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Paura e Apprendimento con Tim Ferriss… e i suoi TED Talks – Parte 1 di 2

Tim Ferriss Ted Talk

Tim Ferriss è un magnate degli investimenti in fase iniziale e life coach. Oggi ci insegna come il metodo sia fondamentale all'apprendimento. Titolo del sito Titolo Categoria primaria Separatore

Il guru muscoloso del Lifestyle americano, Tim Ferriss è qui per venire in soccorso di tutte noi persone invischiate nel groviglio delle nostre esistenze.

Di per se, è l’acerrimo nemico del Signor Spiegone, che è avvezzo succhiare l’essenza dalle vite contemplative ed abbacchiate di chi gli capita a tiro.

Perché è qui con noi? Per proporre il suo modello di vita al prossimo, e possibilmente salvarti dalle grinfie del nostro, più pessimistico compagno di viaggio.

Innanzitutto: chi è Tim Ferriss

Tim Ferriss è famoso prevalentemente per due motivi: è un angel investor di fama mondiale, esperto in finanziamenti e consulenze in fase pre-seed ed early stage, e il guru del life coaching autore di libri, oramai celebri.

Lo ricordiamo per: “4 ore alla settimana“, “Tool of Titans“, e guide di cucina e per perdere peso legate al primo libro. Ha venduto milioni di copie del mondo indagando il lifestyle dei ricchi per trarne importanti conclusioni, e nel corso della sua vita lo è diventato a sua volta. Fin da piccolo è sempre stato interessato al miglioramento di se stesso, cagionevole di salute, questa è stata la spinta a rendersi autocosciente.

Ora arriva la magia: si è laureato con una tesi alla facoltà di lingue e culture asiatiche, sulla memoria e l’apprendimento dei Kanji nella pratica per stranieri, cosa che lo ha portato a conoscere i fondamenti della linguistica e a farlo appassionare al processo di conoscenza, arrivando a parlarne fluentemente altre quattro senza problemi.

Da li viene assunto in un business di supplemento alimentare basato sul digitale. Prende poi, in crisi, un periodo sabbatico che lo porterà a rivalutare le sue convinzioni sulle credenze lavorative e scrive il suo primo libro, da qui la sua carriera come angel investor prende sempre più il volo; e dopo aver fatto 100 flessioni, 100 addominali, 10 km di corsa ogni giorno per tre anni, decolla.

one punch man
“…e dopo aver fatto 100 flessioni, 100 addominali, 10 km di corsa ogni giorno per tre anni, decolla.” – One Punch Man.

Il Signor Spiegone però non permetterebbe mai una siffatta glorificazione del personaggio.

Dove verremo dirottati? Eccoli, sono due TED Talk a distanza di 10 anni l’uno dall’altro, dal quale evidenziare gli insegnamenti che possiamo trarre e trasporre nella nostra forma socioculturale, e mettere in evidenza quali invece siano i limiti di una narrazione interessante, ma problematica alla base.

Tim Ferriss, Ted Talk 2008: impara ogni cosa eliminando la Paura

Cosa possiamo trarne:

in questo primo TED Talk che possiamo vedere, Tim racconta di come un trauma lo avesse reso incapace di poter nuotare. Poi di come in secondo luogo fosse negato per le lingue, e ancora infine, nel ballo.

Il bullo che lo tenne sott’acqua era certamente il signor Spiegone, non c’è dubbio.

Il video si introduce con la presa di coscienza di Tim (Tim Ferriss, si, sempre lui) di avere dei limiti fisici, ma soprattutto, un trauma pregresso. Quasi soffocò per colpa di un ragazzo che gli tirò davvero un brutto tiro.

Quello che però è importante ai fini del nostro discorso è che – se sei ricco abbastanza (per favore, queste cose dopo) la didattica è fondamentale per comprendere la paura e come e se razionalizzarla. Il TED Talk vuole aiutarci a liberarci dei blocchi che ci tengono ancorati a problematiche passate.

Quindi ora veniamo alla parte cloue.

L’importanza del metodo nell’apprendimento efficace ed efficiente di una qualsivoglia facoltà

Tim ci racconta che era negato per le lingue, molto poco bravo in spagnolo e che in un atto di autoflagellazione ha deciso di studiare giapponese.

Qui viene il bello.

Gli venne fornito del materiale per lui incomprensibile, era qualcosa di studiato per studenti madrelingua delle superiori, in Giappone.

La sua risposta? La ricerca impanicata di un metodo linguistico per cominciare a capire, del resto aveva solo 16 anni ed era in intercultura.

