Boicottare Facebook è possibile? L’invito alla disconnessione di un gruppo di rivoltosi
Boicottare Facebook è possibile? L’invito alla disconnessione di un gruppo di rivoltosi. Dilaga la protesta contro il celebre social network
La domanda che tutti si pongono è: ti disconnetteresti da Facebook e Instagram per un giorno?
Diversi gruppi per la giustizia sociale e i diritti civili stanno esortando i consumatori a unirsi a un boicottaggio nazionale a partire dal 10 novembre; l’idea è di protestare contro ciò che dicono sia l’incapacità del gigante dei social media di affrontare il ruolo distruttivo che svolge nella vita americana, dai COVID fino agli estremismi.
Per questo Kairos, il gruppo di giustizia razziale focalizzato sulla tecnologia, sta organizzando un boicottaggio, chiamato The Facebook Logout.
Il perché è semplice: sono le persone che rendono questa piattaforma potente; senza utenti non esiste Facebook e questo gli sviluppatori lo sanno bene.
Per i membri di Kairos, sembra che il celebre social stia facendo del suo peggio: dal permettere ai suprematisti bianchi di pianificare una violenta insurrezione fino alla disinformazione a scopo di lucro; per questo l’idea di disconnettersi per sensibilizzare l’azienda sul suo ruolo nella società.
Boicottare Facebook, le richieste dei rivoltosi
Ovviamente la piattaforma è sulla difensiva dopo la pubblicazione di un’indagine del Wall Street Journal; in questa vengono utilizzati documenti interni trapelati per dimostrare che l’azienda era a conoscenza dei danni che provoca, inclusa la salute mentale delle adolescenti su Instagram.
Il social ha condannato l’indagine, respingendo le accuse secondo cui i dirigenti di Facebook hanno ripetutamente ignorato gli avvertimenti sugli effetti dannosi dei suoi prodotti e delle sue politiche.
Tra le altre richieste fatte da Kairos, quelle che chiedono una revisione delle politiche di moderazione dei contenuti; una revisione delle politiche sui dati che proteggono la privacy degli utenti e la rimozione di Mark Zuckerberg dal ruolo di CEO.
Tuttavia, per quanto “corrette” queste richieste, vanno a scontrarsi con una dura realtà dei fatti: Facebook non è “solo” Facebook, ma anche Instagram, Messenger e WhatsApp. Insomma, stiamo parlando di un’azienda che praticamente monopolizza la classifica delle App più utilizzate al mondo.
L’obiettivo della protesta è mostrare alle persone il potere che detengono quanto avere un impatto sui profitti di Facebook. Bisogna che queste sappiano che non bisogna essere compiacenti con i termini impostati dal social o semplicemente essere grati per lo strumento. E questo perché il ruolo degli utenti sulla piattaforma è ancora centralissimo.
Vedremo come andrà questa campagna di boicottaggio ma, soprattutto, vedremo se Facebook deciderà veramente di cambiare le cose o semplicemente ignorerà (o reprimerà) i manifestanti.
Boicottare Facebook è possibile? L’invito alla disconnessione di un gruppo di rivoltosi