dell’individuo.
Ad aprire i lavori e a introdurre il concetto di Society 5.0 è proprio la sua ideatrice Yuko Harayama, ex membro esecutivo del Consiglio per la politica scientifica e tecnologica del Consiglio dei Ministri del Giappone, la quale ripercorre le fasi economico-sociali della nostra specie fino ai giorni nostri.
Dalle società 1.0 e 2.0 basate sull’uomo cacciatore e agricoltore a stretto contatto con la natura e che inizia a organizzarsi in nazioni, si passa per l’epoca industriale della Società 3.0; fino alla Società 4.0 la quale realizza valore aggiunto attraverso le reti, l’informazione e il collegamento di beni immateriali.
La Società 5.0, costruita sulla base della 4.0, è anch’essa una società dell’informazione, nella quale però la figura dell’uomo è centrale in armonia con la fusione tra il mondo reale e la sua trasformazione digitale.
Il Reverse Mentoring
Un primo grande tema, legato alla concezione uomo-centrica della Società 5.0, che emerge dai primi interventi è sicuramente quello del Reverse Mentoring.
Probabilmente introdotto nei primi anni 2000 dall’allora CEO della General Electrics, il Reverse Mentoring è il “processo mediante il quale i giovani tipicamente con meno esperienza, ma con una forte competenza digitale, aiutano i senior, con una lunga esperienza lavorativa, a familiarizzare con la tecnologia, alla ricerca di un reciproco scambio”.
Se adeguatamente implementato in azienda “può diventare uno strumento per migliorare diversi processi come la gestione dei talenti, l’employer branding, la promozione della diversità, il superamento del digital gap, lo sviluppo della leadership, lo scambio di contenuti inter-generazionali, la diffusione del know-how interno e la promozione della cultura del long life learning”.
Ad affrontare questo tema con l’energia tipica dei teenager è la diciassettenne britannica Joana Baptista già fondatrice di tre startup, un tech podcast e una rivista di economia, nonché affermata speaker internazionale, la quale enfatizza tale concetto fino quasi a ribaltarlo, auspicando azioni di mentoring dei giovani verso i senior.
Perché non possiamo essere noi depositari della cultura digitale – sostiene – ad essere coach dei senior? Come darle torto.
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L’interazione Uomo-macchina
Sotto i riflettori de La Nuvola continuano ad alternarsi esperti da tutto il mondo e nei più svariati ambiti: dalla scienza all’aviazione, dalla musica all’arte, passando ovviamente per l’economia e la tecnologia.
C’è però un filo neanche troppo sottile che lega interventi apparentemente distanti tra loro ed emerge con insistenza: il tema dell’interazione Uomo-macchina.
Si discute sul come fino ad oggi ci si sia focalizzati sull’organizzazione economica sociale e tecnologica e non sulle persone che ne usufruiscono. Di conseguenza solamente chi possiede capacità individuali, livello culturale e posizione geografica è riuscito ad accedere a prodotti e servizi.
La concezione uomo-centrica della Società 5.0 mira a ribaltare tale organizzazione.
Intelligenza artificiale, IoT, Big Data e Robot creano un cyberspazio al servizio dello spazio fisico, una nuova forma di intelligenza collettiva e democratica, utile a liberare gli esseri umani dalle attività scomode, e a fornire i servizi sulla base delle esigenze personali e nel momento opportuno.
Tali tecnologie saranno “la base abilitante per la risoluzione dei problemi sociali” e per la riduzione delle disuguaglianze economiche, e l’uomo in perfetta armonia e collaborazione con la macchina potrà così godere di una più alta qualità della vita.
Credits
- www.tedxroma.com
- Hitachi Review No. 6/2017
- www.skilla.com
- www.japan.go.jp
- www.cao.go.jp
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