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L’ossigeno su Marte, nuove prospettive per i viaggi spaziali

NASA ossigeno su marte

La NASA è riuscita a produrre ossigeno su Marte. L'esperimento apre le porte all'esplorazione spaziale e alle missioni umane sul pianeta

Qualche settimana fa un esperimento del rover Mars Perseverance della NASA ha estratto, per la prima volta nella storia, ossigeno respirabile dall’anidride extraterrestre. 

Un passo importantissimo che permetterà la nascita di tecnologie più avanzate necessarie per supportare l’esplorazione umana futura del pianeta rosso.

Il Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment (MOXIE), di fatto, segna l’inizio di una nuova era per l’uomo: quella proiettata verso i viaggi e la scoperta del cosmo.

Da anni gli scienziati volevano mettere in pratica queste teorie, ma MOXIE è il primo esperimento che è effettivamente arrivato sul pianeta rosso. 

Produrre ossigeno su Marte, un sogno che si avvera per la NASA

Gli scienziati sono ovviamente entusiasti dell’ottimo risultato ottenuto ma questo non è che un primo passo. C’è ancora molto lavoro da fare; ma i risultati di questo processo fanno ben sperare e avvicinano sempre di più il giorno in cui vedremo l’uomo su Marte.

L’ossigeno, ovviamente, non è solo un qualcosa indispensabile per la vita degli astronauti; è anche il propellente per missili da cui dipende il ritorno a casa dei futuri astronauti.

A quel punto, il volume di ossigeno necessario per un viaggio di ritorno da Marte supera di gran lunga il volume necessario per il supporto della vita umana. Far saltare un equipaggio fuori dalla superficie marziana richiederebbe circa 55.000 libbre di ossigeno; in pratica più di 25 volte di quanto un equipaggio di astronauti userebbe in un intero anno sul pianeta.

Però è anche vero che “portare ossigeno da casa” sarebbe un’operazione molto complessa e ci sarebbe bisogno di ottimizzare ancor di più lo spazio e il peso sull’astronave. Risulterebbe, invece, molto più economico produrre ossigeno su Marte con una versione molto più grande e potente di MOXIE, ad esempio. Cosa a cui gli scienziati stanno già lavorando.

L’attuale MOXIE continuerà a produrre ossigeno per prossimo anno marziano; raggiungendo potenzialmente il suo maggior livello di produzione con 10 grammi di ossigeno in un’ora. Questa al momento resta “solo” una dimostrazione tecnologica, ma apre la strada a esperimenti più sofisticati che potrebbero realmente supportare le prime missioni umane su un altro pianeta.

È innegabile come questa grande scoperta cambierà per sempre la percezione che abbiamo dello spazio e della possibilità di esplorarlo. Da oggi la vecchia concezione di “vita nello spazio” può essere completamente riscritta in una prospettiva più favorevole all’uomo.

Possiamo dire che per la NASA e per l’uomo è iniziata una nuova era fatta di tanti dubbi ma anche di tante certezze. La possibilità di produrre ossigeno fuori dalla Terra apre a tante possibilità che, negli anni a venire, dovranno ringraziare MOXIE e il suo grande lavoro sul pianeta rosso.

L’ossigeno su Marte, nuove prospettive per i viaggi spaziali

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