Le 5 domande con cui un Business Angel valuta un Team
Negli ultimi mesi sto effettuando attività di scouting per progetti di business innovativi per conto di un’associazione di Business Angel: Waba Capital.
Per giungere a una valutazione, viene effettuato uno stress test sul business model, in modo tale da analizzare come esso risponda ai 5 profili di rischio che una startup può riscontrare:
- Rischio di esecuzione
- Rischio prodotto
- Rischio tecnologico
- Rischio mercato e rischio competitivo
- Rischio finanziario o di produzione
In questo articolo ho deciso di affrontare il rischio di esecuzione. Se dovessimo definirlo in poche parole, il rischio di esecuzione è quello che dipende dalle qualità manageriali del team. Inoltre, poiché una startup non possiede un track record, quello legato al team è il primo fattore dal quale può dipendere il successo o il fallimento dell’iniziativa.
Qualora una startup non volesse partire con il piede sbagliato, dovrà essere in grado di rispondere in modo esaustivo a queste domande che sicuramente scatteranno nella mente di un Business Angel mentre sta scegliendo se investire o meno in un’idea:
- Il team è focalizzato a tempo pieno sul progetto?
Difficilmente qualcuno investirà nella vostra idea, se siete i primi a non voler rischiare di abbandonare la vostra sicurezza economica e lavorativa. - I membri del progetto hanno avuto precedenti esperienze di lavoro in team e hanno ricoperto ruoli manageriali?
Diventare startupper non vuol dire “improvvisazione”: sovente in Italia passa il messaggio che chiunque voglia avviare un progetto di startup possa farlo. Questo, a mio avviso, è totalmente fuorviante: se volete avere credito da investitori, dovrete dimostrare di avere un importante bagaglio di hard e soft skills. Inoltre è fondamentale che tutte le qualità in vostro possesso siano reali, certificate e verificabili. - Il team al proprio interno possiede tutte le competenze necessarie (finance, marketing, IT, dominio applicativo solo per citarne alcune)?
Una startup web-based difficilmente raggiungerà il successo e troverà finanziamenti se sarà costituita da un team di soli economisti. Ci sono delle competenze che non possono essere esterne al team dei founder. Nel raro caso in cui alcune competenze specifiche venissero esternalizzate, è bene mettere in evidenza il perché (analisi di make or buy) e cercare di fornire delle garanzie (mediante contrattualistica, NDA e gentlemens agreement) sulla minimizzazione delle criticità che da queste relazioni potrebbero scaturire. - Le situazioni economico sociali dei membri del team sono coerenti e compatibili tra loro?
Questo punto è, a mio avviso, cruciale: sarebbe bello che una startup in pochi mesi raggiungesse il successo, ma la realtà è profondamente diversa. Possono passare mesi (talvolta anni) in cui i founder lavorano senza avere remunerazione personale sul progetto, ogni persona ha una situazione economica personale diversa e, purtroppo, talvolta qualche startupper deve fare i conti con la vita reale e abbandonare il progetto prematuramente, con le evidenti conseguenze sul progetto e su coloro che eventualmente hanno investito capitale. - C’è una visione unitaria dell’idea di business?
Nel mondo della finanza c’è chi preferisce investire i propri risparmi in obbligazioni del Tesoro e chi invece in azioni ad alto rendimento (ma ad alto rischio); ecco anche in una startup potrebbero esserci tra i founder visioni totalmente diverse di come portare avanti il proprio progetto. Difficilmente visioni contrapposte possono coesistere, e difficilmente qualcuno scommetterà sulla vostra startup.
Per concludere il mio consiglio è quello di non presentarsi presso degli investitori senza avere delle risposte esaustive a tali quesiti; nel mondo dei business angel molto spesso la prima impressione è quella fondamentale.
Le 5 domande con cui un Business Angel valuta un Team