Una giornata di benessere per lo Smart Worker
Ci sono bisogni emotivi che meritano un’attenzione speciale quando si lavora a distanza perché garantiscono benessere per lo smart worker.
Avete presente la scena iniziale del cartone animato “La bella e la bestia“? La scena in cui Belle inizia la giornata, si veste con il suo abito da lavoro azzurro come il cielo terso, esce dalla piccola casetta di campagna dove abita con suo padre e di passo lesto si dirige verso il borgo.
Mentre il piccolo paesino francese si risveglia: “Bonjour!”, “Bonjour!”, “Bonjour Belle!”, “Bonjour!”, incontra il fornaio, il pescivendolo, il libraio, il barbiere, tutto il coro cittadino la osserva, e lei è assorta nei suoi pensieri ed assorbita dai suoi sogni più grandi, mentre si appresta a vivere un altro giorno di quotidiana routine, continuando a sognare.
Si respira la frizzantezza della mattina in quella scena, si respirano i dubbi, le incertezze e le speranze della protagonista, in un misto di rassegnazione per rivivere un copione conosciuto, e di eccitazione per un nuovo giorno che sta cominciando… E potrebbe essere quello buono! Potrebbe essere proprio quello in cui lei realizzerà i suoi sogni e la sua vita cambierà!
Per cambiare, impariamo a coltivare il nostro benessere
Le fiabe più famose che tutti conosciamo simboleggiano speranze e sacrifici con cui possiamo facilmente entrare in relazione. Sono dei simboli che parlano al nostro subconscio e ci raccontano la vita vera, quella di tutti i giorni. Ci parlano di cosa ci motiva, cosa ci fa paura e cosa ci fa stare bene come esseri umani. [1]
Per vivere intenzionalmente una giornata qualunque, del quotidiano, mentre ci occupiamo però di coltivare il nostro benessere, la cosa importante a cui prestare attenzione è tenere in considerazione i nostri 6 bisogni emotivi fondamentali.
Non importa se siamo capaci di migliorare il nostro grado di produttività o se impariamo ad organizzare meglio l’agenda e a rispettare i tempi che ci siamo dati, se non diamo il giusto spazio ai bisogni emotivi di base della persona.
La vera chiave per il benessere è ricordarci che anche noi, come Belle, abbiamo bisogno di:
- Avere una routine, che significa affidarsi a rituali, spazi, passaggi e processi che già conosciamo. Rivivere ogni giorno le nostre abitudini ci fa sentire più al sicuro e ci permette di risparmiare energia, che possiamo spendere in progetti creativi ed in un’elevata produttività;
- Avere una forte connessione coi nostri sogni e obiettivi di vita. Rinnovare quotidianamente la capacità di sognare, di pensare al bello, a ciò che ci piace veramente; fare e dedicarci alle nostre passioni, che ci fanno sentire vivi. È quel motore di vita indispensabile che riempie le giornate di senso e bellezza.
Secondo la teoria del più conosciuto e amato coach americano Tony Robbins, in quanto esseri umani abbiamo 6 bisogni fondamentali, che sono:
- Il bisogno di avere certezze, ovvero quello che abbiamo visto finora: avere le proprie abitudini, abitare in luoghi a noi familiari, ma anche avere una situazione di stabilità economica, relazionale, di salute ed emotiva che ci permette di sentirci al sicuro;
- Il bisogno di avere incertezze, che abbiamo visto corrisponde al bisogno di avere sogni e obiettivi, di voler realizzare qualcosa di nuovo, di creare, sperimentarsi, correre rischi, non sapere come andrà a finire qualcosa, il bisogno di non sapere i risultati in anticipo e di lasciarsi stregare dal bellissimo viaggio per raggiungerli;
- Il bisogno di crescita, tutti i giorni, come le piante, abbiamo bisogno di crescere e di espanderci. La nostra mente è curiosa e aperta a nuove conoscenze, leggere una curiosità, scoprire qualcosa che non si sapeva, fino a concentrarsi nel vero e proprio studio disciplinato di una nuova abilità o materia;
- Il bisogno di sentire che valiamo e avere stima di noi stessi, ovvero tutti i giorni rinnovare l’ammirazione che abbiamo per la nostra persona, per le nostre qualità, il nostro carattere, le nostre aspirazioni, il nostro corpo, la nostra vita e per le persone a cui abbiamo scelto di stare al fianco. Essere grati di tutto ciò, che sappiamo non è dato per scontato;
- Il bisogno di dare un contributo, sapere che il lavoro che stiamo facendo è importante e che apporta un reale beneficio al mondo, che può essere definito dai limiti aziendali, così come dai limiti della mia città, famiglia, gruppo di amici o comunità valoriale di appartenenza.
