Amazon, il rimborso per i clienti è possibile, ma c’è un “però”
Amazon, il rimborso per i clienti è possibile, ma c’è un “però”. Come funziona il "nuovo" servizio del celebre e-commerce?
Gli e-commerce e le piattaforme per lo shopping online hanno aperto un mondo di possibilità completamente nuove per gli acquirenti; stiamo parlando di migliaia e migliaia di prodotti e di offerte che non sarebbero mai stati disponibili in uno store convenzionale. Questo può sembrare una rivoluzione ma ha anche degli inconvenienti.
Amazon, ad esempio, nonostante sia ormai uno dei nomi più importanti del commercio on-line non può essere una garanzia sul fatto che ciò che vende sia effettivamente funzionante o come pubblicizzato.
Facendo un importante passo avanti nel rapporto coi suoi utenti, l’azienda sta per annunciare che è disposta a risarcire gli acquirenti che hanno problemi o subiscono danni da prodotti difettosi venduti attraverso la piattaforma.
Amazon ha cercato di evitare più a lungo possibile una cosa del genere; il colosso ha insistito sul fatto che non è esattamente responsabile di quelle unità difettose perché il suo ruolo è più simile a quello di un intermediario che a un venditore. Su questo punto però c’è ancora molta incertezza, anche perché gli stessi tribunali statunitensi sembrano essere divisi al riguardo.
Quanto costa ad Amazon il rimborso per i suoi clienti?
Le cose diventano un po’ più complicate quando si tiene conto del programma gestito da Amazon. Invece di essere spediti prima dal venditore, alcuni prodotti vengono archiviati, gestiti e spediti direttamente dal colosso. Agenzie come la Commissione per la sicurezza dei prodotti dei consumatori sostengono che ciò crea l’aspettativa che gli acquirenti effettuino transazioni direttamente con Amazon; per questo si aspettano che l’azienda sia responsabile per i prodotti difettosi che causano danni.
Questo non è propriamente un’ammissione di responsabilità legale, ma quanto di più vicino. Intanto Amazon sta per annunciare che la sua Garanzia dalla A alla Z pagherà direttamente gli acquirenti fino a 1.000 dollari per reclami relativi a prodotti difettosi. Questo, ovviamente, se tali prodotti causano danni alla proprietà o lesioni personali. Potrebbe anche accettare di pagare importi più elevati se il venditore non risponde o rifiuta l’offerta sul piatto, ma è consigliabile pensarci bene prima di “mercanteggiare” con colossi del genere.
Sebbene l’azienda accetti di pagare il conto senza alcun costo per i venditori, c’è un requisito fondamentale di cui i venditori devono prendere nota. Il celebre e-commerce afferma che sosterrà tutti i costi a patto che venditori rispettino le politiche aziendali e dispongano di un’assicurazione valida. Per coincidenza, sta anche lanciando il suo programma Amazon Insurance Accelerator per semplificare la configurazione da parte dei venditori.
Insomma, l’idea potrà essere anche a beneficio dei consumatori, ma che la società di Jeff Bezos abbia già pensato a un modo per cadere in piedi era comunque fuori discussione.
Amazon, il rimborso per i clienti è possibile, ma c’è un “però”