Open Innovation – Future@Work. Intervista alla Dott.sa Barbara Valentini
Come democratizzare l’innovazione valorizzando le persone e divulgando l'open innovation? La parola a Barbara Valentini, Innesti.
Ci troviamo spesso a parlare di come possiamo democratizzare l’innovazione valorizzando le persone e divulgando la cultura dell’innovazione, obiettivi cardine della logica di Open Innovation.
Ci sono realtà che, come Seedble, operano nel mondo della consulenza e cercano di coinvolgere le aziende in percorsi di rinnovamento, ma spesso incontrano le resistenze interne che ne frenano l’efficacia. Proprio unendo il supporto consulenziale alla divulgazione culturale si può raggiungere lo scopo che si è posta anche la Dott.sa Barbara Valentini, founder di Innesti (brand di Open Innovation – Future@Work), uno spazio di apprendimento di tipo laboratoriale che coinvolge periodicamente esponenti di aziende e professionisti che facilitano la contaminazione.
Rivolgiamo a Barbara alcune domande per comprendere meglio l’approccio di Innesti e i risultati che sta ottenendo con la sua attività.
Innesti: lo spazio di apprendimento che facilita la contaminazione
Q. Ciao Barbara e ciao ragazzi*! E grazie per essere qui su Spremute Digitali. Come nasce Innesti e con quale obiettivo?
A. Ciao! Innesti nasce sul finire del primo lockdown, a maggio 2020 su una spinta emozionale di creare una comunità dopo mesi passati lontani, di poter utilizzare le nostre competenze per ripensare il mondo del lavoro e l’organizzazione dello stesso valorizzando le persone e usando al meglio la tecnologia.
Poi il concept si è evoluto, siamo diventati un hub di condivisione di esperienze e conoscenze per contaminare le realtà in maniera positiva con un’innovazione incrementale, attraverso piccoli, ma significativi Innesti di innovazione. Per questo abbiamo anche cambiato il nostro nome, da Open Innovation – future@work, come eravamo nati, a Innesti
.Q. Come consulenti, cosa vi ha spinto ad approcciare al paradigma dell’Open Innovation? E cosa significa per voi?
A. Open Innovation per noi vuol dire principalmente avere delle idee e testarle sul campo, ma soprattutto condividere il know-how emerso da questa esperienza per poter supportare le aziende in un’implementazione dell’innovazione in maniera incrementale. La cosa importante è la creazione di un contesto e di un approccio che permetta l’attecchire e il prosperare dell’innovazione.
Un consulente ha la possibilità di imparare molto “by doing”, di restare sempre aggiornato e di contaminare il proprio percorso grazie al contatto con diverse realtà.
Alla fine il parallelismo è già fatto, con l’unica differenza che Innesti non si posiziona come player in ambito consulenziale e non vende servizi. Offre possibilità di confronto e di miglioramento, una sorta di “ricerca e sviluppo” dove il valore è l’apprendimento e la possibilità di sperimentare per consolidare pratiche emergenti, ovvero quelle che si generano nei contesti complessi.
Per un consulente, avere uno spazio dove poter testare idee rappresenta una vera miniera d’oro e può riportare questa esperienza nel proprio contesto lavorativo come case study, principalmente, ma anche proponendo ai clienti delle tecniche che ha sperimentato in un contesto più “safe”.
Si può dire che per chi di noi si occupa di consulenza, Innesti è un laboratorio di prove empiriche che porta a una maggiore conoscenza di una tematica e delle diverse tematiche collegate.
Innovazione incrementale o radicale? Quale tipologia richiede il tuo business?
Q. Quali sono, secondo la vostra esperienza, le maggiori difficoltà che incontrano le aziende nell’innovare?
A. Dirò una cosa banale, ma purtroppo è il primo enorme scoglio: “si è sempre fatto così”. La grande differenza, però, è chi dice questa frase. Quando trovi un middle management coinvolto e proattivo sui temi dell’innovazione è più facile permettere un percorso di diffusione aziendale.
Sì, ho detto middle management, non top! Il decisore aziendale deve essere a bordo, ma non basta! Serve che siano a bordo e ci credano anche i leader formali e informali.
Q. Davide, raccontaci di più dei momenti di condivisione che state organizzando in Innesti: come funzionano e qual è il loro obiettivo?
A. Come abbiamo detto, nasciamo con un taglio People e tecnologia. L’evoluzione naturale di questo è trattare di temi di Digital Transformation. Così abbiamo deciso di intraprendere un percorso di sei webinar ricchi di contenuti e casi concreti di come applicare la Digital Transformation nelle PMI.
Perché le PMI? Perché è dove gli imprenditori fanno più fatica in questa fase di cambiamento, ma sono le aziende che potrebbero avere il maggior beneficio nella buona riuscita di questo processo.
Q. A questo punto siamo curiosi di sapere quali saranno i prossimi appuntamenti e quali temi tratterete?
A. I primi tre Open Webinar ci sono piaciuti molto, purtroppo però non possiamo dire siano stati un successo, tenendo in considerazione sia che la nostra mission è quella di divulgare Know How sia il target che ci eravamo prefissati.
In piena ottica agile, abbiamo sperimentato, abbiamo sbagliato e ora stiamo pensando a un nuovo format per la seconda parte del ciclo sulla Digital Transformation che tratterà i seguenti temi:
- Sfruttare il Valore dei Dati, come usare i dati e le informazioni per generare valore.
- Progettare l’Esperienza. L’importanza della CX, UX, EX nella Digital Transformation.
- Organizzare una Roadmap Digitale: perché è importante disegnare una roadmap e rivederla periodicamente
..stay tuned ci si vede a settembre!
(*) intervista fatta a (riportiamo qui tutti coloro che si sono detti disponibili alla visibilità nel sito):
- Barbara Valentini
- Benedetta Laganà
- Davide Ricci
- Elena Ripamonti
- Michela Pucci Mossotti
- Fabrizio Bedin
- Luca Colautti
Open Innovation – Future@Work. Intervista alla Dott.sa Barbara Valentini