Dante for Google, l'innovazione nelle parole
Si parla spesso di innovazione, anzi, direi praticamente sempre. In tutti i campi. Nel mondo del lavoro, poi, l’innovazione è diventata ormai una costante, non fa quasi più notizia.
Ma la cosa su cui mi fermo spesso a riflettere, è l’innovazione negli strumenti di lavoro: ormai tablet e smartphone sono sulle nostre scrivanie come una volta lo erano penne e quaderni (sulla mia direi che lo sono ancora), ma quali sono i veri cambiamenti?
La Rete, oggi, è strumento indispensabile per cercare idee, soluzioni, informazioni, notizie. E sulla Rete, Google la fa da padrone.
Oggi chiunque lavori col web sa che Google detta legge, nei numeri, nella visibilità, nel posizionamento e persino, ormai, nella certificazione e nell’accreditamento di competenze e di servizi/prodotti complessi.
Chi si occupa di selezione del personale è abituato a digitare nomi e cognomi sulla tastiera e affidarsi alla “digital reputation”, come una volta ci si affidava alle referenze.
Chi ha un sito, sa perfettamente che diventa fondamentale riuscire ad attrarre quei clienti che, alla prima necessità, digitano alcune parole chiave sul pc e si affidano a Google per individuare aziende e professionisti che possano fare al caso loro. Proprio su questi assunti fonda le basi un progetto dal nome quanto mai attrattivo: “Dante for Google”.
Da dieci anni di ricerca e studio sui contenuti di qualità in rete, è nata una tecnologia che fornisce un software di supporto nella redazione di contenuti sostenibili in Google: un innovativo supporto alla scrittura di contenuti efficaci nell’attrarre interesse di clienti e investitori in Rete.
Ho approfondito il tema con Nicola Antonucci, Founder&Ceo ComplexLab Srl, Azienda di Digital Marketing & Web Reputation che, in Partnership con IC Digital, porta avanti il progetto.
Q. Nicola cosa vi ha fatto scattare la molla per studiare il tema dello scrivere Contenuti efficaci per attrarre Clienti in Google? Dieci anni fa, quando avete iniziato, non era un argomento così diffuso come oggi…
A. La necessità aguzza l’ingegno! Uscito alcuni anni fa da un’azienda internet, ho preso coscienza di un mercato delle competenze (come la mia) sempre più arduo e competitivo. Che fare quindi? Networking, of course! Ma lo facevano già tutti, con oneri ingenti in termini di iscrizioni e partecipazione ad associazioni ed eventi, tempo e spostamenti… Con ritorni nulli o peggio (non di rado, ho incontrato millantatori…).
Allora ho iniziato a focalizzare il tema della promozione in Rete delle competenze. In particolare, notai che Google, sempre più, era in grado di fornire risposte pertinenti, di qualità (almeno nel 90% dei casi) a qualsiasi problema complesso gli ponessi. Dunque… Perché non mettermi dall’altra parte, ossia dalla parte del ricercato anziché del ricercatore?
Q. A chi vi rivolgete? Qual è il vostro utente tipo?
A. Chiunque debba fare emergere la propria competenza dalla competizione sempre più “rumorosa”. Prodotti e servizi complessi, competenze aziendali o individuali non possono più permettersi – solo – il costo di azioni commerciali in push (a caccia di clienti con viaggi, tempi e attese sempre crescenti a fronte di margini sempre decrescenti). Reputiamo invece che i Competenti debbano puntare sempre più ad azioni commerciali in pull, attirando in Rete potenziali clienti bisognosi – qui & ora – di competenze e di prodotti/ servizi complessi o innovativi. Sarà Google a fare da Referenziatore, accorciando le distanze tra il Competente (che fornisce un servizio), e il suo cliente ideale (che proprio in quel momento ha un problema da risolvere e trova in quel servizio la soluzione sperata)”.
Q. Non si corre il rischio di produrre contenuti tutti uguali? Attenti alle metodologie SEO, ma poco empatici?
A. Corretto il tuo scrupolo, che tuttavia noi disinneschiamo restando fedeli al motto: “Scrivi per l’umano con un occhio ai Robot”, per cui empatia ed emozioni nei Contenuti dominano sui criteri SEO. Il titolo di una serie di nostre conferenze è infatti “Oltre la SEO: Google come Sistema Cognitivo meta-Umano”. Se si lavora con vecchi approcci SEO-oriented, preoccupati più dei Robot che del piacere della lettura dell’Umano, allora sì: il rischio di Contenuti simili aumenta. Nel nostro caso, direi che è un’eventualità assai remota.
Q. Pensi che, come dite voi, scrivere per l’umano con un occhio ai robot, sia il futuro?
A. In realtà, è già il presente, e si configura di fatto come una nuova competenza da acquisire quanto prima, se si vuole sopravvivere in un mercato sempre più concorrenziale.
Ringrazio Nicola per avermi dedicato un po’ del suo tempo che è stato veramente prezioso per comprendere quanto è importante l’innovazione negli strumenti di lavoro.
Dante for Google, l'innovazione nelle parole