Tool e lavoro umano, le nuove prospettive della digitalizzazione
L’emergenza sanitaria in corso ha permesso alle aziende e alla Pubblica Amministrazione di spingere il piede sull’acceleratore della digitalizzazione, portando in appena un anno e mezzo a ripensare completamente il concetto stesso di lavoro.
I cambiamenti avvenuti e la loro relativa rapidità hanno permesso alle persone di fare un balzo all’interno di un mondo che fino a poco tempo fa era “prerogativa di pochi” ma che, soprattutto, non aveva una uguale diffusione in tutti i vari settori produttivi. Pensiamo ad, esempio, alla Pubblica Amministrazione che nel corso di questo anno e mezzo di pandemia è riuscita a digitalizzare moltissimi dei servizi per il cittadino con risultati (abbastanza) soddisfacenti. Un risultato davvero straordinario se pensiamo alla situazione pre-Covid e alle difficoltà che incontravano le persone anche le cose più banali come richiedere la copia di un documento e via dicendo. Certo la situazione non è ancora efficiente al 100% ma, adesso che la strada maestra è stata indicata, probabilmente si procederà in maniera più spedita verso il traguardo.
Chiaramente questo ha permesso (per non dire che ha costretto) le persone a dover prendere confidenza con tutta una serie di tecnologie che sono, ormai, diventate di uso comune e che, anzi, hanno semplificato non di poco le dinamiche lavorative e organizzative.
Lo sforzo per molti è stato enorme, soprattutto per quelli meno avvezzi alla tecnologia, però indubbiamente è stato un “sacrificio” necessario che, nel prossimo futuro, porterà l’Italia ad essere più competitiva in molti settori, soprattutto quelli che richiedono sforzi e investimenti sul digitale.
Insomma, abbiamo capito che nell’ultimo anno e mezzo la vita nella sua interezza è stata ridisegnata in una prospettiva completamente nuova: da dietro uno schermo che ha monopolizzato il tempo libero, i rapporti umani e chiaramente il lavoro. Molti hanno dovuto abituarsi a prospettive nuove, maturando esperienza e cercando di districarsi nel web; altri già erano proiettati verso le innovazioni e hanno continuato a lavorare “tranquillamente” ma alla fine più o meno tutti sono stati in grado di reagire e riconquistare il proprio spazio, seppur in digitale.
Una caratteristica che ha contraddistinto però tutte le categorie che si sono trovate a fronteggiare la pandemia è stata la crescente richiesta di strumenti e di tool per “risolvere” i vari problemi e far fronte alla varie incombenze. A tutti sarà capitato almeno una volta di aprire la homepage di Google, cercare con la classica forma “tool gratuito per” e aspettare che il motore di ricerca facesse il suo miracolo. E di colpo, tra un annuncio e un tutorial più o meno efficace, ecco spuntare magicamente il programma adatto al nostro problema.
Certo, non è sempre così, ma nella maggior parte dei casi il buon Google ci ha aiutato a risolvere proprio quel problema che ci stava assillando da giorni e giorni e ci costringendoci a fare un interminabile lavoro manuale o di intelletto che avrebbe rallentato la nostra produttività.
Ebbene, per fortuna che qualcuno ha pensato a questa cosa e ha cercato di raggruppare in un unico blog tutti i migliori tool (gratuiti e non) per risolvere i problemi più comune del web. Stiamo parlando di toolperstartup.com che racchiude al suo interno moltissimi consigli pratici e tanti utilissimi strumenti per permettere ai navigatori del web di districarsi dai vari problemi che affliggono la loro creatività e il loro lavoro.
Un sito diventato ormai indispensabile e che, nel corso della sua vita, ha aiutato moltissime persone a portare a termine i propri lavori grazie a questi programmi suggeriti.
La VideoSpremuta a Bernardo Mannelli
Bernardo Mannelli si occupa di comunicazione digitale e l’idea di toolperstartup.com nasce da un bisogno di risposte, per le Startup appunto, per trovare il tool più adatto a risolvere i loro problemi.
