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Turismo e tecnologie emergenti: un mix vincente per la ripartenza

tecnologie emergenti per il turismo

Tecnologie emergenti e tecnologie immersive sono l'opportunità per il settore turistico di accorciare la distanza tra persone ed esperienza.

Proprio qualche giorno fa (18 Maggio) è stata la Giornata Internazionale dei Musei. Venne istituita a Mosca nel 1977 e quest’anno saranno trattate tematiche legate al futuro, come l’essere resilienti e il sapersi reinventare. E anche turismo e tecnologie emergenti: il connubio che lascia sperare in una ripartenza per uno dei settori trainanti dell’economia italiana.

tecnologie emergenti per il turismo
Tecnologie emergenti e tecnologie immersive sono l’opportunità per il settore turistico di accorciare le distanze tra persone ed esperienza da vivere.

È innegabile che il 2020 e questi primi mesi del 2021 siano stati particolarmente complessi per il settore turistico, le cui ripercussioni si risentiranno non solo nel breve, ma anche nel medio e lungo periodo – ricordiamo che questo settore è responsabile di circa il 12% del PIL italiano.

Dopo un 2020 che ha registrato perdite di 53 miliardi di ricavi al settore turistico, le previsioni per l’estate 2021 indicano quasi un +12% di presenze turistiche nel bel paese, rispetto l’anno precedente.

La situazione pandemica lascia comunque diversi strascichi: solo poco più della metà degli italiani andrà in ferie nei prossimi mesi. Il 46,6% ha deciso infatti di rimanere a casa – optando magari per il famoso turismo di prossimità – sia per motivi economici (8,2%), ma anche per paura o per le difficoltà logistiche degli spostamenti.

Alcuni dati ottimistici arrivano dall’Enit: secondo l’Agenzia Italiana per il Turismo nel 2022 non solo si tornerà ai livelli pre-Covid, ma addirittura si avrà una crescita di due punti percentuali. 

In questo contesto, la tecnologia assume un ruolo fondamentale, per far in modo che queste previsioni si concretizzino. Sapersi innovare non solo per ciò che riguarda la comunicazione e i servizi offerti, ma anche nella gestione del cliente e nel concetto di ospitalità.

La ricerca di esperienze personalizzate è ciò che porterà ad adottare tecnologie emergenti per il turismo

Già da tempo, in Italia e nel mondo crescono la vendita e l’acquisto di “esperienze” sempre più personalizzate, e il digitale è sicuramente ciò che più di ogni altro ha rivoluzionato la personalizzazione nel settore turistico. 

Quando parliamo di esperienza e tecnologia ci riferiamo ad un processo che parte molto prima rispetto all’arrivo dei turisti nella località scelta, e che abbraccia tutte le fasi di scoperta, selezione, comunicazione pre-partenza, gestione ed ospitalità ed anche comunicazione dopo la conclusione della vacanza. 

Molte strutture hanno iniziato a fornire dei tour virtuali con foto 360° per facilitare agli utenti la scelta. In tal modo è possibile scegliere, ad esempio, le camere più adatte alle proprie esigenze, e di avere una preview “immersiva” di quello che sarà il soggiorno.

Le parole chiave su cui puntare: sicurezza e gestione della comunicazione col cliente.

Le strutture si devono preparare ad accogliere i clienti in un modo totalmente nuovo: limitando i contatti e le occasioni di incontro fisico. E così servizi che permettono il check-in da remoto stanno prendendo sempre più piede. 

Da Vikey a Okhome e Chiavistello, ecco come le soluzioni tecnologiche stanno supportando le strutture turistiche nella gestione dell’arrivo degli ospiti. Si tratta di soluzioni IoT che non solo permettono l’ingresso nella struttura in autonomia, ma veri e propri sistemi di domotica e di automazione.

Prodotto digitale italianissimo ed integrato è Manet Mobile che, oltre al self-checkin da remoto offre un vero e proprio gestionale integrato con l’obiettivo di agevolare la comunicazione col cliente -ma minimizzando i contatti -, migliorare e facilitare la gestione dei flussi di arrivo e partenza, efficientare il lavoro del personale. Un vero e proprio sistema che dà ai turisti la possibilità di comunicare con la struttura tramite app mobile per qualsiasi esigenza o problema. E allo stesso tempo fornisce una dashboard di controllo che permette a titolari o dipendenti di controllare, analizzare e dare risposte tempestive.

Grazie ad una ricerca da loro condotta su un campione di 550 lavoratori del settore turistico, Manet è riuscita a cogliere esigenze, idee e spunti per la ripresa del settore, trasformando questi input in qualcosa di concreto.

