Per ogni fase della tua startup, la fonte di finanziamento più giusta
Ogni cosa a suo tempo. Ovvero… per ogni fase della tua startup ci sarà la fonte di finanziamento più giusta.
Qualche tempo fa ho avuto il piacere di partecipare a BLAST, un evento molto interessante dedicato alle startup, a cui ha partecipato anche Spremute Digitali.
Tra le attività interessanti che sono state proposte, vi erano lezioni e speech tenuti da speaker italiani e stranieri nell’ambito della Startup Academy.
Uno degli speech a cui ho deciso di partecipare è stato quello tenuto da Nicola Mattina: consulente da 20 anni, imprenditore e fondatore di Stamplay; Nicola ha deciso di tenere una lezione sul tema del Fundraising ovvero il processo di raccolta di fondi a cui ogni startup va incontro durante la sua crescita.
Se vuoi saperne di più sul tema fundraising, leggi i 10 Buoni consigli per il Fundraising di una Startup di Giovanni Tufani 😉
Tra le varie slide che Nicola ha presentato nel suo pitch, una ha colpito in modo particolare la mia attenzione, era intitolata così “There is an investor for any stage”.
Per alcuni potrà sembrare una ovvietà, ma individuare il corretto investitore per la fase di vita della propria startup non è sempre facilissimo e spesso si rischia di sbagliare interlocutore.
Ci sono tanti modi per finanziare una startup…
Partiamo da un presupposto: come per una persona ci sono bisogni diversi nelle diverse fasi della propria vita, anche per le startup ci sono necessità differenti in base allo stadio di sviluppo del proprio business. Non si tratta solo di risorse finanziarie (equity e capitale di debito), ma anche di risorse relazionali che, a mio parere, sono quelle più utili perché maggiormente legate alla generazione di fatturato.
Nella primissima fase, quella dell’idea, si mette sempre in conto l’utilizzo di risorse personali. Può trattarsi anche di cifre minime, non importa, ma se neanche tu sei disposto a mettere sulla tua idea una piccola somma di denaro… Probabilmente non sei sufficientemente sicuro di quello che hai in mente, sbaglio?
Dato che nella vita mi occupo anche di finanza agevolata, ti segnalo che nella fase di avvio, potrai utilizzare anche le risorse ed agevolazioni messe a disposizione dallo stato o dalle regioni. Sono bandi dedicati alle c.d “costituende” e ti permettono di partecipare come persona fisica con una idea. Idea che diventerà una vera e propria impresa, solo nel caso in cui il progetto risulti vincitore del bando.
In questa famiglia ci saranno sia contributi a fondo perduto che finanziamenti agevolati come quelli per il micro credito o per l’imprenditoria giovanile. E poi, siccome in Italia i figli “so piezz’e core”, in alcuni casi, quelli in cui i genitori saranno disposti a mettersi “una mano sul cuore ed una sul portafoglio” per finanziare i sogni imprenditoriali dei figli, potrai contare anche su quello che viene chiamato “love capital”, cioè le risorse che riuscirai a mettere insieme all’interno della tua cerchia familiare o di amici. Anche per la maggior parte delle grandi startup di successo come Facebook, Dropbox e Skype, è proprio partita così!
Un altro modo interessante per partire è utilizzare il crowdfunding. Ormai creare una campagna di crowdfunding è un’attività abbastanza comune, ma che va pensata e ragionata con attenzione perché, in base al tuo prodotto o servizio, ed in base ai tuoi obiettivi, dovrai optare per differenti campagne di crowdfunding che possono essere reward based, equity based, donation based oppure utilizzare il cd. Peer to peer lending che in Italia è ancora poco conosciuto.
Cos’è il Peer to Peer Lendig? È un prestito personale erogato da privati ad altri privati su Internet. Ha luogo sui siti di aziende di social lending, senza passare dai canali tradizionali rappresentati da società finanziarie e banche. Mette quindi in relazione soggetti interessati a prestare denaro con altri, individui e aziende meritevoli, che necessitano di risorse finanziarie.
Incubatori, acceleratori e business angels
Un’altra ipotesi per iniziare, è di entrare in un incubatore, forse, di questa possibilità avrai già sentito parlare.
Un incubatore è un’organizzazione che si occupa di favorire lo sviluppo e la crescita di nuove realtà aziendali, fornendo lo spazio, il networking, e servizi aggiuntivi come la consulenza aziendale per la redazione del proprio business plan, il supporto legato alla comunicazione e al marketing o professionisti quali l’avvocato o il commercialista a prezzi vantaggiosi.
Rivolgersi ad un incubatore è una buona idea anche quando avrai realizzato un MVP, ovvero un minimum viable product, ed hai bisogno di ricevere feedback dai potenziali utilizzatori.
Sarà meglio rivolgersi ad un acceleratore o ad un business angel quando potrai mostrare di avere la “famosa” Traction, ovvero quella evidenza numerica del fatto che il mercato gradisce il tuo prodotto. Si può trattare di numero di iscritti, numero di utenti, traffico sul sito, utenti attivi etc. Una serie di metriche, insomma, in grado di mostrare che quello che stai facendo fa presa sul mercato.
Sia l’acceleratore che il supporto di un business angel, possono essere molto utili non solo dal punto di vista economico, ma per la rete di relazioni e per il network che ti possono offrire. Senza dimenticare i feedback ed il supporto in termini di mentorship che sapranno darti.
Anche in questa fase potrà essere utile partecipare ad un bando pubblico dedicato alle startup, sfruttare gli sgravi fiscali per realizzare investimenti o beneficiare di sgravi contributivi per allargare il team risparmiando denaro prezioso.
Ricorda che oltre al capitale di rischio in questa fase può aver senso considerare il capitale di debito, sempre a patto che si tratti di un finanziamento agevolato oppure un finanziamento garantito.
Per tua informazione ti segnalo che, lo strumento della garanzia del credito in Italia funziona molto bene grazie al Fondo di Garanzia per PMI del Medio Credito Centrale e per le startup esistono una serie di condizioni di favore per poter accedere e indebitarsi con condizioni migliori di quelle di mercato.
Una volta che avrai la giusta traction e sarai lanciato in quella fase chiamata Product/Market fit, potrai rivolgerti ad un fondo di venture.
Se ti stai chiedendo che cosa sia il Product/Market fit, ti riporto la definizione del grande Eric Ries che riassume, in pochissime parole, il concetto:
“Product Market fit is the moment when a startup finally finds a widespread set of customers that resonate with its product”
Per dovere di cronaca esistono comunque fondi di venture dedicati a realtà in fase early stage. Si tratta sia di fondi privati che di fondi “pubblici” come, ad esempio, i fondi di venture delle finanziarie regionali. Questi ultimi sono, forse, meno conosciuti degli altri, ma ultimamente hanno fatto degli investimenti molto interessanti. In generale, però, è più consigliabile, a mio parere, approcciarsi ad un Venture Capital in un momento successivo a quello di traction.
Sei arrivato alla fine di questo post, spero di averti dato una panoramica chiara di quali soggetti coinvolgere in ciascuna fase della tua startup.
Se hai dubbi o l’argomento ti interessa particolarmente, ti consiglio di scaricare l’ebook “Fundraising Field Guide: A Startup Founder’s Handbook for Venture Capital” che trovi su Amazon gratuitamente e a dare un’occhiata al blog di Andreessen Horowitz che… di investimenti se ne intendono!
Per ogni fase della tua startup, la fonte di finanziamento più giusta