Potenziare l’intelligenza emotiva con lo storytelling + 4 consigli utili per una comunicazione efficace
I più grandi comunicatori si servono di storie per trasmettere valori ed imprimere concetti. Come possiamo sfruttare lo storytelling per potenziare l’intelligenza emotiva e per comunicare in modo efficace?
Intelligenza emotiva e storytelling insieme fanno la differenza. Creano relazioni forti ed empatiche con il proprio target e vendono di più.
“Il marketing non riguarda più le cose che fai, ma le storie che racconti” scrive Seth Godin, scrittore e imprenditore statunitense. Le persone non comprano il tuo prodotto, ma la storia che vendi loro. Lo storytelling lavora sulle relazioni, crea un mondo per un pubblico, rendendolo partecipe di un percorso comune. Lo storytelling crea emozioni ed empatia.
Pensiamo ai più grandi comunicatori della nostra infanzia e prima giovinezza. Avrai sicuramente un professore che ricordi con più piacere, pensaci. Sicuramente era una persona capace con le sue storie, reali o fittizie che fossero, di emozionarti, e i suoi insegnamenti sono ancora vivi nella tua memoria nonostante siano passati anni.
Questo accade perché lo storytelling, l’arte della narrazione, fa leva sul tessuto emozionale e di gruppo ed è capace di emozionare, di farci staccare per un minuto dalla nostra vita, o per aiutarci a comprenderla meglio.
Lo storytelling è un’arma molto potente. Si può utilizzare per comunicare agli altri, ma prima di tutto a noi stessi, aiutandoci a potenziare l’intelligenza emotiva.
Come possiamo far leva sulle emozioni degli altri se non comprendiamo e conosciamo a fondo le nostre?
Intelligenza emotiva e storytelling: saper comunicare a se stessi per imparare a comunicare agli altri
“Comunque ci si sforzi, non si può non comunicare. L’attività o l’inattività, le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio: influenzano gli altri e gli altri, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni e in tal modo comunicano anche loro” scrisse Paul Watzlawick, psicologo e filosofo austriaco.
La capacità di saper comunicare è una qualità sempre più ricercata nel mondo del lavoro. Di qualsiasi lavoro si parli. Una buona comunicazione non è utile solo a vendere un prodotto, ma anche ad avere un clima disteso nel team, ed è imprescindibile dote di ogni leader. Nel marketing ha un ruolo centrale. Ma prima di saper comunicare agli altri è necessario saper comunicare a noi stessi.
Che ne sarebbe di un comunicatore che non ha sicurezza in sé e nei propri mezzi, che non ha determinazione e motivazione?
Attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva si è più abili nello smorzare le tensioni che si vengono a creare in una comunicazione. Non si tratta di diventare più deboli e più remissivi, ma, anzi, di saper condurre la comunicazione.
La mancanza di tensioni personali elimina la tendenza a imporre con aggressività il proprio punto di vista, si crea così una conversazione non autorevole e autoritaria, ma amichevole, stretta e diretta. Una comunicazione che tende a includere l’altro, che crea connessione.
Per nostra fortuna l’intelligenza emotiva si può accrescere nel tempo. Sono le esperienze vissute che ci permettono di saper affrontare sempre meglio le situazioni emotive.
L’intelligenza emotiva ci permette di modificare il nostro dialogo interiore sulle circostanze della nostra vita, in un modo che rende più facile accettare le situazioni che si verificano, soprattutto quando il risultato non dipende da noi.
Intelligenza emotiva e storytelling: insieme è meglio
Lo storytelling è un mezzo tramite cui mettiamo in ordine i nostri pensieri, le nostre esperienze quotidiane. Raccontare storie è un supporto per la costruzione dell’identità personale. Questo accade perché quando narriamo mettiamo in atto importanti meccanismi di riflessione. Aiuta a dare un senso ad emozioni o avvenimenti, permettendoci di regolare le nostre emozioni, di comprenderle ed esternarle meglio.
Vediamo in che modo creare una comunicazione efficace, stimolando il lato emotivo del pubblico, con lo storytelling.
Lo storytelling come metodo per rendere la comunicazione commerciale più efficiente
Ogni discorso, ogni pubblicità, ogni strategia di marketing è orientata a raccontare una storia, che si ripete più volte fino a rimanere nella mente del nostro potenziale cliente. Non importa che sia reale o immaginaria, l’importante è che crei una relazione con il pubblico.