- Infine il bisogno di amore e connessione, ovvero il calore delle relazioni umane, del tatto e dell’affettività, che, nonostante la tecnologia ci stia provando, non può essere in alcun modo eguagliato dalla relazione filtrata tramite schermo, telefonate e chat.
Il vero benessere per lo smart worker
Nella prima parte dell’articolo abbiamo dato importanza ai primi due bisogni fondamentali dell’uomo per la giornata di benessere dello smart worker: il bisogno di certezza e allo stesso tempo di incertezza, di sentirsi al sicuro e allo stesso tempo rischiare un po’, proprio come ci fa immaginare Belle.
In quest’ultima parte poniamo invece l’accento sugli ultimi due bisogni emotivi sopra elencati, che meritano un’attenzione speciale quando si tratta di lavorare a distanza: il bisogno di contributo e il bisogno di amore/connessione.
Sia che tu sia un lavoratore dipendente che si è trovato da poco alle prese con una nuova modalità di lavoro in remoto, o che tu sia già un navigato smart worker o un freelance che fa della sua partita IVA motivo d’orgoglio, per ciascuno di noi è importante riflettere su quale sia il contributo che stiamo dando al mondo attraverso il nostro lavoro.
Leggi anche Smart working e formazione da remoto: si può fare e si deve fare. Ora.
Gli studi più recenti di neuroscienze dimostrano come il piacere sia un circolo continuo nel nostro cervello, che sottostà a meccaniche biologiche e ormonali (e quindi emozionali) ed è il motivatore naturale più forte – insieme alla paura.
Inconsciamente, ricerchiamo piacere tutto il giorno, tutte le nostre azioni sono finalizzate ad evitare una potenziale situazione di sofferenza / noia / dolore.
Spesse volte i piaceri sono legati ad appagamenti momentanei, come il cibo, la sigaretta, un giretto veloce sui social. Siamo abituati ad aspettare che il piacere arrivi da fuori e questi stimoli vanno continuamente rinnovati: per questo continuiamo a mangiare, non smettiamo di fumare e continuiamo a perdere tempo su Facebook o Instagram.
Quando invece capiamo che il piacere può derivare dal nostro contributo (è una cosa che si può imparare e ci sono percorsi di coaching in merito), e quindi comprendiamo che è un moto che va da dentro verso fuori – e non da fuori verso dentro – allora abbiamo insita in noi una riserva infinita di energia, motivazione e concentrazione per eseguire qualsiasi tipo di lavoro, indipendentemente dal luogo in cui ci troviamo.
Infine, qualsiasi smart worker in cerca di benessere a 360° non potrà dimenticarsi che in questo mondo digitale e sempre più digitalizzante dobbiamo volontariamente ritagliare del tempo prezioso per dedicarci alle relazioni vis-a-vis, soprattutto con amici, famiglia e parenti.
Come passare il prezioso tempo insieme? Gurdandosi negli occhi, toccandosi, divertendosi, muovendosi e ballando insieme. Il nostro corpo non è digitale e il diritto alla disconnessione è molto più che una semplice proposta di legge.
Il benessere dello smart worker è direttamente proporzionale alla qualità e profondità delle sue relazioni.
Note
[1] Caroline Myss, Sacred Contracts, Bantam Books, 2001
Un articolo a cura di Sara Francesca Lisot.
Life coach specializzata in Smart Working e Work-Life Balance per privati e aziende. Il Life Coaching Funzionale è un metodo sperimentale per ridurre lo stress, superare i blocchi e migliorare organizzazione e prestazione. Propone percorsi individuali e workshop online e dal vivo. Di prossima pubblicazione il suo primo libro “Soddisfatta & Organizzata”.
Una giornata di benessere per lo Smart Worker