Il blog viene alla luce a fronte di questo e racchiude al suo interno tutta una serie di strumenti utilissimi, adatti un po’ a tutte le situazioni lavorative e progettuali che possono capitare nella creazione di una nuova attività.
Chiaramente il tool non può essere la soluzione a tutti mali e anche se, probabilmente ne esistono di tutti i tipi e adatti a quasi ogni problema, non possono sopperire alla conoscenza e alla capacità tecnica.
Il rischio più alto, parlando di questo tipo di strumenti, è che le persone rinuncino alle loro competenze in virtù del fatto che esiste un “qualcosa” in grado di risolvere i problemi al posto loro. Non si può trovare la scorciatoia a tutto perché, nonostante l’essere una particolarità del mondo digitale, ha anche delle conseguenze negative.
In questo caso di negativo c’è che le persone tendono sempre a cercare lo strumento in grado di risolvere il problema piuttosto che affrontare la cosa e risolverla da sé.
Prima di arrivare alla scelta di uno strumento c’è un percorso da fare che può essere spiegato come un’analisi del fabbisogno, cioè uno studio che analizzi ogni componente dell’eventuale “interrogativo” fino al punto di trovare lo strumento adatto a soddisfare al meglio ogni esigenza. Certo, utilizzare un tool specifico è un grande aiuto per le persone ma prima di procedere con il download o l’acquisto di questi strumenti bisogna necessariamente studiare a fondo la questione e scegliere in maniera oculata in relazione anche al tipo business e alla tipologia di attività.
In un periodo di grande trasformazione digitale e dei paradigmi lavorativi, il lockdown ha fermato la vita di tutti ma, nonostante questo, la pandemia ha accelerato di molto i processi di digitalizzazione portando ad avvicinare a questo mondo anche le persone che lo guardavano con sospetto.
Ascolta l’intervista completa a Bernardo Mannelli:
Il mondo dei tool e il nuovo modo per gestire i problemi
Come abbiamo potuto apprendere dalle parole di Bernardo Mannelli, esistono tool più o meno specifici per risolvere gran parte dei nostri problemi. Molti sono più conosciuti di altri; alcuni sono gratuiti; altri a pagamento ma c’è talmente tanta scelta sul web che le persone hanno iniziato a maturare la consapevolezza di poter gestire tutti i propri problemi facendo affidamento su qualcun altro; nello specifico su queste utilissime applicazioni.
In parte è così ma, come ci ha già spiegato il fondatore di toolperstartup.com è necessario anche entrare in contatto in prima persona con il problema, analizzarlo, comprenderlo e cercare di risolverlo con le proprie forze e con la propria testa. Poi, magari, per le volte successive ci si potrà affidare alle competenze di un tool ma è bene cercare sempre una risposta “umana” ai vari interrogativi, soprattutto per una questione di competenze e di cultura personale.
Intendiamoci: non è sbagliato chiedere un aiuto esterno, ma è bene non perdere mai quella “manualità” nel risolvere le cose anche e soprattutto in vista di un futuro malfunzionamento del tool o di una sua eventuale eliminazione dal web o dal computer in uso.
Insomma per quanto utilissimi i vari strumenti disponibili, non potranno mai sostituire le competenze e il lavoro dell’uomo in quanto motore principale del lavoro di ieri e di quello di domani. Un tool può essere un modo per velocizzare lo svolgimento di un compito ma non può essere solo una scorciatoia per lasciare fare il proprio lavoro a qualcun altro (o qualcos’altro).
Il mondo del lavoro è cambiato profondamente, l’essere umano è diventato un fattore ancora più centrale, destinato ad essere parte di questa trasformazione e, allo stesso tempo, a dettarne i modi e i tempi; per questo la “risposta umana” ai vari interrogativi deve essere sempre quella predominante a prescindere da tool, strumenti e scorciatoie varie ed eventuali.
Tool e lavoro umano, le nuove prospettive della digitalizzazione