I tool salvavita per Startup e non solo. Intervista a Bernardo Mannelli
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Quante volte mentre lavoriamo, ci ritroviamo nel panico totale per la task dell’ultimo minuto e andiamo alla ricerca dei fantomatici “tool che possono semplificarti la vita, se lavori online”?
A me è capitato e capita ancora molte volte di ricorrere alla divina provvidenza dei tool salvavita. A forza di aprire e chiudere pagine web che dicono tutto, ma non dicono niente, un giorno mi sono imbattuta in un blog che mi ha da subito colpito per le informazioni utili e preziosissime e per la semplicità con cui erano scritte. Più continuavo a leggere gli articoli e più trovavo spunti per nuove riflessioni o testi che si sono rivelati d’aiuto in molte occasioni. Questo blog a cui faccio affidamento tutt’ora, tratta di tool per ogni situazione ed è veramente una risorsa.
Il mio “salvatore” si chiama Bernardo Mannelli, autore del blog toolperstartup.com, una specie di Bibbia per chi ha una Startup (e non solo) o è libero professionista.
Siccome trovo che il suo progetto sia veramente interessante e di supporto a tutti coloro che lavorano online, ho voluto intervistarlo per farlo conoscere anche a te e per mettere a disposizione di tutti i lettori di Spremute la sua utilissima esperienza. E ovviamente, per chiedergli qualche consiglio in più.
Q. Iniziamo con il farti conoscere ai lettori di Spremute Digitali, chi è Bernardo Mannelli?
A. Vivo e lavoro a Firenze. Con l’arrivo del web è cambiato il nostro modo di comunicare e in un attimo sono passato dalla comunicazione tradizionale al digital. Il contatto diretto con le imprese in Confindustria Firenze, la mia organizzazione, mi ha permesso di mettere le mie conoscenze a servizio dello small business: startup, freelance, PMI. Naturalmente spero che alcuni di questi strumenti possano essere utili anche a realtà più grandi, magari multilocalizzate.
Q. Parlaci del tuo progetto editoriale, come è nato il blog “toolperstartup.com” e perché?
A. Da quando mi sono avvicinato al mondo delle startup, mi sono accorto che il trade off più grande per queste imprese era conciliare tempo-risorse-risultati: quanto più devono risparmiare risorse, tanto più devono dedicare tempo per ottenere gli stessi risultati di business. Il mio compito è stato quello di cercare la combinazione di tool più produttiva per ottenere risultati professionali con il minor sforzo. A quel punto ho deciso di mettere a disposizione di tutti la mia esperienza, creando un contenitore, credo utile, che raccolga i migliori tool disponibili per small business.
Q. Essendo a contatto con il mondo delle startup, come vedi l’ambiente digitale e innovativo in Italia?
A. Il nostro paese sconta un ritardo evidente per mancanza di infrastrutture come la banda larga, il wi-fi free, la copertura, ma c’è soprattutto un deficit culturale. Sul digitale serviva uno scatto come quello avuto nel dopoguerra. Uno scatto che ci ha fatto diventare uno dei paesi più industrializzati del mondo.
Il digitale è un moltiplicatore di business, non una spesa improduttiva. Le nostre associazioni, gli incubatori, gli innovation park, i tanti professionisti che lavorano (seriamente) in questo campo, stanno cercando di evangelizzare le imprese. Anche in Confindustria, a livello nazionale, abbiamo attivato un forte coordinamento sul digitale che dia voce alle tante iniziative di sensibilizzazione delle imprese verso percorsi di innovazione tecnologica e crescita competitiva.
Q. Grazie ad internet stanno prendendo piede nel nostro paese modelli lavorativi incentrati sulla produttività e il benessere dei dipendenti, slegandosi dal concetto di luogo e orario fisso anche grazie ai tool organizzativi. Come definiresti secondo la tua esperienza lo smart working e cosa ne pensi?
A. Definirei lo smart working la capacità/possibilità di aumentare la produttività e conciliare i tempi di vita-lavoro attraverso alcune leve di flessibilità come orario, localizzazione e per l’appunto, strumenti organizzativi di project management. Credo che il digitale sia una componente fondamentale di questo processo che potrebbe davvero dare una svolta al mondo del lavoro, da troppo tempo schiavo di una bassa produttività.
Q. Quali sono i 5 o più tools che non dovrebbero mai mancare nel background di un libero professionista, PMI o una Startup e perché?
A. Direi almeno uno per le analisi di mercato, come per esempio Consumer barometer, oppure Google Trends. Similarweb per fare analisi sui competitor e sul target di riferimento. Uno strumento di project management che aiuti la scalabilità della start Up, come Trello e poi una combinazione di tool per supportare la comunicazione: JotURL, PostPickr, Designfeed o il più famoso Canva.
In questa selezione ho privilegiato gli strumenti che avevano almeno un piano gratuito, naturalmente ogni business ha necessità diverse, spesso occorre impostare un budget dedicato.
Q. Il tool di cui Bernardo non potrebbe più fare a meno?
A. Nel 2016 mi sono innamorato di Showbox, una piccola suite fare video editing direttamente online: semplice, completo e per il momento free.
Un ringraziamento speciale a Bernardo che ci ha regalato degli utilissimi consigli oltre che una piacevole intervista, da cui c’è solo da imparare.
Adesso non ci resta che iniziare a smanettare con i tool che ci ha consigliato 😉
I tool salvavita per Startup e non solo. Intervista a Bernardo Mannelli