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Gli stili di leadership secondo Daniel Goleman

Quali stili di leadership esistono Goleman

Ci sono ben 6 diversi tipi o stili di Leadership secondo Goleman. Li analizziamo uno per uno per conoscerne le caratteristiche.

La Leadership non è una vocazione, o meglio non solo. Per essere un leader non basta avere una personalità persuasiva e carismatica e un processo efficace di team management per farsi seguire dalle masse, soprattutto nel business; e inoltre i leader non sono tutti uguali, a diversi obiettivi corrispondono diversi modi di dirigere un gruppo, un progetto, un’intera azienda. 

In questo articolo infatti andremo ad analizzare i diversi tipi o stili di Leadership individuati da Daniel Goleman, psicologo e scrittore statunitense.

Daniel Goleman e i 6 tipi di leadership
Quali sono i 6 diversi tipi o stili di Leadership individuati da Goleman? Vedremo come ogni leader ha le sue caratteristiche.

Goleman è tra i primi a parlare di Intelligenza emotiva, individuando quest’ultima come fattore altamente determinante (ben tra l’80% e il 100%) delle prestazioni di un leader. Per di più, una ricerca sul clima organizzativo condotta dalla società di consulenza Hay-McBer basata sul campione di 3.781 Executive di tutto il mondo, ha rilevato che le percezioni sull’organizational climate dei dipendenti sono collegate per il 50-70% alle abilità dell’intelligenza emozionale dei leader.

Queste capacità si traducono in specifici stili di leadership, di fatto fondamentali per la sostenibilità dell’ambiente lavorativo aziendale.

La grandezza di una leadership si fonda su qualcosa di molto primitivo: la capacità di far leva sulle emozioni.

Daniel Goleman

Per saperne di più riguardo l’intelligenza emotiva puoi leggere questo articolo di Sabrina Sedda:

L’autrice esplora l’importanza dell’intelligenza emozionale come soft skill in ambito lavorativo.

Prima di passare alla descrizione degli stili è importante capire bene la definizione di leadership, cosa si intende e la sua evoluzione.

Cos’è la leadership? Il significato

Il Dizionario Treccani definisce la parola Leadership come segue: “Funzione e attività di guida, sia con riferimento a individui o organi collegiali in quanto dirigano un gruppo o un’impresa, sia, in senso politico-sociale, con riferimento a un partito o a uno stato“.

Il significato della parola “leadership”, da cui il sostantivo “leader”, deriva dal verbo inglese “to lead” che vuol dire appunto dirigere. Un leader è colui che comprende quali sono gli obiettivi perseguibili e riesce a motivare correttamente il suo team o la sua azienda per poterli raggiungere con successo.

Gli studi sulla leadership son già noti a partire dagli anni ’60, anni in cui l’interesse verso questa attività è per lo più a livello individuale, per cercare di comprendere quali tratti della personalità contraddistinguono coloro che erano considerati “grandi leader”.

Quindi, quali sono le caratteristiche che contraddistinguono un leader e che contribuiscono alla definizione degli stili di leadership?

Sei tipi di leadership: caratteristiche ed esempi degli stili individuati da Goleman

Siamo arrivati al punto finalmente. Ecco i 6 tipi di leadership secondo Goleman, basati sia sulla cultura aziendale di riferimento che sulla personalità stessa del leader.

Lo stile del leader visionario

visione condivisa leadership visionaria
Il leader visionario tra i tipi di leadership individuati da Goleman è colui che cerca di creare una visione condivisa per raggiungere gli obiettivi.

Il cosiddetto leader visionario, è colui che punta a creare una visione condivisa che presuppone un trasporto emozionale dei “seguaci” dato da una motivazione in linea con la vision aziendale.

Il clima organizzativo di conseguenza è sereno e dotato di una direzione ben precisa, la quale è necessaria soprattutto se si va incontro a grandi cambiamenti, rinnovamenti. Situazioni che suscitano spesso incertezze tra i dipendenti, i quali in queste occasioni hanno bisogno di qualcuno che li investa del significato e delle ragioni per cui vale la pena lottare.

In sintesi il leader visionario:

  • motiva il suo team attraverso una visione condivisa
  • ha un forte impatto positivo sul clima aziendale
  • risulta adatto a situazioni che presuppongono un cambio di vision o un ridirezionamento.

