La creatività è la produttività del futuro? Introduzione al pensiero creativo
Creatività e produttività, due elementi in contrasto o due facce della stessa medaglia? Cosa vuol dire lavorare come creativi?
Creatività e produttività, per molti sono due elementi in contrasto e che difficilmente possono coesistere; per altri invece sono due elementi imprescindibili l’uno dall’altro. Ma perché tutti questi dubbi e tutte queste opinioni?
La prima risposta è perché, semplicemente, la produttività è quantificabile e misurabile, le creatività no. Essere produttivi vuol dire pianificare e costruire strategie ad hoc per raggiungere determinati obiettivi; per essere creativi bisogna essere anticonvenzionali, stravaganti e pensare fuori dagli schemi.
Due universi in contrasto? Non è detto, poiché entrambi possono e devono coesistere per il bene dell’azienda, dei dipendenti e dei dirigenti. Ma andiamo per gradi.
In principio era produttività
La produttività è sempre stata l’unità di misura di un’azienda perché nei modelli di lavoro “classici” si ragiona in maniera consequenziale e tangibile. L’idea alla base di tutto era: devo raggiungere questo obiettivo? E allora dovrò fare questi step, in questo dato ordine.
Se da una parte è vero che le grandi aziende con questo sistema sono riuscite ad emergere, dall’altra è altrettanto vero che questo non sempre è sufficiente per fare la differenza.
I numeri e i risultati sono importanti, anzi fondamentali. Senza di questi, ovviamente, nessuno riuscirebbe a quantificare il successo o l’insuccesso di un bene o di un servizio. Coca Cola, a fine anno, ha dei report che indicano l’andamento del marchio e del prodotto; quante unità sono state vendute; l’indice di gradimento e via dicendo.
Per questo in principio era la produttività e probabilmente continuerà ad esserlo, perché quantificare le cose è una delle caratteristiche principali dell’essere umano.
A un certo punto, però, inizia a prendere forma quello che possiamo definire un paradosso. La produttività è sempre al centro di tutto; a questa si affianca l’innovazione e la costante ricerca di idee “rivoluzionarie” per raggiungere i propri obiettivi. Di colpo queste idee diventano così rivoluzionarie da entrare in collisione con la fantasia e (finalmente) con la creatività.
Arrivano nuovi parametri e nuove figure lavorative a cui viene chiesto di ESSERE CREATIVI e di STUPIRE. Ma se creatività e produttività sono in contrasto, allora ai dipendenti si chiede di andare contro le strategie dell’azienda? Ai dipendenti si chiede di essere “sovversivi” e ignorare le regole a beneficio di altri schemi, meno lineari e meno convenzionali. Insomma, a un certo punto alle persone si chiede, senza mezzi termini, di essere creativi.
E allora qualcuno ha pensato di ricercare figure che sappiano mettere da parte le conoscenze e la razionalità e pensare fuori dagli schemi; “Think Different“, direbbe qualcuno. E così, quasi senza accorgersene, si arriva al paradosso.
L’era della creatività
Per i creativi non ci sono conoscenze irrilevanti. Per sfruttare al massimo il proprio estro, bisogna che ci sia una base di conoscenza ampia e a 360°. Perché?
Semplicemente, perché la creatività è come un fulmine che colpisce quando meno te lo aspetti, ma ha bisogno di essere generato da una sorta di forza che deve attingere a questa o a quella esperienza, senza riserve e senza “vergogna”.
“La fantasia è un posto dove ci piove dentro”, disse qualcuno, perché le “immagini mentali” sembrano piovere dall’alto, inaspettatamente come un temporale estivo: veloce e rinfrescante. E come altro descrivere la creatività se non come un qualcosa di veloce, perché nasce quasi per errore dal nulla, e rinfrescante perché distoglie dalle schematizzazioni e dagli inquadramenti soffocanti e decisamente stretti.
Questa è l’era della creatività perché le persone hanno bisogno di spazio e di aria; hanno bisogno di rompere gli schemi e librarsi nell’aria per arrivare oltre e lasciare un segno indelebile nella mente degli altri.
Un esempio ? La pubblicità.
Che mondo sarebbe se le réclame fossero “solo” l’immagine di ciò che un’azienda propone? Un mondo triste e molto meno creativo, sicuramente.
Caratteristiche del pensiero creativo
Schematizzare il pensiero creativo? Non scherziamo! L’abbiamo appena detto,
“La fantasia è un posto dove ci piove dentro”
e non si può descrivere la pioggia per chi non l’ha mai vista.
Non c’è una caratteristica univoca del pensiero creativo; per molti è pensare fuori dagli schemi, per altri è stravolgere gli schemi a proprio piacimento e per altri ancora è darsi degli schemi da seguire. Perché? Perché l’unica regola è che non ci sono regole.
Un esempio lampante? Uscire di casa, prendersi mezza giornata di libertà e tornare a lavoro con nuove idee strabilianti. In termini di produttività è una cosa che non può esistere, eppure se viene chiesto alle persone di essere creativi, l’estro è anche questo: ritagliarsi un pomeriggio per sdraiarsi sull’erba a guardare le nuvole.
Quante idee possono venire da un pomeriggio passato così? Una? Nessuna? Centomila? Non lo sappiamo, bisogna provare e riprovare e se non funziona un prato verde, magari può essere d’aiuto il mare, chissà.
Cosa comporta nel mondo del lavoro l’era della creatività?
Sicuramente la creatività comporta il riappropriarsi dei propri spazi e del proprio tempo. Prendersi cura di se stessi e della propria immaginazione e poi, come d’incanto, “tirare fuori dal cilindro” l’idea geniale. La vera svolta definitiva.
E ancora, la creatività comporta che anche i datori di lavoro abbraccino un contesto produttivo flessibile e più fluido. Non si possono più immaginare le persone chiuse in un ufficio stretto e buio, con la schiena piegata sul pc e con davanti una tazza enorme di caffè.
Essere flessibili vuol dire ragionare per in maniera differente e arrivare al traguardo da strade secondarie e trasversali. Non si parla più di una produttività schematica e organizzata, ma di un qualcosa di randomico e apparentemente senza un filo logico.
Se le aziende hanno iniziato a ricercare figure creative vuol dire che l’approccio al lavoro sta cambiando e a fronte di queste metamorfosi non possiamo più ragionare secondo i vecchi paradigmi.
C’è bisogno di evolversi, rompere gli schemi e uscire dalla routine per abbracciare l’originalità e la particolarità.
Con questo, ovviamente, non si vuole dire che la creatività è qualcosa che permette alle persone di essere pagate per stare sdraiati su un prato a poltrire; nessuno vuole suggerire una cosa del genere. Semplicemente quando si parla di pensiero creativo si intende un modo diverso di arrivare da un punto A a un punto B; non più in linea retta e schematica, ma magari intrecciando percorsi complessi e ingarbugliati, o magari saltellando su un piede solo.
La creatività è la produttività del futuro? Introduzione al pensiero creativo