Supporto e sfida: l’ascolto manageriale di valore
Cè un bisogno diffuso di Active Listening tra i manager. Ascolto che acquisisce, elabora e attiva il processo di Sense Making, in grado di cambiare le cose.
Tornata dalle ferie, mi sono imbattuta in una colazione privata con Luca Solari, che io simpaticamente e per stima chiamo “Il mio Prof.” pur non essendolo stato (purtroppo!), ma con il quale da anni ho la fortuna di seguire alcuni progetti.
Abbiamo parlato di New Ways of Working post-Covid e più volte lui ha sottolineato come
“Serve il Sense Making: la capacità di guardare la realtà nella quale siamo inseriti, interrompendola, alterando le nostre categorie di osservazione e interpretazione della realtà”.
Quello che, però, mi ha maggiormente colpita è stato il suo sostenere il bisogno diffuso, nella classe manageriale, di Active Listening. Non l’ascolto che è molto raccontato e poco agito, ma fatto di acquisizione, elaborazione e attivazione del processo di Sense Making, in grado di cambiare le cose.
Il bravo manager non deve solo ascoltare per rassicurare, ma cambiare la situazione grazie all’ascolto, smettere di vedere il mondo con le lenti tradizionali o che hanno funzionato fino a quel momento. In sintesi: agire.
Ho riportato questa visione alla mia Coach, Gaia Corazza, per continuare il nostro percorso di Coaching condiviso con la rete. Da qui lei mi ha parlato di una leadership fatta dalla compresenza di due elementi: support e challenge. Se l’ascolto è solo supporto, ma non si agisce si sta esercitando un potere accondiscendente. L’ascolto va trasformato in una Challenge.
D’altra parte la sfida senza ascolto esercita il potere influente. In entrambi i casi non parliamo di potere positivo e generativo, non stiamo parlando di empowerment delle persone.
Ho pensato così di estendere la riflessione su questo tema.
Il concetto di Active Listening nel management
Q. Luca, puoi darci un approfondimento sul concetto di Active Listening?
A. Non sono mai bravo nelle definizioni, forse perché i concetti più importanti che ho incontrato nelle mie letture erano percepibili, ma non definibili, però ci provo. L’Active Listening non è solo l’attenzione che dobbiamo dare a quello che le persone ci dicono, ma un orientamento di tutto il nostro essere (nel senso profondo del termine) verso il flusso di percezioni che riceviamo.
Io sono un fenomenologo e in quanto tale mi sono convinto che le cose accadono là dove la realtà tocca la conoscenza, in quel luogo in cui la nostra esperienza sensibile si traduce in distinzione delle cose dallo sfondo e loro interpretazione. Viviamo una realtà così data per scontata che è solo guardando ai margini delle cose che possiamo scoprire il nuovo (e forse il più vero, se non il vero che è a mio avviso inaccessibile).
L’Active Listening nella pratica manageriale (e suggerirei nella pratica di vita…) è quindi una riapertura alle cose del mondo dentro la quale scoprire nuove idee, nuove emozioni e nuove prospettive. A tutti capita, ed è sorprendentemente bello, camminando nella propria città, di scoprire un angolo che ci emoziona e che non avevamo mai “visto” pur avendolo spesso attraversato: ecco l’analogia per me più immediata con l’Active Listening.
Q. Torno al pensiero di Gaia: leggendo Luca e riprendendo le nostre riflessioni, cosa vuoi aggiungere?
A. Cara Valentina, voglio partire da un suggerimento che ricevetti da un mio potente Mentor del passato: “scegli di camminare per strada senza meta talvolta, e lasciati attraversare da quello che guardi, ma non hai mai autenticamente visto, chiediti “Cosa è possibile?” chiedetelo più e più volte, lasciati sorprendere e la risposta arriverà”.
Quando lavoro con un cliente questa domanda attraversa spesso la mia mente “Cosa è possibile?” e la lascio fluttuare; mi conduce sovente a vedere quello che ho già guardato più e più volte senza vedere davvero. È questa domanda che mi stimola ad inviare al cliente una suggestione verbale o non verbale che attiva in lui/lei una scoperta, un momento di apertura, dove spesso riesce ad accedere a quella conoscenza impalpabile che sta oltre le parole. In quel luogo c’è la potenzialità di uno “shift” di un’autentica trasformazione.
Ecco che abbiamo trovato il magico link tra ascolto e azione e l’ascolto diventa attivo cioè attivatore di un movimento.
Questo sguardo che vede, attivato dall’anelito a scoprire che cosa è possibile, somiglia tanto allo sguardo dei bambini, i veri maestri; per riuscire ad accenderlo occorre riappropriarsi di spazi di libertà e di non giudizio, occorre apprendere la sottile arte di stare nel momento presente, l’unica verità che ci è consentito di abitare.
Grazie per questo scambio a sei mani di cui sono assolutamente onorata. Per me voi in Italia, e non solo, siete grandi riferimenti parlando di leadership, di ascolto, di centralità della persona e di sviluppo delle potenzialità. A voi devo molto della mia professionalità.
Chiudo con una slide utilizzata da Gaia in un’aula dedicata al Mentoring e che arricchisce ulteriormente i vostri pensieri:
Supporto e sfida: l’ascolto manageriale di valore