Trump fa causa a Twitter, Facebook e Google
Trump intenta una causa legale contro i tre più grandi colossi social del mondo per la usa libertà d'espressione. È già aspramente criticata.
Secondo Trump, il comportamento dei social network è stato scorretto, in quanto sarebbe stato vittima di censura.
Per questo ha deciso di procedere per vie legali.
La class action andrà a colpire non solo le compagnie ma anche i tre CEO.
Trump è stato sospeso dai suoi account social a gennaio a causa della rivolta a Capitol Hill e alle conseguenti problematiche di sicurezza a livello nazionale.
Mercoledì, dopo aver compilato la causa, ha dichiarato “un bellissimo sviluppo per la nostra libertà di parola”.
In una conferenza dal suo golf resort a Veresort a Bedminster, in New Jersey, è andato contro le compagnie social e i democratici decretando che stessero esponendo misinformazione.
“Chiediamo una fine allo shadow banning, uno stop al silenzouna fine allo shadow banning, uno stop al silenzio e anche al blacklisting, al bansisting, al banishing e al canceling, che voi conoscete molto bene”.
Conclude dicendo che: “Potrebbero farlo anche con chiunque altro”.
Nessuna delle tre compagnie ha però risposto alla causa.
Sappiamo però che per Twitter, i post di Trump erano considerati una glorificazione della violenza.
Trump conseguentemente ha minacciato di nuovo le piattaforme di far arrivare in congresso nuove voci per distruggere la legge 230 che tutela i social.
La causa è stata criticata anche da legali esperti, che hanno evidenziato come Trump abbia l’abitudine di intentare cause legali per attirare l’attenzione per poi non difenderle.
La sua posizione sulla libertà di parola inoltre è stata messa in dubbio dagli analisti e dalle compagnie che accusa, che sostengono di avere lo stesso diritto, da primo emendamento, di determinare che contenuti volere come contenuto sui propri siti.
Che ripercussioni avrà la causa sui social? È da considerarsi l’ennesima farsa?
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