Le principali caratteristiche di questa tipologia di leader sono: empatia, affidabilità, carisma e sicurezza di sé. Infatti un leader visionario è una guida a cui affidarsi in tempi di cambiamento, che trasmette sicurezza e coesione per un obiettivo comune, il cui successo sarà condiviso.

Questo tipo di leader indica la meta finale da raggiungere collettivamente, senza l’attenzione maniacale agli step che ne caratterizzano il percorso. I membri del team sono spesso lasciati in autonomia e libera sperimentazione dato che hanno compreso a fondo la funzione unica e necessaria che hanno nel quadro globale del raggiungimento della meta prefissata.

Lo stile leader-coach

tra gli stili di leadership secondo goleman troviamo il leader coach
Il leader coach è colui che si prende cura delle persone e motivandole ne fa emergere le potenzialità.

Tra gli stili di leadership in azienda troviamo il leader-coach. Come si può evincere dal nome è un leader allenatore che riesce a connettere gli obiettivi dell’azienda con i bisogni e desideri dei dipendenti. Può essere visto come un “maestro” che si prende cura delle sue persone e riesce a far emergere le loro potenzialità, le quali a lungo termine si trasformano in competenze.

Lo sviluppo personale e lo spirito d’iniziativa sono le caratteristiche principali di questo tipo di leadership. Ha grandi capacità nel motivare e supportare gli altri nella crescita personale e professionale, nell’essere empatico e avere una grande auto-consapevolezza emotiva.

Riassumendo in punti, il leader-coach:

  • riesce a sviluppare una motivazione tale da connettere i desideri di una persona agli obiettivi organizzativi
  • è capace di creare un clima organizzativo positivo e propenso all’innovazione
  • è una guida necessaria in situazioni dove vari membri del team hanno bisogno di migliorare le performance e sviluppare competenze a lungo termine.

Lo stile democratico

leadership democratica ascolto e confronto
Ascolto e confronto, i pilastri della leadership democratica.

Il leader democratico è colui che riesce a coinvolgere tutti i membri del gruppo attraverso l’ascolto e il confronto. Chi è propenso a utilizzare uno stile democratico, sicuramente riesce a tenere alto il morale degli altri, suscitando sentimenti di rispetto e fiducia. Questo tipo di leader sa riconoscere i suoi limiti, per questo si confronta con i collaboratori per avere consigli e suggerimenti utili.

Uno stile di leadership democratico è adatto a situazioni in cui occorre delineare l’attuazione di un piano o nel momento di escogitare idee innovative e brillanti per la sua realizzazione.

Riassumendo, il leader democratico:

  • sviluppa la motivazione dando valore a ciascun membro del team 
  • l’impatto sul morale è molto positivo, e tutti collaborano alla realizzazione della vision aziendale
  • è adeguato a situazioni in cui si ha bisogno di avere una definizione chiara e dettagliata delle azioni da svolgere per realizzare la mission, e quando si ha bisogno di idee creative basate sulla collaborazione tra i membri del gruppo.

Grande capacità di comunicazione, il reale interesse nel guidare e dare valore a ciascun membro del team e la capacità di far collaborare persone diverse tra loro – sia per ruolo, sia per personalità – sono le caratteristiche appartenenti a un leader democratico.

Lo stile affiliativo

stile di leadership affiliativo
Il leader affiliativo propone la condivisione aperta di sentimenti.

Un leader affiliativo è colui che promuove un’aperta condivisione di sentimenti, costruendo relazioni e creando armonia tra i membri del team. In questo caso si fa leva sull’emancipazione di bisogni emozionali legati al raggiungimento degli obiettivi aziendali, creando un ambiente di sostegno emotivo e solidale.

Lo stile affiliativo è molto utile in situazioni in cui è necessario tirare su il morale, ripristinare un rapporto di fiducia, rafforzare la comunicazione tra leader e membri del gruppo.

In tre punti, un leader affiliativo:

  • è capace di ripristinare situazioni dipendenti da un blocco emotivo, le quali possono compromettere le performance e l’armonia del team
  • garantisce un clima organizzativo positivo e condiviso
  • fa leva sui bisogni emozionali per creare una motivazione condivisa.

Le principali competenze che lo caratterizzano sono: la gestione dei conflitti, l’empatia e la capacità di far costruire legami. Il tutto si può riassumere con la capacità di saper gestire diverse personalità all’interno di un team, trovando il punto d’incontro tra loro e traendone i benefici derivanti dalla collaborazione.

