Pagare in bitcoin e con le criptovalute? Si può fare
Pagare in bitcoin e con le criptovalute? Si può fare
La domanda è: il bitcoin potrà davvero essere come una valuta tradizionale? Potrà mai sostituirsi alle banconote nello shopping? Lasciamo un attimo da parte il discorso che creare criptomonete comporta un certo dispendio energetico e l’instabilità a cui è soggetto. Secondo alcune realtà si può fare, è possibile pagare in bitcoin; e molte di esse già considerano la criptovaluta come moneta vera, accettando pagamenti.
E se sei tra gli audaci che si sono messi da parte un bel gruzzoletto negli anni, posso dirti che sono più di un centinaio, dai professionisti, agli ecomerce, ai locali, ai negozi, coloro che si fanno pagare in bitcoin.
La conferma la si può avere dalla coinmap, una mappa che segnala la diffusione della moneta elettronica in tutto il mondo, ideata da un’azienda della Repubblica Ceca.
Oppure, è possibile avere informazioni su dove pagare con le criptovalute, su SpendereCriptovalute. Un sito con una raccolta di attività italiane online, che effettuano spedizioni in Italia, con cui è possibile acquistare in bitcoin e non solo.
SpendereCriptovalute permette anche di segnalare gli altri siti che permettono di acquistare con le criptomonete, gratuitamente, per poter allargare il raggio di possibilità. Quindi se hai voglia anche tu di sperimentare questa nuova forma di pagamento, iscriviti 🙂
Ma come avrai sicuramente visto dalla coinmap, il pagamento non avviene solo online. Con la criptovaluta più famosa al mondo, è possibile pagare anche il conto al ristorante, la stanza di un hotel o addirittura le bollette.
A lanciare l’innovazione in Italia del conto al ristorante, è stata un’osteria di Venezia, insieme ad una tech company Padovana.
Il progetto nasce dall’idea di due giovani imprenditori veneti, Nicola Dinato, chef stellato, e Nunzio Martinello, co-founder della tech company padovana Noonic insieme a Nicola Possagnolo, i quali seguono il settore delle criptovalute da anni.
Assieme a loro, Francesco Inguscio, il fondatore di Nuvolab, società che si occupa di venture acceleration e consulenza per l’innovazione, un gruppo di imprenditori veneti che ha creduto da subito nel progetto, contribuendo a creare un innovativo modello di business.
Zanze XVI, questo il nome dell’osteria, “permetterà a chi possiede Bitcoin ed ha la volontà di spenderli, di farlo – spiega Martinello”.
Come funziona il pagamento in bitcoin?
Per Zanze XVI la transazione avviene tramite la piattaforma bitpay.com, che permette di ricevere la somma in bitcoin e, volendo, di convertirla subito in valuta tradizionale, in modo da azzerare il rischio legato alla volatilità della criptovaluta.
Non servono banconote né carte di credito. Il cliente invia la somma dal proprio portafoglio bitcoin, direttamente al conto del ristorante. Per rendere l’operazione ancora più facile il numero di conto del ristorante è raggiungibile con un semplice gesto: la scansione di un QR Code con il proprio smartphone.
Una volta verificata l’operazione, tramite un meccanismo di controlli incrociati, resi possibili dalla tecnologia blockchain, la transazione non può essere annullata, come invece potrebbe avvenire con le carte di credito. Tempistiche e costi sono generalmente inferiori rispetto ai bonifici internazionali.
Per la prima volta si ha a disposizione un sistema di scambio dove non è necessario un intermediario, come una banca, che si fa garante del corretto funzionamento del sistema stesso. Sono direttamente gli utenti a certificare la validità di una transazione.
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Lo stesso procedimento è stato adottato da un hotel di Capri. Il primo in Campania ad accettare bitcoin come forma di pagamento, sfruttando anch’esso il QR code ed un programma installato sul proprio smartphone.
Anche in questo caso il turista scansiona il codice e, in tempo reale e senza spese aggiuntive, invia i bitcoin ai vertici della struttura ricettiva, che fattureranno l’importo equivalente in euro.
Da quest’anno il Comune di Chiasso, nel Canton Ticino in Svizzera, consentirà il pagamento delle imposte comunali in bitcoin, fino al limite di 250 franchi. E non è neanche la prima città. Zug, cittadina della Svizzera tedesca, lo aveva già previsto con un limite di 200 franchi.
E non finisce qui. In questo articolo ci sono anche altre cose che forse non sai, possono essere acquistate con i bitcoin 🙂
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