Startup & Entrepreneurship

Discorsi sul metodo: de Unicornis. Le 25 startup da un miliardo

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Chi sono le 25 startup unicorno di Forbes, a quali settori appartengono? Da alcuni anni la rivista individua le possibili aziende da un miliardo di dollari.

Photo credit: hamur0w0 on VisualHunt.com / CC BY-NC

Come ormai è consuetudine da sei anni a questa parte, la rivista Forbes stila in collaborazione con True Bridge Capital Partners un’analisi congiunta alla ricerca delle 25 Startup con il tasso di crescita più alto, che siano state finanziate da società di venture capital.
Il venture capital è in genere un movimento finanziario che consente ad investitori privati che si assumono il rischio d’impresa, di fornire liquidità alle aziende che dimostrano un ottimo potenziale di crescita; in questo caso le startup menzionate.
L’obiettivo è individuare le possibili aziende in grado di raggiungere più velocemente possibile il miliardo di dollari di valutazione, in gergo finanziario: quelle che possono diventare Unicorni.

Le 25 startup da un miliardo di dollari secondo Forbes

Per trovare i nuovi Unicorni Forbes e True bridge hanno intervistato complessivamente più di 400 imprese di Venture chiedendo loro di nominare un’azienda che ritenessero capace di raggiungere tale obiettivo. Successivamente il numero di candidati plausibili è stato ridotto a 140.
Ciò che è davvero interessante da considerare però è quanto emerge dai risultati della classifica definitiva.
Il primo grande punto che accomuna la stragrande maggioranza delle attività proposte è il digitale. Si susseguono poi pochi elementi chiave che diventano dei must irrinunciabili. Per avere successo, le tre grandi trame che si dipanano dall’unico filo conduttore sono: velocità, automazione, accessibilità (intesa come capillarità nella diffusione del servizio) e sicurezza. Sarebbe d’obbligo però, andare con ordine in quanto queste non sono immediatamente evidenti.
Per arrivare ad un assunto consideriamo i vari portafogli di attività degli investitori. Le startup presenti si possono, nella stragrande maggioranza di loro sottoscrivere in tre grandi macro-categorie, spesso estremamente interconnesse tra di loro:

  1. Servizi digitali per il digitale;
  2. Infrastrutture e automazione;
  3. Servizi digitali per Business già affermati.

Il mondo nascosto: i servizi digitali per il digitale

La prima tipologia di aziende a brillare di propria luce è la meno intuitiva e conosciuta delle tre, in quanto queste lavorano per altre società che svolgono invece ruoli direttivi nella trasformazione digitale dei mercati.
Sono le startup che svolgono servizi specifici che risultano solo in parti del prodotto finale. Se per esempio Netflix o Twitch (piattaforma di streaming) possono essere considerati enormi pionieri del servizio digitale, questi necessitano di componenti aggiuntivi, non pertinenti tanto l’oggetto della loro piattaforma, quanto a necessità intrinseche per sopravvivere nel mondo digitale.
Esempi importanti di questo tipo di servizi sono le aziende che forniscono dati analitici e cyber security. Queste svolgono ruoli estremamente settoriali, tanto quanto importanti per la riuscita di un buon prodotto.
Di questa categoria sono tre le startup presenti nella lista Forbes:

  • Algolia: si occupa dell’algoritmo e dell’analisi delle Searchbar di grandi piattaforme soggette a enormi richieste di dati;
  • Gong: scansiona periodicamente le interazioni utente-cliente al fine di migliorare l’outcome finale delle transizioni economiche;
  • Shipwell: un servizio di analisi e una struttura basate sull’intelligenza artificiale in grado di garantire la migliore efficienza possibile nelle spedizioni di carichi per l’e-commerce.

