Cos’è il corporate venturing

Il corporate venturing riguarda il lavoro di grandi organizzazioni che sviluppano, sponsorizzano o investono in società startup al fine di sviluppare dei prodotti e servizi all’avanguardia sul mercato. Come tale, esso rientra nell’alveo dell’open innovation e non va confuso con il venture capital.

Di solito il corporate venturing si svolge all’interno del settore principale in cui opera la società: per esempio un gigante dell’energia sosterrà le startup che propongono iniziative di tecnologia energetica tramite la sua unità di venture capital, mentre un’azienda farmaceutica concentrerà i propri sforzi su startup del settore farmaceutico e sanitario.

Credere nelle startup

Per un’azienda poter contare su una startup interna è utile anche per reclutare giovani talenti e ampliare il proprio organico in maniera efficace e selettiva.

Per alcune aziende, inoltre, investire in startup di settori adiacenti o lontani dal proprio business può essere anche un’occasione di diversificazione ed espandersi maggiormente sul mercato sfidando la concorrenza. Quindi le aziende ricorrono al corporate venturing per diversi motivi, ma comunque per esigenze di business. 

Gli imprenditori possono così accedere alle risorse e ai mercati, e quindi a una base di clienti. Per esempio la Fotech Solutions, una società che ha aperto la strada al rilevamento acustico distribuito per l’industria petrolifera e del gas, è stata acquisita e sviluppata da BP Ventures.

Questa operazione ha fornito i mezzi finanziari per perfezionare la tecnologia e la capacità di vendere il prodotto a uno dei più grandi conglomerati di petrolio e gas del mondo.

Investire nel proprio settore o altrove

In secondo luogo, se un imprenditore ha sviluppato con successo un’attività e si è assicurato un finanziamento di capitale di rischio, le unità di corporate venture forniscono un’uscita efficace sia per il fondatore che per l’investitore di capitale di rischio.

L’unità corporate venturing può prendere una startup di successo nel proprio settore rilevante e integrarla nel proprio core business, ottenendo le economie di scala necessarie per la crescita futura.

Infine, come ben sappiamo, molte startup e progetti imprenditoriali falliscono. Per molti di questi imprenditori, un lavoro con un’unità di corporate venturing può offrire lo stesso entusiasmante ambiente di avvio con la sicurezza di una grande azienda.

I reclutatori per l’avventura aziendale apprezzeranno il set di competenze che deriva dall’avvio di un’azienda, anche se tale azienda ha fallito.

Perché fare Corporate Venturing?

Nel 2021, è stato fatto uno studio da Gellify, piattaforma di innovazione B2B che ha dimostrato che il 50% delle aziende intervistate hanno investito un capitale di oltre 10 milioni del proprio CVC, mentre il 36% ne ha spesi 5 milioni e il 14% tra i 5 e i 10 milioni.

Tuttavia le aziende non mettono a disposizione solo risorse economiche ma anche competenze, manageriali e di altro livello, per gestire le relazioni necessarie e far andare avanti il progetto nel migliore dei modi.

L’importante è non saltare i passaggi e dare la giusta importanza a ogni dettaglio dell’operazione per raggiungere l’obiettivo e non sprecare un investimento importante.

I nemici del Corporate venturing

Il nemico numero uno delle iniziative di corporate venturing è la burocrazia interna, come spesso accade per i progetti in via di sviluppo in Italia.

Infatti, questa può causare rallentamenti e disallineamenti all’interno delle grandi aziende che scelgono di sperimentare questo sistema di business.

Le figure chiave che vengono di solito coinvolte nel corporate venturing per gestire tutti i vari passaggi sono l’amministratore delegato, il consiglio di amministrazione e gli altri C-level dell’azienda che devono valutare anche il livello di rischio prima di andare avanti.

Per gran parte delle aziende il metodo più diretto per trovare startup interessanti sono le call, e le proposte arrivano dai dipendenti del CVC o dalla casa madre. Per investire si sceglie l’investimento diretto o un co-investimento, ma anche quello indiretto è valutato da alcune realtà di settore.