Lo stile incalzante/esigente

leader esigente focalizzato sugli obiettivi
Il raggiungimento degli obiettivi con perfezione e rapidità è prerogativa del leader esigente o leader incalzante.

Un leader esigente è focalizzato sul raggiungimento degli obiettivi. Perfezione e rapidità è quanto richiesto ai dipendenti per raggiungere il tanto bramato successo.

Solitamente questo tipo di leadership orientata al raggiungimento di mete specifiche, lascia da parte l’empatia. Il rischio è quello di provocare ansia e stress nei dipendenti, i quali possono anche perdere la motivazione e la determinazione a raggiungere gli obiettivi o addirittura la vision aziendale.

Per far sì che questo tipo di leadership sia funzionale, dovrà essere integrata con la giusta motivazione dei componenti del team, presentando loro degli obiettivi giusti e stimolanti insieme a sfide entusiasmanti.

Riassumendo, il leader esigente:

  • è adatto a situazioni in cui si ha bisogno di raggiungere dei determinanti risultati/performance da un team competente e motivato
  • sa affidare obiettivi e sfide stimolanti
  • se mal eseguito, l’impatto sul clima aziendale può essere molto negativo, se non catastrofico (perdita di motivazione e focus).

Le principali capacità che caratterizzano la leadership incalzante o esigente sono: lo spirito di iniziativa, il focus sul raggiungimento di determinati obiettivi e la coscienziosità.

Tra gli stili di leadership anche l’autoritario/coercitivo

È una leadership negativa quella autoritaria se utilizza il potere impropriamente.

Dulcis in fundo, siamo arrivati all’ultimo stile di leadership. Il leader autoritario/coercitivo è la tipologia più pericolosa tra tutte. Si può pensare ai “capi vecchio stampo”, a cui non interessano sentimenti o situazioni scomode, l’importante è non fallire e far aumentare il fatturato.

L’insoddisfazione derivante da questa tipologia di leadership è evidente, la persona non viene trattata come tale, bensì come l’ingranaggio di una macchina atto a compiere la sua funzione, senza prendere iniziative né creare ulteriori problemi, tanto a quello “ci pensa il capo”.

Il rispetto delle regole e la motivazione sono basate sul sentimento della paura di fallire e di deludere i superiori tanto temuti.

Prendendola dal lato positivo, un po’ di autorità non fa mai male, dà senso di ordine e una chiara direzione da seguire, è molto utile in situazioni di emergenza. Le competenze che lo caratterizzano sono: focus sul successo, rigidità e rapidità di azione.

In altre parole il leader coercitivo/autoritario:

  • è appropriato in situazioni di crisi 
  • offre una chiara direzione per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi
  • se utilizza il suo “potere” impropriamente può avere un impatto altamente negativo sul clima aziendale, poiché può significare una perdita di motivazione, paura del fallimento e non considerazione della persona.

Ti rivedi in qualche stile specifico, o nella combinazione di alcuni di essi? È sicuramente una situazione di autoanalisi da prendere come opportunità per tirare ancora più su l’asticella del leader che è in te.


È pur vero che questi stili sono dei modi per studiare e interpretare i diversi tipi di leadership, i diversi pattern che si ripetono, ma nella realtà c’è sempre un mix di alcuni di essi, anche se le inclinazioni sono più evidenti in situazioni specifiche, ad esempio:

  • C’è bisogno di tirare su il morale e/o gestire un conflitto? Si farà affidamento a un leader dallo stile affiliativo.
  • C’è una crisi? Un leader autoritario sicuramente sarà il più adatto.
  • C’è bisogno di sviluppare delle competenze specifiche? Un leader coach sarà il migliore per trasformare quel potenziale grezzo, in competenza professionale.

Ma a quali leader possiamo ispirarci? La storia ce ne presenta molti. Andiamo a vedere degli esempi per “tenere i piedi per terra” e non parlare solo di teoria.

I leader migliori a cui ispirarci per diventare come loro.

Esempi di grandi leader da cui prendere ispirazione

Nelson Mandela, leader democratico, visionario e affiliativo allo stesso tempo

Nelson Mandela esempio di grande leader
Nelson Mandela, esempio di grande leader

Iniziamo con forse il più grande tra i leader visionari e democratici, Nelson Mandela, che per la libertà ha rischiato la vita più volte. Sicuramente è stato uno degli eroi della storia contemporanea fino a diventare presidente del Sudafrica tra il 1994 e il 1999.