Abbiamo appena visto come la comunicazione col cliente sia cruciale. Ma anche sapersi comunicare al proprio target, è un tema che viene troppo spesso tralasciato dalle realtà italiane.

Riteniamo che l’Italia sia il paese perfetto, ma non in grado di comunicare e valorizzare il suo territorio.

Applicare le tecnologie immersive al turismo per raccontare e raccontarsi: esempi virtuosi italiani

Troppo spesso guardiamo con invidia oltralpe e oltreoceano, alla ricerca di ispirazione. Eppure, troviamo degli esempi virtuosi anche nel nostro territorio, sia piccole che grandi realtà, che proprio grazie agli strumenti tecnologici sono state in grado di avvicinare turisti, diminuendo quella distanza che allontana la massa dalle attività culturali.

Ilde Forgione, ad esempio, è riuscita a sdoganare l’arte per i più giovani, cambiando il paradigma comunicativo dei Musei italiani più classici. Ha portando leggerezza e divertimento all’interno degli Uffizi tramite gli account Instagram e TikTok, che ora sono tra i più seguiti al mondo di questo settore. 

Balletti, servizi fotografici esclusivi, creatività ed influencer marketing, il mix che ha avvicinato molti giovani all’arte e ha permesso di registrare numeri di visitatori in crescita.

Non solamente l’utilizzo dei social network per raccontarsi… Ci sono altre realtà, molto più piccole, che proprio grazie alle tecnologie immersive, sono riuscite a ridare vita a piccoli borghi, puntando soprattutto al turismo di prossimità.

Il Parco Archeologico del Bostel di Rotzo, ad esempio è riuscito a raccontare la vita quotidiana di un villaggio risalente all’età del ferro, grazie ad un mix tra realtà aumentata, realtà virtuale e video proiezioni immersive. Il piccolo comune dell’Altopiano di Asiago, grazie a questo approccio didattico-divulgativo innovativo è riuscito a far promozione del territorio e dei suoi beni culturali, seppur ben lontano dalla classica rotta turistica. 

L’utilizzo delle tecnologie immersive ha permesso di coinvolgere un pubblico decisamente ampio, proponendo l’esperienza culturale, che ora è attrattiva ed accessibile a diverse fasce sociali e d’età.

Ne ho parlato anche qui, come ospite di una succosa Video Spremuta.

Non dobbiamo andare troppo distanti per scoprire altri esempi di democratizzazione dell’arte. A Venezia da Marzo, ad esempio, il progetto Netcher permette alle persone di avvicinarsi all’arte nonostante non possano recarsi fisicamente a scoprire le opere esposte. 

È così che la Science Gallery Venice -grazie al progetto Netcher – ha affrontato la pandemia: decidendo di democratizzare quattro delle sue opere, raccontandole tramite parole, voce ed effetti aumentati.

Un invito a scoprire la mostra virtuale che mette in luce la fragilità del nostro patrimonio culturale, che deve essere protetto e rispettato per permettere anche alle generazioni future di goderne. Le quattro opere selezionate sono state scelte perché protagoniste di storie intricate e particolari, a sottolineare ulteriormente la fortuna di averle ritrovate e poterle conoscere.

Ancora una volta la tecnologia è facilitatrice, grazie agli strumenti che ormai conosciamo ed utilizziamo tutti i giorni. Per fruire degli effetti in realtà aumentata, che svelano la storia delle opere in maniera completa e visiva, è infatti sufficiente utilizzare un device mobile ed uno dei social più amati: Instagram.

E se è vero che ci ricordiamo molto di più un’esperienza vissuta piuttosto che letta, non mi resta che invitarvi a provare voi stessi a questo link, armati di smartphone e con la voglia di scoprire la storia del mondo. Anche dal divano di casa durante una pandemia mondiale.

Se invece avete la possibilità di spostarvi, proprio dal 18 Maggio ha riaperto al MEET di Milano l’installazione immersiva del media artist Refik Anadol. Un mix tra pittura, architettura, scultura e letteratura che trovano la massima espressione grazie a proiezioni immersive ed intelligenza artificiale.

La passeggiata ipnotica è il risultato di un processo creativo che mette affianco l’uomo e la tecnologia: un database di un milione di immagini e testi risalenti al medioevo che, grazie ad algoritmi e AI, ricrea un ambiente immersivo capace di trasformare la percezione di tempo e spazio.

Ed indovinate… Potete prenotare la visita direttamente online!

Turismo e tecnologie emergenti: un mix vincente per la ripartenza

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