L’importanza dei progetti Alternanza Scuola Lavoro per i giovani. La parola a Rino Piroscia.
L’importanza dei progetti Alternanza Scuola Lavoro per i giovani
Oggi ospitiamo su Spremute Digitali Rino Piroscia, il Presidente Generale di Confsalform per parlare di un evento molto interessante che si svolgerà domani: “New Skills Agenda for Europe”. Durante questa giornata, oltre a sottolineare la necessità per le piccole e medie imprese di allinearsi con i processi di Digital Transformation per il futuro, e di quali competenze avranno bisogno le aziende, si parlerà dell’importanza del progetto Alternanza Scuola Lavoro per i giovani.
Qui potrai scaricare la locandina dell’evento e visionare il programma. Di seguito ti lasciamo invece all’intervista a Salvatore Piroscia, Vicepresidente Commissione EDUC, European Confederation of Indipendent Trade Unions, da sempre e per tutti, conosciuto come Rino.
Tempo di lettura: 10 minuti.
Progetto Alternanza Scuola Lavoro: opportunità per giovani e aziende
Q. Ciao Rino. È un piacere averti ospite su Spremute Digitali. All’evento “New skills agenda for Europe” si parlerà di quali competenze digitali abbiamo bisogno oggi, nel mercato del lavoro?
A. The working world needs new skills of the interested enterprises of the digital marketing and of the organized process for the digital transformation.
Le competenze richieste dalle aziende
L’evento “New skills agenda for Europe” porterà ai partecipanti lo stato dell’arte del nostro sistema duale, nel confronto con quelli di altri paesi europei. In particolare si parlerà dell’importanza dei processi di certificazione delle competenze e della loro possibile mobilità in Europa.
Stiamo puntando molto, in questa giornata europea, a proporre nel mercato comune profili di digital coach junior, ovvero di giovani in grado di avvicinare le nuove tecnologie e le nuove soluzioni digitali, alle micro ed alle piccole imprese che rischiano il declino in breve tempo a causa del gap che la globalizzazione sta provocando, in termini di delocalizzazione della produzione e della distribuzione.
Per il momento, questi coach sono dei Social Media Operator [SMO], esperti junior del marketing digitale. Essi posseggono competenze adatte a garantire visibilità e reputazione del brand, del prodotto e dell’immagine delle aziende all’interno delle piattaforme più utilizzate.
I profili professionali che verranno presentati anche con testimonianze concrete, sono già presenti nel mercato nazionale e proposti da Confsalform a circa 50 imprese aderenti al Fondo FonARCom che promuove questo evento.
La certificazione delle competenze
Se da un lato stiamo puntando nel rendere appetibili questi profili presso le aziende, dall’altro cerchiamo di sollecitare gli addetti ai lavori, sull’adozione di sistemi condivisi per la certificazione delle competenze e per una loro concreta mobilità in Europa.
Le nuove generazioni, che già posseggono un pensiero digitale, hanno necessità di acquisire quel bagaglio di esperienze proprio dei lavoratori adulti, in un’ottica di reciprocità di interessi da salvaguardare.
Tali interessi, seppur collegati a quelli personali dei giovani per inserirsi nel mondo del lavoro, e degli adulti per tutelarne il mantenimento, non possono non coincidere con quelli delle aziende, a cui debbono assicurare, un’attiva collaborazione per una partecipata crescita economica, organizzativa e produttiva.
C’è il bisogno, insomma, di persone di buon senso in grado di sostenere, su più livelli di complessità, l’inclusione nelle aziende di processi di trasformazione digitale, basati su due aspetti fondamentali: la dematerializzazione di ogni oggetto fisico ingombrante e la condivisione di ogni postazione fisica, ovunque collocata.
Entrambi gli aspetti debbono essere pensati e applicati da un management impegnato nel cercare in nuove forme di lavoro agile, la possibilità di riorganizzare il proprio sistema organizzativo, di revisionare spazi e processi produttivi e soprattutto di delocalizzare ovunque il proprio prodotto/servizio puntando alla radicalizzazione sul territorio, quale sede fisica della produzione nonché sede fisico/virtuale della distribuzione.
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C’è dunque il bisogno di un sistema di certificazione nazionale ed europeo delle competenze, che sappia da un lato riconoscere al possessore le conoscenze, le abilità e le capacità ovunque acquisite, in quanto ben declinate e visibili nella prestazione offerta. Dall’altro fornire ai richiedenti di competenze, gli standard e gli strumenti per identificarle, per selezionarle e per reclutarle.
Si dovrebbe dare un valore economico, non più alla singola persona o al livello contrattuale di riferimento, ma alla singola competenza. Quest’ultima, in ragione della complessità della prestazione, che essa sviluppa in un processo organizzativo e produttivo, deve rappresentare il capitale formativo con cui il singolo individuo diventa per l’azienda il plusvalore, ottenuto dalla somma di tutte le competenze possedute dallo staff.
