Tre anni di legge per la sicurezza dei dati: Le più grandi multe
La legge europea sulla sicurezza dei dati ha portato uno sviluppo delle coscienze dei consumatori colpendo le aziende con multe milionarie.
Era il 25 maggio 2018 e l’Europa finalmente ha reso attiva la legge per la sicurezza dei dati e per la privacy.
Il garante governa il modo in cui le organizzazioni e le aziende all’interno dell’Europa processano ed immagazzinano i dati personali dei consumatori.
All’inizio le aziende più piccole avevano paura di non avere adeguate risorse per adattarsi alle regole in maniera corretta e completa,
ma molta della critica positiva all’organo regolatore fece notare che la legge si basava sul fatto che i consumatori dovessero comprendere ed accettare i propri diritti.
Dal lancio sono state emesse multe per un valore di centinaia di milioni di euro. Dal diritto di oblio ai dati usati per fini commerciali, la nuova legislazione ha reso possibile un “castigo” per quelle aziende apparentemente intoccabili secondo le obsolete norme vigenti.
Eccoci quindi, alle multe più grandi raggiunte durante questi tre anni
Amazon – 35 milioni
Multato da un regolatore francese in violazione di policy sui cookies, che vennero depositati sui dispositivi dei consumatori a loro insaputa, e senza dare abbastanza informazioni sul loro funzionamento.
H&M – 35,3 milioni
Ad opera dei regolatori tedeschi furono multati per aver monitorato segretamente migliaia di dipendenti.
Questi dovevano subire un colloquio al rientro da malattia e ferie, quello che non sapevano è che venivano registrati, lasciando all’azienda informazioni su di loro.
Google – 50 milioni
Una delle prime ad essere colpite dalla nuova regolamentazione.
Fu multata perché non in grado, al tempo di garantire una informativa esaustiva per i suoi utenti in grado di spiegare come venissero trattati i loro dati, senza contare che non chiedevano ancora il consenso per il trattamento ai fini di campagne targettizzate.
Mariott International Hotels – 110,3 milioni
Vennero hackerati nel 2014 ma solo nel 2018 si scoprì l’accaduto.
L’hack esponeva i dati personali di circa 300 milioni di persone, tra cui carte di credito e numeri di passaporto.
Non riuscirono a dare spiegazioni adeguate e provvedere.
British Airways – 211,7 milioni
Gli utenti sul suo sito vennero in contatto con un link fraudolento che li rediresse ad una pagina di scam.
Dal data breach gli hacker ebbero informazioni molto sensibili su più di 500000 persone.
Non solo, emerse che fu colpa della negligenza della stessa compagnia aerea.
Fortunatamente si risolse tutto con delle scuse e una multa stellare.
A tre anni dalla fondazione, questo ha portato ad una coscienza sempre maggiore della propria condizione per milioni di consumatori e può essere solo un bene tenere in continuo aggiornamento le dinamiche di controllo per le multinazionali.
Tre anni di legge per la sicurezza dei dati: Le più grandi multe