Esportare l'innovazione in Italia: la differenza fra fallimento e successo
Cosa serve per esportare l'innovazione in Italia? Perché Uber non ha funzionato da subito e invece AirB&B piace alle persone?
Perché Uber non ha funzionato da subito in Italia? Cosa piace alla gente di AirB&B e come ha fatto Stripe a diventare uno dei principali metodi per il trasferimento di denaro on-line?
Paese che vai innovazione che trovi
In ogni paese l’innovazione si sviluppa con modalità proprie del contesto sociale, politico e culturale, senza contare una profonda necessità di infrastrutture compatibili.
Proprio da queste divergenze nasce il fenomeno di rigetto o assimilazione di idee ed imprese estere nel tessuto italiano.
Nell’ultimo ventennio la sempre più pressante evoluzione tecnologica ha portato da oltremare un costante fiume di nuove opportunità, che non sempre il mercato italiano ha recepito positivamente. Alcune di queste sono oggi conosciute in tutto il mondo come imprese di successo che hanno per sempre modificato il modo di fare business.
Alcune di queste hanno trovato il modo di presentarsi adeguatamente, altre hanno dovuto adattarsi al mondo europeo e più nello specifico a quello italiano.
Cosa ci vuole perché l’innovazione funzioni: i 5 parametri di Rogers
Lo stimato sociologo Everett Rogers, riconosciuto a livello mondiale, è riuscito a dare una definizione di innovazione legata a 5 caratteristiche:
- provabile: la possibilità di sperimentare il servizio o le sue modalità;
- usabile: tremite una tecnologia o meccanismi comprensibili;
- retrocompatibile: non in conflitto coi precedenti sistemi;
- integrabile: capace di posizionarsi nella vita di tutti i giorni;
- vantaggiosa: dare un valore superiore a quello precedente.
Queste 5 caratteristiche permettono più nello specifico di giudicare una qualsiasi idea più o meno utile, ma in definitiva innovativa.
Sulla base di questi fattori possiamo fare un breve test sulle principali grandi imprese che hanno tentato di inserirsi nel contesto italiano e capire perché, alla fine dei conti, semplicemente non sono considerabili innovazioni per gli italiani, al momento.
Un breve test: AirB&b e Uber
Proviamo ad esempio con AirB&b, noto servizio che permette di trasformare qualsiasi locale o stanza in una piccola o grande attività di pernottamento, e non solo.
Facendo questo breve test vedremo come effettivamente la piattaforma sia:
- Provabile: navigabile, permettendo di indagare servizi e opportunità;
- Usabile: tramite una interfaccia intuitiva e molto semplice;
- Retrocompatibile: andando a combinarsi con le centinaia di proposte e offerte messe on-line su forum o su reali bacheche;
- Integrabile: per piccoli e grandi imprenditori con poche o tante proprietà, e per tante persone che ogni giorno ricercano una soluzione flessibile e diversa da un hotel;
- Vantaggiosa: per gli host che possono monetizzare spazi, e per gli ospitati che trovano soluzioni alternative agli hotel e più funzionali ai loro bisogni.
Altro esempio è invece Uber, nota società di trasporti privati. La sua peculiarità che l’ha resa un’attività di successo nel mondo è stata quella di permettere a chiunque di trasformare la propria macchina in un taxi, entrando a far parte di un efficiente network.
Andiamo a fare il test.
- Provabile: tramite app e geolocalizzazione permette facilmente di orientarsi nel servizio;
- Usabile: non così facilmente a cusa di due fattori. Il primo dovuto ad una domanda troppo alta da parte del pubblico, il secondo a causa di una regolamentazione comunale italiana che non rilascia facilmente licenze.
- Retrocompatibile: purtroppo il servizio è entrato in conflitto con quello dei taxi regolamentati nelle grandi città, andando a trasformarsi in una vera e propria questione politica e sociale;
- Integrabile: se da un lato è molto flessibile, dall’altro la mancanza di efficienza da parte del servizio lo rende difficilmente utilizzabile nel corretto modo facendovi affidamento;
- Vantaggioso: sicuramente per i passeggeri se fosse adeguatamente diffuso, meno per i taxisti minacciati dal servizio e dentro una dinamica di monopolio delle targhe.
Leggi anche La Sharing Economy alla luce del caso Uber
Cosa non è innovazione?
In conclusione il vero errore di fondo è credere che qualcosa sia innovativo per chiunque, quando realmente così non è. Uber, quanto Stripe, Lift e molte altre, sono idee innovative per un determinato target. Queste idee hanno garantito un concreto cambiamento nella vita di molte persone, ma non di tutte.
Guardando più in profondità l’esportazione di un prodotto, e ancora di più di un prodotto innovativo, richiede un minuzioso studio del territorio, del contesto e della percezione del fenomeno.
Fallire un trapianto, vincere una consulenza
Certo non sarà il modo più economico o vantaggioso di testare un mercato, ma nulla è come un fallimento in grande stile che ridimensiona le aspettative e fa intendere gli errori.
Ad esempio Uber, in seguito al suo fallimento nel mondo dei trasporti privati, ha adottato una nuova strategia coinvolgendo mezzi alternativi quali biciclette e monopattini, entrando in un mercato in piena espansione nelle principali capitali di tutto il mondo. Inoltre, avendo meglio compreso le dinamiche legate al mondo dei trasporti privati italiani, il colosso americano della sharing economy sta ridisegnando le strategie per il nuovo anno.
Per saperne di più sul presente e futuro di Uber potete leggere l’articolo di fine settembre 2020 da parte di SkyTG24.
Un cambiamento positivo
Abbiamo parlato di caratteristiche dell’innovazione e dato alcuni esempi, ma non possiamo sicuramente discutere in questa sede una completa definizione del concetto di innovazione.
Nonostante tutto credo che Scott Berkun, scienziato informatico e filosofo, abbia recentemente dato una delle più semplici ed efficaci definizioni:
L’innovazione è come un cambiamento positivo.
Sicuramente molto ampia, ma con tutti i presupposti necessari per riuscire a distinguere quel che è genio e ciò ché è ancora follia.
Esportare l'innovazione in Italia: la differenza fra fallimento e successo