La Realtà Virtuale in soccorso della medicina. Il futuro del settore riparte da qui
La Realtà Virtuale in soccorso della medicina. Il futuro del settore riparte da qui tra innovazioni e tante scoperte ancora da fare
Nel 2008, la National Academy of Engineering ha identificato 14 grandi sfide per l’ingegneria che, se affrontate, potrebbero cambiare la qualità della vita. Una di queste sfide era l’integrazione della realtà virtuale nella medicina. Un ostacoli per chi utilizza la realtà virtuale è quello della nausea a causa di una disconnessione tra le informazioni visive e somatosensoriali.
Recentemente gli scienziati della Cleveland Clinic hanno sviluppato una soluzione al problema e hanno creato un’esperienza VR davvero coinvolgente. Stanno avviando la ricerca per utilizzare la loro piattaforma per comprendere e trattare meglio malattie come il morbo di Parkinson. I piani di ricerca futuri includono l’uso della piattaforma per l’identificazione precoce del morbo di Parkinson e di altri disturbi neurodegenerativi negli anziani.
L’Infinadeck, un tapis roulant omnidirezionale, è un componente importante della soluzione. Simile a quelli che abbiamo in casa o nei centri fitness, ha una componente di movimento lineare. Tuttavia, ha anche un aspetto del movimento rotatorio che si muove insieme alla superficie.
Se abbinati agli algoritmi del sistema di controllo computerizzato del tapis roulant, i nastri multipli sono progettati per mantenere l’utente al centro della piattaforma regolando costantemente i contributi lineari e rotativi.
Producendo regolazioni lineari e rotanti costanti a seguito della posizione dell’utente, la piattaforma supera il problema della locomozione che spesso causa nausea.
Eliminare la nausea e immergere il paziente nell’ambiente virtuale apre innumerevoli possibilità di ricerca clinica e sanitaria.
Realtà Virtuale e medicina, quali benefici?
Uno dei maggiori benefici dell’utilizzo della piattaforma VR è valutare le attività della vita quotidiana in individui più anziani a rischio di condizioni come il morbo di Parkinson e il morbo di Alzheimer.
Con queste ricerche gli scienziati potrebbero probabilmente identificare queste malattie prima dell’insorgenza clinica dei sintomi ed essere in grado di intervenire.
Un secondo e più a breve termine obiettivo è quello di utilizzare il tapis roulant omnidirezionale per valutare il congelamento dell’andatura nei pazienti con l’obiettivo di perfezionare la loro programmazione di stimolazione cerebrale profonda e/o i regimi di farmaci specifici.
Migliorare in sicurezza la terapia riabilitativa è il terzo obiettivo relativo a questa tecnologia. Gli ambienti VR per i pazienti consentono di testare in sicurezza l’andatura e la stabilità posturale. Cosa che nel “mondo reale” non sempre è possibile.
Insomma, sembra che la realtà virtuale possa essere di grande aiuto anche per la medicina, portando a cambiamenti significativi nella lotta ad alcune patologie che, a oggi, sono tra le più temute dall’uomo.
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