Cibermalattia, cos’è e come si cura l’epidemia del futuro?
Cibermalattia, e se le malattie del futuro iniziassero dallo schermo di un pc? Cos’è e come si può curare l’epidemia del futuro?
La “cibersicknes” o “cibermalattia” è una condizione di affaticamento degli occhi e del cervello causata dal troppo utilizzo di dispositivi elettronici.
Questi problemi possono sembrare un male necessario con l’aumento del lavoro e dell’apprendimento da casa; ma sono sicuramente le prime avvisaglie di tutta una serie di patologie future legate proprio a questo.
Andando nello specifico la cibermalattia si riferisce a un insieme di sintomi che si verificano in assenza di movimento fisico. I sintomi si dividono in tre categorie: nausea, problemi oculomotori e disorientamento generale. Si parla ovviamente di visione offuscata, difficoltà di contrazione, vertigini, confusione e via dicendo.
Questi problemi possono persistere per ore e influire sulla qualità del sonno.
Non c’è ancora una spiegazione chiara sul motivo per cui le persone sperimentano la cibermalattia. Si ipotizza che derivi da una mancata corrispondenza delle informazioni percepite dalle parti del corpo che regolano la vista e l’equilibrio. I tuoi occhi ricevono informazioni che dicono loro che ti stai muovendo anche se il tuo corpo non lo sta facendo realmente.
Realtà virtuale, realtà aumentata e cibermalattia, che rischio si corre?
I sintomi della cibermalattia tendono ad essere più intensi con la realtà virtuale e la realtà aumentata.
La realtà virtuale, ad esempio, può provocare gravi livelli di nausea che aumentano con la durata dell’uso. Ciò può rendere alcune applicazioni e giochi inutilizzabili per molte persone. La realtà aumentata, invece, può portare a ceppi oculomotori più gravi.
Dato il grande sviluppo di queste due tecnologie è probabile che si aprirà un dibattito globale riguardo la cibermalattia entro i prossimi 10 anni. Per questo bisognerebbe già da adesso entrare in confidenza con terminologia e conseguenze riguardo questa nuova patologia
Sebbene i sintomi possano inizialmente sembrare una novità, possono avere effetti fino a 24 ore dopo l’uso del dispositivo. Potrebbe non sembrare un grosso problema all’inizio; ma a lungo andare potrebbero influenzare le capacità delle persone in modi che potrebbero rivelarsi pericolosi, pensiamo, ad esempio, alla guida di un veicolo.
Al momento non ci sono indicazioni su come la cibermalattia cronica influenzi la vita quotidiana. Proprio come esiste un’estrema variabilità su chi è più incline alla cosa e chi no.
Comunque, ci sono modi per alleviare i disagi; gli occhiali a luce blu sono progettati per bloccare alcune delle onde luminose blu emesse dallo schermo che possono causare affaticamento degli occhi e irregolarità del sonno. Lo zoom o l’utilizzo di caratteri di dimensioni maggiori può anche aiutare a ridurre l’affaticamento degli occhi e rendere il lavoro quotidiano più sostenibile.
Stiamo ancora parlando di un terreno completamente inesplorato che, però, nel giro di qualche anno potrebbe portare a una vera e propria “epidemia”; per questo già da adesso bisognerebbe fare qualcosa al riguardo e non farsi cogliere impreparati come è successo con la recente emergenza sanitaria.
Cibermalattia, cos’è e come si cura l’epidemia del futuro?