Pari opportunità: fotografia del 2022
Dall’intervista a Daniela Arlia, Co-founder di Futura, un imperdibile spaccato delle nuove generazioni di studenti e giovani professionisti, in lotta per ritagliarsi il posto che spetta loro di diritto nella società, mentre pari opportunità e disuguaglianze di genere ancora resistono alla forza del cambiamento e dell’innovazione.
Anche se abbiamo fatto molta strada dai tempi in cui alle donne non era permesso votare, abbiamo ancora molto da fare per le pari opportunità. Nel 21° secolo, esistono ancora luoghi – e sono molti – in cui le donne sono trattate in modo diverso rispetto agli uomini.
Persino nel contesto lavorativo del mondo occidentale, cosiddetto civile, le donne vengono spesso pagate meno per lo stesso lavoro e ricevono meno promozioni. Inoltre, affrontano discriminazioni sul posto di lavoro in caso di gravidanza e sexual harassment.
Come se non bastasse, sebbene le donne rappresentino la metà della forza lavoro, ricoprono solo il 25% delle posizioni dirigenziali. Ciò significa che la maggior parte delle decisioni prese nelle aziende sono governate dagli uomini.
A rendere la situazione insostenibile, l’aggravante che tali discriminazioni abbiano cominciato a colpire in maniera diretta le giovani generazioni in cerca di una collocazione nel tessuto sociale e lavorativo che spetterebbe loro di diritto.
Sempre più tortuosa è infatti la strada che conduce i giovani verso il mondo del lavoro, in particolare per le giovani donne.
Se, in Europa, si colgono alcuni segnali incoraggianti (ma ancora insufficienti), in Italia la situazione è tutt’altro che rosea, date le poche iniziative e gli scarsi risultati ottenuti in tal senso.
Per progredire davvero, il mondo del lavoro deve saper contrastare le disparità e la disuguaglianza di genere, e ragionare sempre di più in ottica di pari opportunità.
Un progetto che ci ha colpiti particolarmente di recente è quello di Futura, startup innovativa che offre una piattaforma gratuita in cui i giovani – non solo le giovani donne – possono cercare un mentore da un database di professionisti, per potersi formare, crescere e fare carriera.
Con Daniela Arlia, co-founder di Futura, vogliamo approfondire il tema con un duplice punto di vista: quello di donna e di giovane che si approccia, oggi, al mondo del lavoro.
Pari opportunità: Intervista a Daniela Arlia, Cofounder di Futura
D: Per cominciare, come nasce Futura?
R: Alla fine del primo lockdown, ormai due anni fa, con Carolina, cofounder della startup e mia ex-collega di studi, abbiamo iniziato a parlare di quanto fosse stato difficile per noi – lontane da casa – confrontarsi con esperti sul nostro percorso professionale e su altre questioni personali alle quali solo un/a bravo/a commercialista o un/a bravo/a avvocato avrebbero saputo rispondere.
In un periodo molto alienante come quello del Covid, avere accesso a una rete di persone di cui potessimo fidarci ci sembrava necessario e, allo stesso tempo, impossibile.
Non potevamo vedere né amici né colleghi, i profili di professionisti trovati tramite ricerche online ci sembravano poco affidabili. Così è nata Futura, per dare un accesso semplice, flessibile e personalizzato a una rete di professionisti per sviluppare la propria carriera e la propria indipendenza economica.
D: Hai avuto esperienze dirette o indirette che ti hanno, per così dire, acceso la lampadina?
R: Sì, vengo da un piccolo paese della Calabria e i miei genitori non sono laureati. Quando ho iniziato l’università, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, mi sono resa conto di quante differenze esistevano in termini di informazioni tra me e i miei colleghi i cui genitori avevano avuto un percorso di studi simile al loro.
I miei genitori non potevano orientarmi nel mio percorso di studi e di lavoro, perché non ne avevano gli strumenti. Per me, affidarmi ai consigli di altri professionisti, dei mentor, è stato necessario.
Ma ho poi l’impressione che, dato lo scarto generazionale che esiste in termini di occupazioni (alcuni lavori che esistono oggi non esistevano 10 anni fa, per dire), pur avendo dei genitori con esperienze di studi o di lavoro simili, il gap informativo resta grande e il solo modo per colmarlo è confrontarsi con persone che ci sono già passate da vicino.
Per questo, con Futura abbiamo deciso di offrire un servizio di mentoring gratuito.
Allo stesso modo, nel passaggio da studentessa ad adulta, spesso mi sono ritrovata con un sacco di domande pratiche del tipo: “Come funzionerà il piano di accumulo per la mia pensione se lavoro in diversi Paesi?”, oppure “Quanti soldi devo avere per comprare una casa?”; domande alle quali i miei amici o la mia famiglia non hanno risposte.
Cercare dei professionisti tramite Google non mi dà molte sicurezze, così con Carolina abbiamo pensato che Futura potesse in realtà diventare un luogo digitale per far incontrare giovani professioniste come noi anche con consulenti fiscali e finanziari.