CD, grammatica, audiolibri di tutto. Nulla.

Fino a che non trovò la Joyo Kanji, l’equivalente della Stele di Rosetta, ma con 1900 kanji tra i più comuni usati in Giappone, attraverso i quali, qualsiasi pubblicazione o almeno la maggior parte poteva essere letta e compresa.

A soli 16 anni si accorse che grazie a questa poteva tranquillamente ambientarsi in qualsiasi corso avanzato.

Metodo. Ci vuole Metodo

Attraverso questo, riuscì ad approcciarsi anche ad altre lingue: ha raggiunto, nel corso dei suoi studi 6 frasi che declinate attraverso tempi verbali, forme attive e passive decostruivano la grammatica fino a una comprensione effettiva delle basi da conoscere.

Imparando, e insegnandoci a imparare, le lingue.

La prima lezione positiva quindi è: efficacia, non efficienza. Raggiungere il risultato lasciando fuori il superfluo. (I linguisti di tutto il mondo sono probabilmente in rivolta, e anche i dietologi perché ha la stessa forma della pubblicità che li fa infuriare).

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La seconda lezione ce la insegna parlando del ballo da sala.

Implicito ed esplicito nell’apprendimento.

Sottolinea nella seconda parte dello speech come sia importante conoscere cosa è importante per ottimizzare quello che è il processo di apprendimento. Non necessariamente per noi, anzi, non decisamente per noi, ma andando a considerare le vie migliori e più utilizzate per comprendere cosa venga ritenuto importante ed efficace, al fine di un ipotetico giudizio.

Da qui, competere.

In effetti, se si conoscono i parametri, ossia le regole implicite del giudizio, si conosce cosa sia importante per comprendere cosa migliorare nella propria e secondo l’altrui visione. (Occhio che non necessariamente va interpretata così).

Tiriamo le somme: il messaggio è di rendersi conto, anche attraverso la paura che si è avuta, che razionalizzare e portarsi fuori dalla comfort zone si può fare, e che spesso sia la cosa migliore, soprattutto per prendere coscienza di ciò che è giusto fare per se stessi, ed è necessario.

E questo ci porta alle considerazioni del Signor Spiegone, prego:

Quello che il nostro Tim Ferriss ha da dirci in merito al metodo, è che, dal suo punto di vista, potrebbe ammettere, egli, che forse, forse, possa essere, in qualche modo costruttivo, in alcuni casi, anzi, potrebbe addirittura aiutare l’individuo in un senso funzionalista.

Quello che lo preoccupa però è che vista in questo modo, l’obiettivo diventi la competizione nel mercato, il vendersi. E la conoscenza, è solo un bene accessorio? Sembrerebbe come se la questione dell’apparenza andasse a prevalere su quello che è un contenuto profondo della conoscenza linguistica, o ballerinica.

Il signor Spiegone apprezza particolarmente lo sforzo linguistico di insegnare le basi degli idiomi al prossimo; quello che però non trova corretto, è che questa cosa ponga l’accento solo sulle cose necessarie, lasciando “il superfluo“, implicando una gerarchizzazione di cose da imparare e cosa no. Imparare l’ignoranza selettiva, leggere meno i giornali, focalizzarsi su se stessi è quello che, se da un lato è attestato come metodo nelle 4 ore settimanali, il caro Pierce, filosofo teoretico che nulla ha a che fare con il business, taccerebbe di metodo soggettivo mancante di confronto.

E questo nel trattato porta alla rovina

Ok, questo potrebbe essere un contenuto da Gang dell’inazione, ma il nostro antieroe, desidera fortemente che le persone non prendano tutto ciò che hanno imparato, o che debbano ancora imparare, e ne facciano soltanto un utilizzo fine a se stesso, o strumentale, ma che anzi usino queste facilitazioni iniziali in maniera creativa, per poi andare a fondo nella comprensione del contenuto nella sua forma più ampia e complessa, facendone scaturire delle insight, come il nostro caro Tim, mi auguro sperasse.

Facile dire: si, si può semplificare. Meno facile è rendersi conto che da discreto si debba sempre passare al continuo, per avere una prospettiva completa.

Ora che siete stati storditi, arriviamo velocemente alla transizione verso la seconda esperienza.

Ma qualcosa ci interrompe, è un villain molto, molto arrabbiato!

No…

Fermo, cosa fa, No!

Come dice? La seconda TED Talk la fa infuriare?

*Silenzio radio*

Paura e Apprendimento con Tim Ferriss… e i suoi TED Talks – Parte 1 di 2

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