Jack Dorsey e Elon Musk sulla sostenibilità dei Bitcoin
Musk e dorsey sostenibilità Bitcoin
Musk e Dorsey greenwash
Elon Musk è d’accordo con il CEO di Twitter Jack dorsey sul fatto che i Bitcoin incentivino l’energia rinnovabile, nonostante la stragrande maggioranza degli esperti la pensi diversamente.
L’impronta di carbonio delle criptovalute, secondo gli studi è grande come quella di alcune delle più grandi città del mondo. Dorsey sostiene però che questo potrebbe radicalmente cambiare se i miners di bitcoin agissero collaborando con i produttori di energia rinnovabile.
Per tutta risposta uno degli esperti: “Questo è un cinico tentativo di fare greenwashing sui bitcoin”.
La Cina, che deve più dei due terzi della sua energia al carbone, conta tra i suoi ranghi il 75% dei minatori di crypto del mondo.
l processo di mining per generare nuovi Bitcoin comporta la risoluzione di complesse equazioni matematiche, il che richiede grandi quantità di potenza di calcolo.
Nuove serie di transazioni di criptovaluta vengono aggiunte alla blockchain (il sistema che ne registra le transazioni) ogni 10 minuti dai minatori di tutto il mondo.
Gli estremi della controversia
Le dichiarazioni vengono poco dopo la pubblicazione di un paper dell’azienda Square, sempre di Dorsey:
“i Bitcoin come chiave per un abbondante, future a base di energia pulita”.
Il paper, poi, sostiene che i minatori di bitcoin sono dei clienti unici per i fornitori di energia. Offrono flessibilità, pagano in crypto, e possono risiedere ovunque ci sia una connessione internet. Combinando i miners con progetti di energia pulita potrebbero migliorare i ritorni sia per investitori che per gli sviluppatori, muovendosi sul terreno dell’energia solare ed eolica sul territorio.
Il critico e autore sul tema David Gerard, ha tuonato subito di rimando. No. Questo è greenwashing. (E non dovreste farlo). “La verità è che il bitcoin si basa sul carbone. Un incidente a Xinjiang chiuse una miniera di quest’ultimo, e di contro ci fu un calo di potenza nell’area che paralizzò il data mining per ore”. e continua: “Ha rallentato la blockchain considerevolmente e coincise, cronologicamente con quando il prezzo crollò.” Questo perché come fonte di energia in Cina il carbone ancora non è stato sostituito e sostituibile, e finchè rimarrà tale non ci deve essere appello sul fatto che non siano ancora sostenibili.
E conclude: “L’estrazione di bitcoin è così orribile ed eclatante che il lavoro numero uno dei promotori di bitcoin è trovare scuse per questo, qualsiasi scusa“.
Uno studio recente ha mostrato come la quantità di mining fatto in Cina possa interferire con i suoi target per la riduzione delle emissioni. Quindi no, non ci sono scuse.
Ciononostante è pur vero che ci sono alcuni miners in nazioni come l’islanda e la norvegia che prducono con energie rinnovabili al 100% e riescono ad essere efficienti.
A questo si aggiungono le dichiarazioni dell’esperto di Bitcoin Phil Geiger che sottolinea che “Il mining consiste nel massimizzare il numero di hash (calcoli) per kW di elettricità“, e ad oggi la miglior fonte di energia è quella solare.
Nella controversia l’unica cosa c’erta è l’attesa, per sapere chi davvero abbia ragione, e soprattutto se siano possibili a livello globale accordi per la sostenibilità che regolamentino l’utilizzo di fonti non rinnovabili per la criptoestrazione, ma è ancora presto per saperlo.
Jack Dorsey e Elon Musk sulla sostenibilità dei Bitcoin