Molto importante la chiave di lettura che se ne può trarre: l’ottimizzazione della produzione migliora se esistono sistemi in grado di ordinare i dati e snellire autonomamente i processi. Questo tipo di vantaggio competitivo, unito alla necessità e all’obbligo che u’azienda ha di fornire sicurezza al suo utente finale, rendono le startup di questo genere estremamente profittevoli sul mercato, e per questo si evidenzia una sempre maggiore richiesta delle loro performances.
Coalition e Coacroches lab ad esempio, entrambe nel campo della sicurezza rappresentano la sempre più pressante necessità delle aziende di proteggersi dalle minacce, sia per tutelare i propri clienti sia le loro finanze. Il mercato sempre più in espansione può creare problematiche alle comunicazioni interne; e se prima andava protetto l’intranet, ora che si è affermato, anche per necessità, lo smart working, è una rete più endemica ed estesa a necessitare di controllo, e il rischio di falle nella crittografia è aumentato esponenzialmente.
Ogni startup presente nella lista per svolgere al meglio la sua attività nel proprio settore ha bisogno di una buona dose di trasversalità in quello che presenta e anche la necessità di snellire e rendere più veloci i servizi, che siano però anche affidabili e duraturi nel tempo.


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Il mondo in crescita, architetture pindariche, e i portanti del progresso

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Innovazione e progresso.

Velocità e automazione: se lo andassimo a chiedere ad un futurista sono questi i due più grandi desideri dell’uomo. Durante la prima rivoluzione industriale il motore meccanico a vapore è stato il centro della grandezza della trasformazione della società. Questo perché la velocità, per la percezione, per la vita, è tutto.
Il primo uomo che ha potuto provare la velocità e ha avuto la capacità di coprire distanze proibitive, avrà sicuramente visto la sua vita cambiare. E non solo per il fatto di avere il vantaggio di esportare i suoi prodotti, ma perché ad espandersi non è solamente il mercato, ma la percezione, il mindset. La via per l’orizzonte è sempre infinita, ma un conto è percorrerla a piedi, un altro su una macchina, un aereo, alla velocità della luce e dell’informazione.
Questo probabilmente penserebbe un sordo astronauta nello spazio profondo, mentre guarda l’universo. Il punto di fuga più lontano raggiungibile nella sua intera vita, potrebbe essere raggiunto con maggiore velocità, efficienza, evanescenza. E così la società che da questi primi uomini cambia; l’interconnessione diventa orizzonte comune, la prospettiva dei tempi di percorrenza cambia, e di volta in volta si trasforma anche lo standard.
Ora a cambiare è proprio la prospettiva sull’informazione, sulla capacità di trasmettere elementi significativi da persona a persona. Tutto ora è istantaneo, tutto è ovunque.
Il futuro, si sarebbe detto, è adesso. I servizi di cloud hanno cominciato ad essere solo nel recente decennio efficienti e compresi nelle loro potenzialità. Quella che sta avvenendo ora è una rivoluzione culturale prima che tecnologica, ma tecnologica, nel suo fine ultimo: avere accesso ovunque a qualsiasi documento necessario a svolgere il proprio lavoro, cambia totalmente le necessità e le limitazioni per un team.
Rendere possibile la condivisione di conoscenza, di documenti, di materiale, sembra una utopia platonica, un’astrazione del mondo fuori dalla vita umana, eppure esiste, e risiede nelle sue fondamenta, nell’infrastruttura che in questo momento le aziende di questo settore sono state in grado di fornire e teorizzare.
Strutture stabili ed efficienti in grado di rendere automatici i processi, fornire l’assistenza tecnologica ai lavoratori per essere interconnessi, queste le due istanze che hanno cambiato gli asset economici ed epistemologici per sempre.
L’infrastruttura è ad oggi il presente, estremamente profittevole, considerando che startup come Andela rendono possibili collaborazioni istantanee e transoceaniche tra Stati uniti e Africa; o che Benchling, un tool cloud-based inventato per rendere più immediata la condivisione di dati, aiuti enormemente gli ambienti di ricerca e sviluppo (R&D).
La ricerca sulle intelligenze artificiali, il machine learning, l’analisi, l’ottimizzazione e l’efficienza diventano cardini proprio in funzione dell’immediatezza della struttura dei mercati digitali.
L’economia mondiale, l’information technology, la consulenza, non hanno più un ritmo semplicemente elevato: sono istantanei, e per questo richiedono tempi di reazione istantanei per essere compresi. Arginare una perdita in una situazione sfavorevole, e incanalare le risorse in quelle profittabili diventano questioni che sfuggono all’occhio quasi prettamente umano, e quindi aprono il mercato al machine learning, alle prospettive di analitica, alla sicurezza dei dati.