Ecco perché l’evento vuole focalizzare l’attenzione sul Quadro Nazionale delle Qualificazioni Regionali [QNQR], nella sua referenziazione al Quadro Europeo delle Qualifiche [EQF] e sul sistema attuale di riconoscibilità e spendibilità delle competenze collegate, per l’appunto, alla trasformazione digitale e al marketing digitale.
Q. Quanto sono importanti i progetti Alternanza Scuola Lavoro per lo sviluppo economico e culturale del territorio nell’era della globalizzazione?
A. The dual projects “school and job” permit for young students to acquire new skills directly in their hosting enterprises.
La nostra alternanza è un insieme di progetti
La nostra alternanza scuola lavoro, più che in altri stati membri, ha bisogno di progetti, per il semplice fatto che non è istituzionalizzata e formalizzata in un sistema duale condiviso. Differentemente da come avviene nei paesi del nord Europa.
Altrove, il periodo di alternanza allo studio è prima di tutto inclusivo del curriculum scolastico, ed è fatto di prestazioni di lavoro remunerate agli studenti/lavoratori. Essi, in azienda acquisiscono le competenze del saper fare e progettare, le quali si basano sullo sviluppo del sapere e del saper essere, già appreso a scuola.
Da noi, non ci sono norme e strumenti di incentivazione per remunerare gli studenti. Le nostre imprese e le nostre scuole devono, in un certo senso arrangiarsi e imparare a fare progetti.
Le nostre scuole sono obbligate a trovare, già dal terzo anno scolastico, aziende in grado di ospitare gli allievi. Al contrario, le aziende non hanno alcun obbligo di ospitare gli studenti e non posseggono forme incentivanti per accoglierli.
Di fatto, la realizzazione di progetti è determinante per mettere in relazione scuola e aziende, al fine di attuare un corretto ed adeguato svolgimento del periodo di tirocinio curriculare.
Vantaggi e pericoli
Non è un dramma scrivere e sottoscrivere progetti, il problema è che le scuole e le aziende non hanno obiettivi che li accomunano. Tant’è che l’accoglienza degli studenti può divenire per l’azienda un vantaggio, che a volte è quasi una restituzione alla scuola di un piacere all’amico professore, all’autorevole dirigente scolastico, al genitore conosciuto.
L’assenza di una programmazione a medio termine, mette a rischio la centralità dello studente che nel periodo di alternanza dovrebbe misurarsi in un triennio, per capire quali studi successivi al diploma può intraprendere in ragione delle sue motivazioni e capacità, oppure quale tipologia di lavoro può perseguire in ragione delle sue aspirazioni e abilità.
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Da qui possono nascere i pericoli più gravi. Il rischio che l’alternanza possa divenire uno strumento in mano ad imprese meno serie e a personale scolastico troppo stravagante, con la conseguenza di far circolare lavoro nero e/o sottopagato, oppure diminuire i costi del lavoro stagionale.
Lo sviluppo economico con l’alternanza è ancora un sogno
A mio avviso, l’alternanza scuola lavoro non deve essere necessariamente rapportata al solo curriculum scolastico, bensì tarata sulle reali esigenze del mercato del lavoro. Essa deve soddisfare i fabbisogni del territorio in termini di sviluppo economico, e il sistema globale in termini di crescita del profitto delle imprese.
In sostanza, se lo studente in alternanza diventa una risorsa formata ad hoc dalla scuola e dalla struttura ospitante, egli può integrarsi facilmente nel sistema produttivo con le proprie performance. Difficilmente l’impresa si lascia scappare il capitale umano.
Raccomando sempre alle aziende in primo luogo di osservare e gratificare la creatività, l’intuito e la capacità di innovazione che il giovane porta con se, in quanto nato nell’era del digitale, e in secondo luogo di affiancarlo sempre con tutor aziendali appartenenti, a non meno di tre generazioni di distanza di età. Sapete perché?
- Perché è più semplice traghettare le vecchie esperienze in nuove competenze digitali.
- È più agile portare gradualmente la trasformazione digitale in azienda.
- Perché è più facile conciliare le motivazioni di ringiovanimento del lavoratore adulto, con le aspirazioni di carriera del giovane studente.
Tutti questi fattori appena citati possono sostenere un passaggio generazionale in azienda, ma molte altre sono le ragioni che ci hanno portato ad avviare la buona pratica, chiamata “Scholarsjob per le aziende”.
Q. Raccontaci meglio di “ScholarsJob per le aziende”. Come è nato il progetto, di cosa si tratta e quali sono gli step futuri?