Vogliamo che Futura diventi la piattaforma per lo sviluppo della propria indipendenza economica e finanziaria in Italia all’insegna delle pari opportunità.
D: Qual è la situazione in Italia, dati alla mano?
R: Partiamo dalla mobilità sociale, che è il tema che più ci sta a cuore:
In Italia solo il 10% dei giovani provenienti da famiglie con un reddito inferiore a 15000 euro annui può sperare di raggiungere un reddito superiore a €50000 annui da adulto.
Fonte: Acciari et al., 2019
E la percentuale è molto più bassa per le ragazze rispetto ai ragazzi, sintomo di una disparità di genere.
Esiste poi una forte disparità geografica: il Nord offre un livello di opportunità più egualitario rispetto al Sud, dove la correlazione tra la posizione lavorativa e il reddito dei genitori e quello dei figli è molto alta.
Inoltre, le disparità generazionali sono sempre più evidenti: aprire un mutuo e comprare casa, avere un contratto a tempo indeterminato nonostante le competenze e le esperienze accumulate, sono prospettive molto lontane per noi, mentre per i nostri genitori rappresentavano possibilità concrete.
Queste difficoltà nel raggiungere standard di vita adeguati rispetto ai costi, rispetto al nostro livello di istruzione, che viene al contrario valorizzato in altri Paesi europei, sono poi ancora più forti per le donne: si sommano infatti alle disparità salariali di genere pre-esistenti e alle disparità di contribuzione alla forza lavoro.
D: Cosa stanno facendo le Istituzioni?
R: Non mi occupo di politica nel mio lavoro, ma almeno dal punto di vista economico ho l’impressione che le misure prese recentemente in tema di pari opportunità dai vari governi non abbiano messo al centro né i giovani né le donne, che sono appunto le categorie socio-economicamente svantaggiate nel mercato del lavoro italiano, e sono quelle che vogliamo supportare con i nostri servizi in Futura.
Penso che gli interventi fatti in passato siano stati più una forma di pinkwashing o young-washing – se posso usare un neologismo – che interventi per definire dei cambiamenti strutturali.
Se vogliamo offrire un mercato del lavoro competitivo per i giovani laureati, è necessario attrarre aziende che operano in settori innovativi ed aumentare il livello dei salari.
Se vogliamo offrire maggiori opportunità alle donne nel mercato del lavoro è necessario implementare strumenti di sostegno concreto. Un esempio: diversi studi economici dimostrano come l’accesso gratuito ad asili nido per tutti sia uno strumento efficace per aumentare la partecipazione femminile alla forza lavoro.
D: Vedi segnali di un cambiamento di comportamento nelle aziende o di mentalità in generale? C’è forse più solidarietà e vicinanza fra i giovani rispetto al passato?
R: La mia esperienza lavorativa in Italia è abbastanza limitata: ho lavorato soprattutto all’estero e in ambienti internazionali.
Sicuramente, negli ultimi anni ci sono stati dei cambiamenti culturali importanti, a partire dal movimento del #metoo, le battaglie delle comunità LGBTQIA+, fino a quelle dei movimenti ambientalisti, e alla rivendicazione di una maggiore sensibilità per tematiche legate alla salute mentale e alla diversità in generale.
Penso che tutti questi movimenti sociali abbiano dato visibilità a tante delle istanze dei giovani, a quelle che ci separano dalla generazione precedente, e che è necessario rivendicare come punto di rottura dal passato.
Questi strappi sono importanti nel processo di responsabilizzazione della nuova generazione. Dopo anni di studi, diverse esperienze, soft skill accumulate, vogliamo sentirci responsabili nei posti di lavoro e nella società.
D: Che risultati avete ottenuto finora?
R: In un anno, si sono svolte attraverso la nostra piattaforma più di 200 sessioni di mentoring completamente gratuito; abbiamo costruito una rete di 100 mentor, ovvero professionisti che operano in diversi settori da almeno quattro anni e che offrono parte del loro tempo per condividere le loro esperienze e dare consigli per lo sviluppo della carriera lavorativa.
I nostri mentor sono impiegati per società come UniCredit, Accenture, EY o per organizzazioni come le Nazioni Unite o la Banca Centrale Europea.
Abbiamo poi da poco lanciato i servizi di consulenza fiscale e finanziaria attraverso una rete di 10 commercialisti e consulenti finanziari indipendenti, che offrono consulenze personalizzate, digitali, flessibili, a un costo accessibile per il nostro target.
Infine, siamo state selezionate tra le quattro su 130 startup italiane ad alto impatto sociale da SocialFare, un acceleratore e fondo di investimento torinese che sostiene l’innovazione sociale. Con questo percorso affineremo la nostra strategia di business e contiamo di presentarci nei prossimi mesi a dei nuovi investitori per far crescere Futura e, con essa, le pari opportunità.
Pari opportunità: fotografia del 2022