Donne e Startup: a che punto siamo? Riflessioni sul mondo dell’innovazione e della partecipazione femminile
Donne e Startup: a che punto siamo? Riflessioni sul mondo dell’innovazione e della partecipazione femminile
Lavoro per una startup da circa tre anni, ed in questo periodo sono passata da essere una collaboratrice part time a socia impegnata 24 ore su 24 nello sviluppo del progetto. Sin dal primo momento mi sono occupata dello sviluppo commerciale della nostra applicazione “Trovabando”, partecipando ad eventi, workshop, convegni e fiere dedicati al mondo delle startup in giro per l’Italia.
Dal 2014 ad oggi, quindi, mi sono potuta fare una discreta idea del cosiddetto “ecosistema” startup e dei suoi attori: startupper, venture capitalist, consulenti, business angels, rappresentati di associazioni di categoria, personale di incubatori ed acceleratori, ma anche giornalisti, organizzatori di eventi e così via. Uomini, nel 99% dei casi.
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Spesso e volentieri mi sono ritrovata ad essere la sola donna in riunione, la sola donna a fare un pitch durante una competition, la sola donna ad eventi e conferenze, chiamata a parlare a nome della propria startup. Eppure il gentil sesso, in Italia, rappresenta il 51% della popolazione ed oltre il 32% di laureati donna… qualcosa non mi tornava.
Riflessioni sul mondo dell’innovazione e della partecipazione femminile
Incuriosita dall’essere quasi sempre l’unica donzella nella mischia, ho deciso di dare un’occhiata ai dati del registro delle startup innovative.
I numeri, aggiornati al primo trimestre del 2017 riportano un dato abbastanza inquietante: solo 304 startup su 7281, cioè il 4.17% hanno sia soci che amministratori donne e non va meglio se si considerano le startup a maggioranza femminile (in cui soni presenti donne come socie ed amministratrici per una percentuale superiore al 50% ed in via minoritaria soci ed amministratori uomini) che sono solamente 191 su 7281 ovvero un misero 2.62%.
Mi sono chiesta se fosse solo un problema italiano ed in effetti a livello europeo la situazione è leggermente migliore. I dati del report “European Startup Monitor 2016″ segnalano che il 14,8% delle funders di startup è una donna… Numeri non brillanti, ma comunque migliori di quelli italiani.
Speranzosa che la situazione globale fosse migliore di quella italiana e di quella europea, ho fatto un giro su Crunchbase, la bibbia sui dati sulle startup ed ho scoperto che su 43.008 startup mondiali monitorate solo 6791, cioè il 15.8%, hanno una funder donna.
Dati davvero sconfortanti anche a livello globale per quanto riguarda il mondo “investitori”: sempre secondo dati di Crunchbase, infatti, solo il 7% dei partner dei 100 principali fondi di venture mondiali, è una donna.
Numeri alla mano, quindi, mi sono resa conto che la percezione che mi ero fatta era corretta (purtroppo) poche funders e pochissime investitrici e business angels, non solo in Italia ma in tutto il mondo.
Da giorni mi interrogo sul perché di questa situazione, cercando di darmi una spiegazione razionale su questo fenomeno e ancora non riesco a venirne a capo.
Quello che ho capito è che un cambio di passo è necessario.
Le agevolazioni ed opportunità per le donne, infatti, ci sono e possono rappresentare una occasione unica per fare della propria passione la propria impresa (di successo).
Quali sono le occasioni e le agevolazioni per l’imprenditoria femminile?
Si va dai workshop tematici sull’imprenditoria femminile come quelli organizzati dalla bravissima Filomena Pucci di “Appassionate“ alla irriverente Veronica Benini, www.sporablog.com, ai programmi di mentorship come quelli di Young Women Network o del Professional Womens’ Network www.pwnglobal.net/rome o Valore D.
Senza dimenticare i programmi di incubazione “for girls only” come il nuovo Incubatore di Impresa F-lane lanciato da pochissimo da Vodafone a Berlino, fino alle agevolazioni regionali e nazionali ed ai finanziamenti dedicati alle donne.
Qualche esempio?
La sezione speciale del Fondo di Garanzia per l’Imprenditoria Femminile, le linee di credito agevolate previste da ABI in convenzione con 48 banche italiane come “Investiamo nelle donne”, “Donne in start-up” e “Donne in ripresa”.
Esistono, inoltre, diverse agevolazioni regionali per donne ed un discreto numero di agevolazioni contributive dedicate alle assunzioni di donne, specialmente nel Sud Italia.
Insomma, le opportunità per donne che vogliano buttarsi nel mondo dell’innovazione ci sono, bisogna solo trovare il coraggio di coglierle e buttarsi nella mischia.
Donne e Startup: a che punto siamo? Riflessioni sul mondo dell’innovazione e della partecipazione femminile