A. Scholarsjob è una piattaforma digitale interattiva. In sostanza, “ScholarsJob per le aziende” è una piattaforma informatizzata, al cui interno i tutor scolastici e aziendali, attivano un progetto formativo di alternanza scuola lavoro per gli studenti.
Questi hanno la possibilità di scegliere su una gamma di circa 40 percorsi formativi, personalizzabili in ragione dei precedenti accordi, intercorsi tra i tutor.
Nella piattaforma, tutti i profili registrati (tirocinanti, tutor scolastici, tutor aziendali, dirigenti scolastici, imprenditori e coordinatori dell’alternanza), interagiscono all’interno di uno Skill Lab, dove in quattro sezioni distinte, svolgono una serie di attività.
- Nella prima, la sezione “Traning”, gli studenti possono acquisire le conoscenze di base per gestire un’attività di marketing digitale nel web.
- Al termine, superato il test di verifica, accedono nella sezione “Analysis” al cui interno hanno l’opportunità di effettuare un’indagine sui profili social più utilizzati dalle aziende del settore prescelto. Qui valutano il livello di qualità dei profili aziendali.Le due attività vengono svolte a scuola con la supervisione del tutor scolastico e dell’aziendale in remoto.
- La sezione “Proposal” consiste nel realizzare una proposta di idea progettuale da condividere con la struttura ospitante. Dopo aver rilevato i punti di forza e le opportunità, viene elaborata una proposta di revisione del profilo social dell’azienda ospitante, indicando una serie di interventi, azioni e misure da intraprendere.
- Al termine delle attività il tutor aziendale e quello scolastico, effettuano una verifica ed assegnano pariteticamente un punteggio in centesimi (almeno 60/100). Con il superamento di questa attività, il sistema abilita l’accesso alla sezione “Project”, già programmata per dare allo studente la possibilità di effettuare un vero e proprio piano di comunicazione aziendale sul web.
I prossimi passi
Gli step per il futuro sono, integrare nuovi percorsi formativi in termini di trasformazione digitale dei processi organizzativi aziendali. Dotare la piattaforma di una nuova sezione dedicata alla formazione continua ed autonoma dei nostri Digital Coach Junior [DCJ], a cui sarà affidata la gestione delle relazioni tra scuole e aziende sui territori.
Mentre i Digital Coach Senior [DCS] potranno registrare e programmare all’interno del data base le loro proposte progettuali e pubblicarle nello skills lab per offrirle alle imprese che aderiranno.
Entro Settembre 2018, vogliamo implementare l’attuale infrastruttura di “ScholarsJob per le aziende” con ulteriori campi e sezioni di attività, trasformandola in canale social dedicato all’incontro di domanda e offerta di tirocinio curriculare con skill lab, in grado di validare competenze.
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Q. Un consiglio che daresti ai giovani che sono prossimi all’approccio con il mondo del lavoro nell’era della quarta rivoluzione industriale.
A. Quale consiglio se non quello di provarci?
Per un approccio al mondo del lavoro è necessario essere se stessi prima di tutto, non aver timore dei cambiamenti, e se si è nelle condizioni ideali, consiglio addirittura di proporli.
Le aziende, oggi giorno, vivono la confusione portata dal corretto uso delle nuove tecnologie al fine di essere competitive nel mercato globale. Le persone, invece, ciascuno con la propria propensione all’uso, si adatta e si adegua all’offerta di tecnologie.
In mezzo, tra aziende e persone, ci sono i giovani millennials, ai quali la società moderna sta affidando il futuro dei nuovi anziani e dei nuovi adulti.
Di fatto, il periodo di tirocinio scolastico deve essere per lo studente il trampolino di lancio, con cui decidere se proseguire gli studi all’università e continuare a fare esperienze nelle aziende che lo hanno ospitato nel triennio, oppure se utilizzare lo strumento Garanzia Giovani.
Consiglio inoltre, di puntare sul contratto di apprendistato di secondo livello, per il conseguimento di una qualifica professionale spendibile nel mercato del lavoro. Di tenere sott’occhio le forme di lavoro agile, come definite in Italia, e conosciute nel mondo come smart working.
I nuovi lavori derivanti dai processi di trasformazione digitale e dagli interventi di marketing digitale, essendo molto flessibili e ovunque svolgibili, si presteranno ad essere utilizzati con un contratto agile.
Raccomando ai ragazzi di informarsi sugli incentivi e sulle novità, e di non aver paura di proporre alle aziende. Un altro consiglio è quello di inserire subito il proprio curriculum nel portale Eures, una vetrina efficace per mostrarsi e per trovare le aziende disponibili in tutta Europa.
Che dire infine, passa anche dal nostro gruppo Facebook “Scholarsjob, la rete dei tirocinanti“, è ottimo per rimanere informati. Buona fortuna!
L’importanza dei progetti Alternanza Scuola Lavoro per i giovani. La parola a Rino Piroscia.