In questo caso la domanda da porsi è, cosa possiamo imparare riguardo al suo stile di leadership? Nel suo libro autobiografico “Lungo Cammino Verso la libertà” Nelson Mandela scrive quanto segue:

Nelle discussioni ho sempre cercato di ascoltare quel che una persona aveva da dire prima di azzardare il mio parere. Ancora oggi spesso la mia opinione rappresenta semplicemente la somma di ciò che è emerso nel corso della discussione. […]

Un capo è come un pastore: sta dietro al gregge e fa in modo che le pecore più sveglie vadano avanti, così che le altre siano stimolate a seguire, senza rendersi conto che per tutto il tempo c’è alle spalle qualcuno che le guida.

Nelson Mandela

Da questo estratto emerge il vantaggio di ascoltare tutte le parti, di accompagnare “il gregge” senza che essi se ne accorgano. Possiamo definirlo uno stile rivoluzionario e allo stesso tempo silenzioso. Un approccio molto interessante e utile da tenere a mente anche in contesti quotidiani, non per forza professionali.

Bill Campbell, il leader coach della Silicon Valley

Andiamo avanti, questa volta con un esempio di un vero e proprio leader-coach. Faremo riferimento al libro “Trillion Dollar Coach – the Leadership playbook of Silicon Valley’s Bill Campbell” , scritto da Eric Schmidt, Jonathan Rosenberg e Alan Eagle, che rende omaggio all’ex football coach Bill Campbell.

Quest’ultimo ha aiutato alcune delle menti più brillanti della Silicon Valley a costruire aziende multimiliardarie. Tra i visionari di cui Bill è stato mentore troviamo Steve Jobs (Apple), Larry Page, Eric Schmidt (Google), solamente per citarne alcuni.

Quali sono le caratteristiche più importanti che una persona deve avere per essere considerata meritevole da Bill Campbell, tanto da avere lui stesso come mentore? Le prerogative sono le seguenti: 

  • essere intelligenti. Non in senso strettamente accademico, ma una persona capace di connettere differenti aree tra di loro, di unire i puntini.
  • avere la capacità di lavorare sodo.
  • essere dotati di integrità.
  • avere grinta: la combinazione tra passione e perseveranza, capace di farti andare avanti sempre e comunque.

Ecco un’intervista dove Bill rivela qualcuno dei suoi “coaching tips”, tra cui

I don’t want to give them answers […] I think they have it in their mind.

Perché essere, prima di tutto, leader di se stessi?

Lo studio della leadership è a mio parere fondamentale per diventare, prima di tutto, “leader di se stessi”. Lo so che sembra una di quelle frasi motivazionali che alla fine significano poco o niente, e differiscono completamente dalla realtà.

Ma, essere leader di se stessi significa nient’altro che autogestirsi e automotivarsi per raggiungere i propri obiettivi sia professionali che personali. Bisogna essere visionari per amare se stessi e ciò che si mira a raggiungere, bisogna essere dei coach per acquisire le giuste competenze e avere le carte in regola per avvicinarsi alla visione.

Ancora, l’essere leader democratici ci permette di prendere il meglio dal nostro network personale e professionale, e infine essere leader esigenti ci permette di ricordare il “perché” facciamo qualcosa e agire adeguatamente in momenti di crisi.

Un’altro obiettivo dell’ essere leader di se stessi è raggiungere l’equilibrio, il cosiddetto work-life balance, essere consapevoli di se stessi, delle proprie paure e limiti, imparare ad affrontarli costruendo un’autostima e una personalità forte, e infine accettare che tutto sarà sempre in continua evoluzione

Come essere un grande leader oggi, mixando gli stili di leadership di Goleman?

La risposta la ritroviamo nel TED Talk di Roselinde Torres che risponde alla domandaWhat makes a great leader today? affrontando i gap attuali nei programmi di sviluppo dei leaders e definendo il leader del 21 secolo come colui che sa rispondere alle seguenti domande:

  • come pensi di anticipare i cambiamenti?
  • quanto è diversificato il tuo network?
  • hai abbastanza coraggio di abbandonare ciò che fino ad ora ti ha portato al successo?

Con questo articolo spero di aver dato un’immagine più definita riguardo la leadership e gli stili individuati da Goleman. Inoltre mi auguro di averti fatto riflettere su che tipo di leader sei per te, per la tua famiglia, per i tuoi amici, colleghi o per la tua azienda. Come potresti fare di meglio?

Gli stili di leadership secondo Daniel Goleman

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