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Personal Branding e LinkedIn: la VideoSpremuta a Pamela Nerattini

Personal Branding

Personal Branding, cos'è e come funziona? Come cambia il mondo del lavoro tra LikedIn e il web? La Video Spremuta a Pamela Serena Nerattini

Mirco Calvano

Contributor

Pubblicato: 28 Maggio 2021

Il termine Personal Branding si riferisce a tutte quelle strategie costruite per promuovere se stessi, le proprie competenze e le proprie esperienze lavorative.

L’obiettivo finale di questi piani di promozione è quello di portare le proprie conoscenze e la propria professionalità all’attenzione delle aziende e delle organizzazioni. Per certi versi è come un proporre al pubblico un’immagine confezionata a dovere di sé; l’obiettivo è mettere in mostra esclusivamente quelle che sono le particolarità e traguardi lavorativi.

Il Personal Branding ha come ruolo principale quello di cercare di unire l’immagine che ognuno ha di sé con quella che hanno gli altri, lavorativamente parlando; per dare vita al complesso e delicato equilibrio fatto, sì, delle competenze ma anche del proprio io e del proprio carattere.

A fronte dei grandi cambiamenti del mondo del lavoro, l’ultimo in ordine di tempo quello dettato dalla pandemia; non stupisce che alla nascita di nuove figure lavorative sia corrisposta una sempre maggiore urgenza comunicativa di quello che è il proprio ruolo e la propria preparazione.

30 anni fa c’era una comunicazione “diretta” o per conoscenza; 10 anni fa i siti web e oggi, LinkedIn e il Personal Branding. Siamo arrivati al punto di dover imparare a parlare di se stessi al meglio; al “comunicarsi” e raccontarsi in una nuova forma tra competenze e storia personale. Per questo in molti fanno l’esempio del “Packaging”, ritenendo che non è più sufficiente saper lavorare solo sui propri traguardi e le proprie esperienze ma occorre presentare a recruiter e affini un “pacchetto completo” che colpisca anche alla vista e che sia, ovviamente, allettante. 

Le tre linee guida per la ricerca del lavoro

Sono essenzialmente tre le caratteristiche che identificano un Personal Branding efficace: le competenze, l’autorevolezza e la propria rete.

  • Per quanto riguarda le COMPETENZE è ovvio che la prima cosa che si richiede a un qualsiasi professionista è la conoscenza specifica del proprio settore. Ognuno ha un bagaglio ben definito fatto delle proprie esperienze lavorative e di quella che è la sua preparazione; sta ai singoli saper far emergere al meglio queste caratteristiche e “venderle” in maniera appropriata su LinkedIn, ad esempio.
  • L’AUTOREVOLEZZA è quel tratto di un professionista che spinge le persone a fidarsi di lui e del suo lavoro. Senza questa caratteristica, difficilmente verranno scelti i servizi o i beni offerti; è per questo che bisogna sin da subito emergere tra la concorrenza e dimostrare di essere una voce di spicco, autorevole appunto, nel mare di professionisti dello stesso settore. 
  • La RETE è il mondo con cui condividere le esperienze e, in molti casi, acquisirne di nuove. Tramite questa “ragnatela” di contatti è possibile restare connessi con altri professionisti nello stesso ambito ed entrare in un circuito virtuoso che anche le aziende controllano nel momento in cui hanno bisogno di un professionista. Bisogna aggiungere che in una rete di contatti, spesso, è meglio DARE valore che riceverlo, questo andrà a beneficio sia della vostra autorevolezza che della vostra immagine professionale.

Ha senso fare Personal Branding?

Domanda molto importante che chiama in causa uno dei concetti, forse, più antichi del buon vecchio “fare conoscenza”: difficilmente si può cambiare una prima impressione negativa. In un mondo sempre più connesso e sempre più legato alle logiche dei Social Network è evidente che bisogna portare alla luce la migliore immagine possibile di sé.

Secondo uno studio sembra che nel 2018 le aziende in Italia abbiano utilizzato i Social nel 71% dei casi, per trovare informazioni su potenziali candidati. Non solo LinkedIn che si attesta al 92% ma anche Facebook al 34%; YouTube (2%); Twitter (19%). A fronte di questo appare evidente che non è più sufficiente il “semplice” curriculum; occorre condividere in rete un’immagine più possibile coerente con quella aziendale e che sappia mettere in mostra al contempo competenze e carattere personale. 