Con la narrazione mettiamo in atto delle rappresentazioni significative che partono da proprie esperienze di vita e sono tendenzialmente emozionanti perché recuperano e mettono in scena un vissuto personale o di gruppo. A tal fine, è molto importante per un’efficiente campagna di comunicazione conoscere gli “archetipi”: immagini fissate nella memoria collettiva, come per esempio l’arcaico senso di appartenenza, capace di suscitare delle emozioni nel pubblico.
Le emozioni hanno un ruolo centrale per quanto riguarda ciò che cattura la nostra attenzione, quello che impariamo e le scelte che facciamo. Lo storytelling è utile per esprimere emozioni e pensieri, e serve per costruire spazi di comunicazione efficaci. Attraverso la narrazione di una storia è più facile a livello neuronale ricordare informazioni, perché la storia ha la capacità di legare tra loro pensieri che diversamente nella nostra mente risulterebbero dissociati.
L‘obiettivo principale di una storia è emozionare, cioè bisogna trasmettere un’emozione e associarla a quel marchio o prodotto. La pubblicità ha precisamente il fine di incidere sulle emozioni del consumatore.
Storytelling e brand: come traslare le emozioni sul marchio
Quando un’azienda ripropone nelle storie uno stesso personaggio, il pubblico si affeziona. Pensiamo ai personaggi delle M&M’s, rendono il marchio immediatamente riconoscibile. I due personaggi vengono riprodotti sempre uguali nel tempo e vengono riconosciuti come familiari. A lungo andare il pubblico assocerà al brand il personaggio, e facendo questo traslerà le caratteristiche di quest’ultimo sul brand.
I due personaggi della M&M’s simboleggiano un momento di svago, pausa, in piena coerenza con il prodotto che rappresentano.
Il Carosello non era solo un insieme di spot, ma uno storytelling che raccontava le storie di personaggi, un’avventura da seguire e da condividere. Anche i più giovani di noi si sono affezionati a Calimero!
Questa strategia è molto efficace e richiede costanza e ripetitività. Pensiamo anche al più recente Legolize, l’idea di raccontare storie e concetti brevi tramite dei personaggi Lego ha raccolto in breve tantissimo seguito; questo perché i Lego fanno parte dell’infanzia di tutti noi e immediatamente ci inondano di emozioni piacevoli.
La mission dell’azienda: conquistare fiducia con un abile storytelling
Un grande marchio, dichiarando una mission con valori sociali, fa del bene alla collettività e subito conquista la nostra fiducia. Pensiamo a grosse aziende come Amazon. È stata lanciata nel 1995 con la missione di diventare l’azienda più incentrata sul cliente di tutto il mondo; o, più recentemente, ha creato il Climate Pledge Fund, un fondo di 2 miliardi di dollari per sviluppare tecnologie che aiuteranno le aziende a raggiungere zero emissioni di CO2 entro il 2040.
Avere una mission non vuol dire solo fare del bene, ma anche averne un ritorno in termini di visibilità e fidelizzazione. Non per forza una mission deve sposare temi politici-sociali. Pensiamo al negozio di scarpe che produce solo prodotti artigianali, portando avanti le antiche tradizioni. O al ristorante che presenta solo prodotti a chilometro 0.
Non serve essere un’azienda multinazionale per creare una mission. Occorre conoscere il proprio target di riferimento ed essere creativi.
Storytelling e sensazionalismo: raccontare in modo originale
Come attirare l’attenzione con un qualcosa già visto e rivisto? Spesso il prodotto che vogliamo vendere non è una novità assoluta nel mercato. Sebbene si possa essere degli esperti nel proprio settore e offrire un prodotto nettamente migliore, questo non sempre basta ad attirare l’attenzione di potenziali clienti. Occorre trasformare l’ordinario in straordinario, trovare anche solo un appiglio per creare una storia interessante.
Si parte sempre da un contenuto neutro, come ad esempio l’apertura di una palestra. Ce ne sono a migliaia. Come creare una comunicazione efficace che possa attirare l’attenzione?
Ci serviremo a questo punto di giri di concetto, ovvero trasformare un qualcosa di visto e rivisto in uno sensazionalistico che attiri l’attenzione e stimoli curiosità. Per esempio, mi viene in mente una puntata dei Simpsons, in cui Marge decide di aprire una palestra per sole donne e senza gli specchi. Uno spazio in cui mettere da parte le insicurezze e pensare solo all’allenamento. Fu un vero successo!
Ovviamente questo è un esempio tratto dalla fantasia degli sceneggiatori, ma spiega bene il concetto. Insomma, bisogna conoscere il proprio target di riferimento e imparare dalla comunicazione creativa che tutto può essere rielaborato in chiave sensazionalistica e accendere interesse.
Potenziare l’intelligenza emotiva con lo storytelling + 4 consigli utili per una comunicazione efficace