La pubblicità per l'Avvocato 2.0
La pubblicità è vietata…oppure no?
Faccio l’avvocato da 15 anni e fino a poco tempo fa non mi ero mai posto il problema di come farmi pubblicità, per il semplice fatto che il codice deontologico, in varia forma, lo aveva sostanzialmente vietato, essendo tale “pratica commerciale” poco consona al decoro che l’avvocato dovrebbe avere.
Per gli stessi motivi, tra l’altro, all’avvocato è ancora preclusa la possibilità di essere amministratore esecutivo di società commerciale, proprio a marcare la differenza tra la funzione di altro profilo del difensore dei diritti, che caratterizza la mia professione, e le altre attività economiche.
Per l’avvocato, quindi, la promozione di se stesso è sempre stata molto “soft”, indiretta ovvero discreta: con ovvie difficoltà, soprattutto per i più giovani, a farsi conoscere e a farsi apprezzare sul mercato, molto concorrenziale.
Il diffondersi delle nuove tecnologie ha però rivoluzionato il contesto di riferimento e ciò ha avuto, come conseguenza non proprio immediata (l’ultima modifica del codice deontologico relativa alla pubblicità per gli avvocati è di qualche mese fa), l’apertura a nuove forme di promozione per l’avvocato.
Il cliente cercherà mai l’avvocato su internet?
Ma se ora è possibile, in modo più libero, fare pubblicità… per l’avvocato è opportuno farlo? Ed eventualmente in che modo?
Tutti vorrebbero trovare nuovi clienti, ma molti miei colleghi hanno poca dimestichezza con il marketing e la comunicazione: fino ad ora, anche per me, gli strumenti più diffusi per farsi conoscere sono stati:
- L’attività scientifica (convegni, seminari, lezioni etc)
- Le pubbliche relazioni (circoli, associazioni varie, eventi giuridici, etc)
- Il passaparola.
Questi metodi sono ancora validi (anche se sull’efficacia, e soprattutto sulla possibilità di misurare il ritorno del tempo investito nelle suddette attività in termini di clienti procacciati, si potrebbe parlare a lungo).
Ma esistono altri modi? Pensavo di no…
Fino a quando, in modo casuale, per curiosità non ho cominciato a frequentare i social network (dapprima creando un profilo su LinkedIn), ho iniziato a scrivere post qua e là e qualche articolo. Infine , in tempi, più recenti, mi sono iscritto ad alcune delle piattaforme che cercano di mettere in contatto i professionisti con i loro potenziali clienti (ce ne sono molte, ma ve ne parlerò in un altro articolo).
Con mia grande sorpresa, ho cominciato a ricevere contatti e poi ha trovare clienti utilizzando, in vario modo, internet.
Internet funziona…ma come si usa?
Dopo aver provato varie strade e aver fatto ricerche e tentativi, ho capito che i meccanismi con i quali i clienti si informano su questioni di diritto e, successivamente, selezionano un professionista passano attraverso la rete.
Ma come farsi trovare su internet?
È necessario avere un sito? Bisogna fare attività di marketing?
La risposta è si.
Ma come si concilia la promozione di se stessi attraverso internet con le regole deontologiche?
La risposta a questa domanda è invece ancora aperta: per ora è sufficiente sapere che il nuovo art. 35 del codice deontologico consente la comunicazione, anche tramite internet, in modo sostanzialmente libero purché si rispettino i principi di decoro e dignità dell’avvocato.
Se vuoi approfondire leggere questo articolo.
Sicuramente in futuro, si parla spesso di generazione “C”, si userà moltissimo internet, anche attraverso i dispositivi mobili, per comunicare e farsi conoscere. Diventa sempre più importante capire come funziona, che tipo di comunicazione è efficace, come e quando utilizzarla.
Il marketing per gli avvocati è una materia non nuova, ma nei testi che ho letto ho trovato un approccio “tradizionale”, che mal si concilia con le dinamiche molto veloci della rete e con le innovazioni tecnologiche comparse negli ultimi tempi (avete mai sentito parlare degli “smart contract”?).
Forse vale la pena saperne di più (in un altro articolo vi indicherò qualche risorsa utile), perché fra non molto esisterà il tripadvisor per gli avvocati (in America c’è già qualcosa di simile). Ma purtroppo non è facile trovare professionisti esperti di marketing che conoscono il mondo degli avvocati in modo approfondito e che hanno applicato le “tecniche tradizionali” a questo settore.
Anche perché molti avvocati continuano a pensare, nella peggiore delle ipotesi, che farsi pubblicità su internet non è consentito (fatta eccezione per il sito internet statico, con le informazioni generiche sullo studio legale e sui settori di competenza), nelle migliore delle ipotesi che è inutile o addirittura disdicevole.
In realtà, come ho scoperto personalmente, molte persone cercano un avvocato su internet…tutto sta a farsi trovare!
In conclusione
Ricapitolando:
- L’avvocato può fare pubblicità, anche tramite internet
- Le tecniche di comunicazione e di marketing tradizionale possono essere ben adattate al settore degli avvocati e dei giuristi;
- Essere presenti e visibili su internet diventerà essenziale per farsi conoscere e trovare nuovi clienti
- Esistono piattaforme che mettono in contatto gli avvocati con persone che cercano una consulenza legale
Se vi interessa approfondire l’argomento continuate a seguirmi.
Mi farà piacere condividere le lezioni che ho imparato “sul campo” (o forse dovrei dire sulla mia pelle, sperimentando in varie direzioni), e soprattutto fornire qualche consiglio su cosa ha funzionato per me e su “casi di successo”.
La pubblicità per l'Avvocato 2.0