Colours in business: Psicologia dei colori del marchio – Episodio 3
Percezione asettica e candore della purezza, oblio e assenza. Anche il non colore, è colore.
Nelle puntate precedenti c’erano caldo e freddo, dicotomie d’azione e contemplazione.
Oggi c’è la stasi e il tripudio del chaos.
Cominciamo con l’esplorare la mancanza e la tela vuota.
Solo che la tela non c’è e il quadro è una pubblicità oramai scolpita dentro qualche testa, e tutto è buio.
Mancanza e Pienezza
Il Colore Bianco
Tendiamo a considerare, per via della pittura come ci è stata presentata dalle scuole elementari, a oggi, il bianco come se fosse la base, la tela vuota, la totale assenza.
Ecco, nella teoria dei colori questo non è vero.
Il bianco è il tripudio del colore, la somma di tutto l’iride e nonostante questo, chissà se a causa delle variabili socioculturali, è un mondo in cui tutti questi colori li percepiamo come scomparsi, di fatto è un muro di silenzio assoluto: interiormente lo sentiamo come un non-suono. Il bianco nella teoria classica, è il potenziale, lo spazio che da vita al significato. Il limite che definisce l’informe. L’ordine, l’assenza, il supporto.
Nel mondo del business il bianco rappresenta la chiarezza, la purezza e la pace.
Pro: Puoi pubblicizzarci la Apple, ma viene utilizzato prevalentemente per le rifiniture o assieme al nero
Contro: Puoi pubblicizzare solo la Apple, se facessi il contrario il rimando sarebbe chiaro e staresti pubblicizzando, guarda un po’ la Apple. (A volte appare, inoltre, vuoto, fastidioso e sterile).
Lasciando l’ilare da parte, per sua caratteristica, il bianco viene associato assieme ad altri colori e viene declinato di conseguenza, andando a conferire un supporto enorme nella definizione dell’immagine e nella pulizia del logo. È quasi più importante del contenuto stesso.
Il Colore Nero
Il nero, nella teoria classica è la vera assenza di tutto. Manca la luce, è un perpetuo sentimento di soffocamento, il silenzio, ma della morte. Kandinskj la definirebbe la pausa finale di una esecuzione musicale. Tuttavia, a differenza di come il bianco definisce e basta, il nero è in grado di far risaltare la vitalità di qualsiasi colore, per contrasto, come a una spinta vitalistica, come alla carogna che da la vita e i nutrienti ai germogli.
Il nero nel business, è la mancanza di ogni spinta alla leggerezza. È il colore dell’autorità inamovibile.
Si usa il nero quando si vuol giocare sul serio. Quando si vuole apparire distinti.
Bianco e nero sono i colori dei loghi delle più grandi case di moda, per esempio.
Prada, Armani, Valentino.
Pro: è il colore del mistero e del potere, accostato a qualsiasi colore, lo rende automaticamente più elegante ed autorevole, da solo è il colore del segreto e dell’oscurità
Contro: è un colore fortemente negativo e che può portare a uno scarso engagement, da usare con estrema cautela, soprattutto se la propria posizione di forza nel mercato non è stata confermata.
Arriviamo infine al Multicolore
Quello che sembra il chaos, il tripudio multiforme di colorazioni e vita, in realtà è molto più definito di quanto non lo siano la sua totale pienezza e la sua totale mancanza.
Il multicolore esprime la diversità di emozioni tutte insieme, e può manifestarsi col significato della composizione che si utilizza, ma occhio, il vorticoso sovrapporsi potrebbe portare ad una assenza di significato, come in una trottola coi colori primari, il rischio è di tornare al bianco nella mente di chi guarda.
Pro: Ci si può promuovere il futuro (Google, Windows), si può costruire una grammatica di significazioni, e si può costruire la diversità
Contro: Potrebbe non essere chiaro come l’utilizzo di un colore solo.
Con questo abbiamo terminato la lista dei colori fondamentali al business, a cui si aggiungono Rosa, colore del romanticismo, e marrone, colore del glamour, ma non è questo l’ultimo episodio della rubrica.
Ora che abbiamo gli strumenti necessari, ci vediamo nella prossima puntata per tirare le somme.
Colours in business: Psicologia dei colori del marchio – Episodio 3