Oggi come oggi il Personal Branding è comunicazione; basti pensare a una delle “professioni più gettonate” tra i giovanissimi che è quella dell’influencer. Ai professionisti, ovviamente, non si richiedono selfie e cose del genere, ma indubbiamente tenere ben presente questo concetto di “vetrina digitale” può aiutare molto nel mostrare alle aziende la propria professionalità e il proprio io. 

Per tornare alla domanda iniziale, la risposta è: certo che ha senso nella prospettiva in cui è cambiato il moderno mondo del lavoro.

Tutto ormai è diventato confronto e comunicazione, soprattutto on-line; per questo è importante che la nostra percezione in rete sia costruita nel migliore dei modi tra autorevolezza, competenze e chiaramente una rete solida a “supporto”; le tre caratteristiche di cui sopra che per certi versi rappresentano alla perfezione la nuova idea di Web.

Nel senso meno mainstream del termine, fare Personal Branding vuol dire generare un’influenza su persone e aziende; vuol dire costruire delle relazioni stabili basate su preparazione e riconoscibilità in modo da attrarre opportunità sempre nuove e persone che, magari in futuro, potrebbero avere bisogno del nostro lavoro. 

Diciamo che per certi versi è un progetto in divenire che le persone curano nella prospettiva di risvolti futuri.

L’intervista a Pamela Serena Nerattini, formatrice e consulente LinkedIn

LinkedIn è uno degli strumenti più utilizzati dalle persone per cercare lavoro e per fare Personal Branding; andiamo a vedere con Pamela Nerattini, formatrice e consulente LinkedIn, come utilizzarlo al meglio per emergere e promuovere la propria attività.

LinkedIn è uno strumento potente che per funzionare ha bisogno di alcune accortezze. Sul social è complicato far emergere, ad esempio, due facce della stessa persona; per cui è importante essere “verticali”, cioè far capire al meglio cosa facciamo. Apparire come dei “tuttologi” può essere considerato come una cosa negativa, perché dal nostro profilo potrebbe emergere il contrario, cioè che NON siamo esperti di determinati argomenti. In questo caso occorre saper comunicare in maniera corretta ciò che facciamo e, nel caso di più ambiti, cercare in qualche modo un legame tra di essi. Generalmente, quindi, su LinkedIn bisogna spingere su un solo obiettivo e un solo target.

Perché è importante LinkedIn? Perché essenzialmente è una vetrina. Se ho bisogno un professionista vado a vedere il sito; questo però molto spesso è istituzionale e “freddo”. Allora vado a vedere su LinkedIn e là posso farmi un’idea del modo in cui comunica e quel modo è adatto a me e a quello che sto cercando. 

E la stessa cosa vale per gli HR e per i recruiter che nel 90% cercano su LinkedIn. Per questo non avere una strategia di comunicazione e non essere percepiti come un professionista è l’equivalente del non avere un proprio sito 10 anni fa.

Su LinkedIn non è come avere un sito o caricare il proprio CV nelle piattaforme per la ricerca del lavoro; sul social si ha persona reale e il modo in cui comunica.

Con il Covid la situazione è radicalmente cambiata. Il Social Network è stato preso d’assalto da tutta una serie di persone che a causa della pandemia hanno perso il proprio impiego. E qui è venuta a galla tutta la sua peculiarità nel creare delle reti per chi deve ricollocarsi. Molto spesso capita che le grandi aziende perdano un membro importante del team; spesso non vogliono far sapere che sono in cerca di quel dato ruolo e quindi cercano nella loro rete chi può fare al caso per contattarlo in privato. L’obiettivo di chi sta su LinkedIn è creare una rete attorno a noi in modo da farci conoscere e far conoscere quello che è il nostro lavoro; diventare esperti in quel dato argomento in modo da espandere la nostra “ragnatela” di conoscenze in maniera sempre più mirata e verticale.

Se vuoi saperne di più su Personal Branding e sul lavoro di Pamela Nerattini, guarda la nostra Video Spremuta:

Personal Branding e LinkedIn: la VideoSpremuta a Pamela Nerattini

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