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Il polmone del mondo. Etica e azione per il benessere collettivo.

startup benessere collettivo

Startup per il benessere collettivo

La prospettiva digitale muove un grande volume di finanziamenti. A pensarci è un mondo globale, totale, interconnesso.
L’accessibilità, la burocrazia snellita, l’immediatezza del servizio, la quasi totale liberazione dalle code, l’automazione e la conoscenza condivisa, la consulenza sempre vicina, sono sogni sperati da chiunque avesse a che fare con esercizi locali. E questi sono i cardini che hanno definito il digitale come lo conosciamo ora.
Il digitale però è anche medicina, è finanza, è costruirsi una casa, è scienza. Ogni progresso tecnologico è stato al fine di avere, sì un vantaggio competitivo, ma è anche volto a rendere i servizi sempre migliori e rivolti al maggior numero di persone possibili.
Le startup che appartengono all’ultima categoria puntano a rendere automatizzate, ben analizzate e maggiormente comprensibili, attività che richiedono competenza e consulenza ai consumatori finali, per poi, ovviamente trarne un profitto, un mutuo profitto.
Risultano essere presenti nella lista un gran numero di aziende che si occupano di Healthcare, nella fattispecie dell’automazione, del processo di coda, delle prestazioni (Lyra health, Trusted Health), della connessione medico paziente (Weave) e nel servizio di delivery di Farmaci a consegna quanto più possibile istantanea (Capsule).
Sono risultate fondamentali anche app di consulenza finanziaria quali Tally e Acorn, ma il caso più interessante è Homebound, ossia un servizio di consulenza digitale in grado di fornire consulenza e servizio sul mercato delle case, una struttura digitale in grado di far scegliere l’utente finale riguardo a ogni aspetto e desiderio sulla sua futura casa. Che poi verrà di conseguenza costruita ed arredata. La sintesi perfetta: Automazione, analisi, consulenza, mercato e lavoro coordinato.
Rientrano nella classifica infine anche sistemi meno cardinali, ma ampiamente domandati: Mirror ad esempio è un sistema di consulenza virtuale che si basa sull’infrastruttura in casa (uno specchio) sulla quale seguire lezioni e tenersi allenati 24/7.
Diventa in sostanza endemico l’uso del digitale nelle nostre vite e risulta quasi innegabile che i benefici che porta l’automazione nel sistema economico e nella fruizione della persona comune, siano davvero immensi, quanto più profittabili dalle stesse aziende.
Se è alla portata di tutti allora tutti possono usufruirne. Questa è la base della crescita esponenziale delle piccole aziende.
Il messaggio finale è che se un’idea vale risolve la complessità di un problema con una soluzione e apre una porta su future possibilità di connessione.
L’unico caso riportato che non riguarda la digitalizzazione infine, risulta essere solo Solugen, startup che si occupa di scienza dei materiali e che offre soluzioni sulla tematica complessa della difesa ambientale.
Quale azienda, a finale del finale che finisce, saprà fronteggiare al meglio la pandemia? Quale di queste si adatterà al mercato e diventerà unicorno?


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Di seguito la lista pubblicata da Forbes in ordine alfabetico:

