Il nostro futuro è sempre più e-commerce
Le previsioni del futuro dell'ecommerce, come da 15 anni in Italia, stimano una crescita a due cifre. Il 2020 è l'anno della svolta e del social commerce.
L’edizione 2020 del report di Casaleggio Associati uscito qualche giorno fa, ci dice che l’anno corrente sarà per l’e-commerce un punto di svolta e segnerà il suo futuro. Le previsioni, come ormai da circa 15 anni in Italia, stimano una crescita a due cifre.
Il coronavirus ha da una parte accelerato questa crescita e dall’altra ha stravolto alcuni settori economici. Ecco quindi che i mercati che prima godevano del primato in classifica come il turismo ora scenderanno e altri, come l’alimentare, guadagneranno posizioni.
A sconvolgere ancora di più gli amanti dei numeri delle statistiche previsionali, la notizia annunciata da Zuckerberg: Facebook e tutti i canali appartenenti al gruppo (Instagram, Whatsapp, Messenger) lanceranno la funzione Shop: questa la risposta puntuale del colosso americano alle conseguenze della pandemia.
Per saperne di più leggi Nasce Facebook Shops per aiutare le piccole imprese a vendere online con l’AI
Scattiamo un’istantanea: ad oggi (dati Casaleggio) circa il 50% del fatturato delle aziende che vendono tramite e-commerce deriva dal sito proprietario, mentre l’8% dagli acquisti sono effettuati sui social. Facile pensare che quest’ultimo dato, apparentemente esiguo, è destinato a crescere esponenzialmente.
Che conseguenze avrà tutto ciò sui Brand e sui consumatori? Quali sono i fattori da tenere in considerazione?
- Nuovi attori: i piccoli brand ed i negozianti di quartiere, soggetti che non avrebbero badget per realizzare e gestire un sito di proprietà, avranno la possibilità di implementare la vendita online all’interno delle proprie strategie di vendita: basterà avere una pagina Facebook o un account Instagram.
Per le aziende più piccole, infatti, che prima della pandemia non avevano ancora una chiara e-commerce strategy, e si sono ritrovate catapultate dall’emergenza nel mondo del commercio online, troverebbero nei Facebook Shops l’alternativa più immediata.
- Nuove Personas: complice il momento storico, una nuova fascia di popolazione si avvicinerà neanche troppo timidamente all’acquisto online. Un target certamente “digital” (avrà un account Facebook o Instagram), ma magari poco affine alle dinamiche del social commerce. Per la serie: “mi faccio il selfie con la nuova t-shirt, ma l’acquisto preferisco farlo in negozio”. Un target che evidentemente andrà incoraggiato, rassicurato e sostenuto per tutto il customer journey.
- Omnichannel: sarà sempre più al centro delle strategie di marketing. Imprenditori e marketing managers ottimizzeranno risorse ed energie per rendere armonici e fluidi tutti i touch points che mettono in collegamento Brand e clienti, creando strategie cross-canale.
Presumibilmente i punti vendita fisici registreranno (almeno nell’immediato) un minor passaggio, ma non dovranno essere trascurati nella definizione dei canali distributivi (ad esempio per il servizio click&collect).
- Social media: per loro e per i canali di messaggistica istantanea cambierà la value proposition. Non soltanto contenitori per lo svago e veicolo di immagini e contenuti per il sostegno delle proprie identità digitali, ma anche veri e propri marketplace con lo scopo di generare fatturato. Da piattaforme di significato e servizi, a vetrina di prodotti commerciali.
- Customer journey: quello tramite Shop risulterà più immediato, ma con una possibilità di brandizzare gli spazi inferiore rispetto a quanto può offrire un sito tradizionale. Questo significa che i Brand, soprattutto quelli meno conosciuti, dovranno essere molto bravi a ingaggiare gli utenti. Come?
Utilizzando, per esempio, contenuti accattivanti e rassicuranti; selezionando accuratamente i prodotti pensando proprio ai bisogni di “quel cliente”; strutturando le schede prodotto in modo semplice ed efficace, senza trascurare l’importanza della qualità delle immagini (forse ancora più di prima!)
- Engagement: per creare dinamicità all’interno delle pagine social e per non essere né troppo autoreferenziali, né commerciali, i brand potrebbero inventarsi nuove iniziative per coinvolgere direttamente i loro clienti i quali potrebbero essere maggiormente portati a rivestire il ruolo di ambassador, trovandosi nella loro “confort zone”.
Da non sottovalutare il fenomeno degli influencer e microinfluencer. Saranno disponibili infatti sia su Facebook che su Instagram delle funzioni appositamente pensate per il Live Shopping con cui le aziende, ma anche gli influencer con profili verificati, potranno taggare i propri prodotti da Facebook Shops o Instagram Shops prima di organizzare una diretta streaming. In questo modo una volta on air gli stessi compariranno nella parte inferiore dello schermo e gli utenti potranno ricevere più informazioni a riguardo, o procedere con l’acquisto.
Lo shop streaming, una sorta di erede moderno e 2.0 delle televendite, sarà tra i trend di consumo del post-pandemia.
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Il nostro futuro è sempre più e-commerce