Social audio: Facebook annuncia ufficialmente la risposta a Clubhouse
Facebook lancia funzionalità audio
Entrata nel mercato dei social audio rischia enorme anticompetitività
Dopo Twitter, Spotify, Reddit e Linkedin, anche la società di Zuckerberg annuncia ufficialmente di essere entrata nel mercato dei social audio esploso dopo il prorompente debutto di Clubhouse.
Già a dicembre, con Twitter spaces, iniziò una competizione cannibalizzante nei confronti del nuovo modo di proporre contenuti, oggi Facebook presenta le nuove funzionalità che integrerà nel suo ambiente di sviluppo madre messaggi vocali, stanze e podcast.
“Pensiamo che l’audio sarà ovviamente un canale di prima classe, e ci sono tanti diversi prodotti da costruire in tutto questo fronte”
ha dichiarato Zuckerberg
La prima delle funzionalità era abbastanza prevedibile, una versione solo audio delle Rooms lanciante con la pandemia, i test inizieranno a breve partendo dai gruppi delle pagine e dei personaggi pubblici e permetteranno dirette solo audio di cui non si sa ancora a riguardo delle funzionalità per richiedere la parola e il numero massimo di uditori, ma che verranno svelate al più presto.
La seconda funzionalità presentata sarà uno studio di registrazione digitale disponibile per chiunque, un editor come per le foto e i video che la piattaforma desidera destinare a tutti in modo tale che ognuno possa disporre di strumenti abbastanza sofisticati da poter essere considerati professionali, ma che allo stesso tempo siano intuitivi e divertenti.
Tutte tecnologie di cui la piattaforma già dispone, da spatial audio a voice morphing, fino al riconoscimento vocale e al miglioramento della qualità delle registrazione verranno incorporate in un solo tool. La piattaforma vuole dare la possibilità agli utenti di mixare quasi esaustivamente, con ogni possibilità del caso in qualsiasi luogo, un proseguo della sua mission anche nel campo audio.
Postare da ovunque in condizioni ottimali.
La prima applicazione di questi strumenti nella pratica saranno i Soundbites: brevi messaggi vocali con la stessa valenza dei Reels, in sostanza un modo per creare contenuto attraverso la propria voce da pubblicare e condividere come adesso già si fa con foto e video.
Infine c’è la questione podcast.
Facebook diventerà una piattaforma in grado di sostenere contenuti audio più lunghi, elaborati e professionali, conferma inoltre la partnership con spotify il quale sta tentando a sua volta di entrare nel mercato in espansione. Avrà quindi modo di riprodurre contenuti audio mentre l’app è in background, proprio come la più nota piattaforma musicale.
La particolarità dell’introduzione di tutte queste funzionalità nello stesso ambiente è quella di poter creare una sorta di crossmedialità ridotta tra funzioni audio diverse, l’idea è quella di poter creare un ambiente tale che: una room cadenzata possa venir registrata e diventare un podcast, o che spezzoni estrapolati dagli stessi diventino dei soundbites a loro stanti e autonomi.
Alla base c’è il principio che la parola sia l’elemento alla base della nostra socialità, e proprio in funzione del fatto che sia coinvolgente ed intima, deve esserci la possibilità di creare e usufruire dei contenuti in qualsiasi momento, anche a chilometri di distanza.
La piattaforma infine non lascia nemmeno al caso il tema della monetizzazione, vogliono infatti, come clubhouse con il suo sistema che premia i suoi creators più talentuosi, poter supportare chi investe tempo e lavoro nella preparazione di contenuti sulla piattaforma, e stanno valutando un sistema di donazioni alla Twitch per supportare i propri audio streamer preferiti.
(Unica) nota dolente: Mark zuckerberg è stato accusato di essere enormemente anticompetitivo dalla US federal Trade Commission. Data la propensione a copiare i rivali dalla sua posizione di vantaggio, si crede che possa ledere fortemente all’uso giusto e regolato del libero mercato. La posizione che rischia di essere monopolio, che Facebook avrebbe lo metterebbe in una posizione in cui “prendere in prestito” le funzionalità di altre compagnie più piccole, equivarrebbe semplicemente a una cannibalizzazione di chi non può reagire. È successo con Reels, Con le stories prese da snapchat, e a lungo andare non si sa se questa condotta verrà o meno punita dalla legislazione americana. Di certo il mercato dei social audio è già stato ampiamente spietato, ma quella di Facebook potrebbe essere davvero una Killer move.
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