Acorns
Fondatori: Jeff Cruttenden, Walter Cruttenden; Amministratore delegato: Noah Kerner
Capitale raccolto: $ 257 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 50 milioni
Investitori principali: Bain Capital, e.ventures, Greycroft, NBCUniversal, PayPal, TPG Capital
Algolia
Fondatori: Nicolas Dessaigne, Julien Lemoine; Amministratore delegato: Bernadette Nixon
Capitale raccolto: $ 184 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 50 milioni
Investitori principali: Accel, Alven, SaaStr Fund, Salesforce Ventures
Andela
Fondatori: Iyinoluwa Aboyeji, Ian Carnevale, Nadayar Enegesi, Jeremy Johnson (CEO), Brice Nkengsa, Christina Sass
Capitale raccolto: $ 181 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 50 milioni
Investitori principali: Chan Zuckerberg Initiative, CRE Venture Capital, Generation Investment Management, Spark Capital
Benchling
Fondatori: Ashu Singhal, Sajith Wickramasekara (CEO)
Capitale raccolto: $ 114 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 21 milioni
Investitori principali: Alkeon, Andreessen Horowitz, Benchmark, Menlo Ventures, Thrive Capital, Y Combinator
Capsule
Fondatore: Eric Kinariwala (CEO)
Capitale raccolto: $ 270 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 100 milioni
Investitori principali: Glade Brook Capital, TCV, Thrive Capital
Coalition
Fondatori: John Hering, Joshua Motta (CEO)
Capitale raccolto: $ 125 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 27 milioni
Investitori principali: Hillhouse Capital, Ribbit Capital, Valor Equity Partners, Vy Capital
Cockroach Labs
Fondatori: Ben Darnell, Spencer Kimball (CEO), Peter Mattis
Capitale raccolto: $ 195 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 5 milioni
Investitori principali: Altimetro, Benchmark, GV, Index Ventures, Redpoint
Expanse
Fondatori: Tim Junio (CEO), Matt Kraning, Shaun Maguire
Capitale raccolto: $ 136 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 30 milioni
Investitori principali: Founders Fund, IVP, New Enterprise Associates, TPG Capital
Fivetran
Fondatori: Taylor Brown, George Fraser (CEO)
Equity Raised: $ 60 mil Entrate stimate per il 2019: $ 15 mil
Investitori principali: Andreessen Horowitz, CEAS, Matrix Partners, Y Combinator
Gong
Fondatori: Amit Bendov (CEO), Eilon Reshef
Capitale raccolto: $ 133 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 30 milioni
Investitori principali: Battery Ventures, Norwest Venture Partners, Sequoia
Homebound
Fondatori: Jack Abraham, Nikki Pechet (CEO)
Equity Raised: $ 53 mil. Entrate stimate per il 2019: $ 10 mil
Investitori principali: Atomic, Fifth Wall
Ironclad
Fondatori: Jason Boehmig (CEO), Cai GoGwilt
Equity Raised: $ 84 mil. Entrate stimate per il 2019: $ 10 mil
Investitori principali: Accel, Sequoia, Y Combinator
Lyra Health
Fondatori: Dena Bravata, David Ebersman (CEO), Bob Kocher, Bryan Roberts
Capitale raccolto: $ 176 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 50 milioni
Investitori principali: Glynn Capital, Greylock Partners, IVP, Meritech Capital, Tenaya Capital, Venrock
Mirror
Fondatore: Brynn Putnam (CEO)
Capitale raccolto: $ 72 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 45 milioni
Investitori principali: Lerer Hippeau, Point72 Ventures, Spark Capital
Moveworks
Fondatori: Jiang Chen, Vaibhav Nivargi, Bhavin Shah (CEO), Varun Singh
Capitale raccolto: $ 105 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 10 milioni
Investitori principali: Bain Capital, Iconiq Capital, Kleiner Perkins, Lightspeed
Rippling
Fondatori: Parker Conrad (CEO), Prasanna Sankar
Equity Raised: $ 100 mil Entrate stimate per il 2019: $ 10 mil
Investitori principali: Initialized Capital, Kleiner Perkins, Y Combinator
Shipwell
Fondatori: Gregory Price (CEO), Jason Traff
Capitale raccolto: $ 47 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 30 milioni
Investitori principali: Fifth Wall, First Round Capital, Georgian Partners
Signal Sciences
Fondatori: Nick Galbreath, Zane Lackey, Andrew Peterson (CEO)
Capitale raccolto: $ 62 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 30 milioni
Investitori principali: CRV, Harrison Metal, Index Ventures, Lead Edge Capital, OATV
SmartRent
Fondatore: Lucas Haldeman (CEO)
Capitale raccolto: $ 102 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 35 milioni
Investitori principali: Bain Capital, RET Ventures, Spark Capital
Solugen
Fondatori: Gaurab Chakrabarti (CEO), Sean Hunt
Capitale raccolto: $ 80 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 12 milioni
Investitori principali: Fifty Years, Founders Fund, Y Combinator
Superhuman
Fondatori: Conrad Irwin, Vivek Sodera, Rahul Vohra (CEO)
Capitale raccolto: $ 51 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 20 milioni
Investitori principali: Andreessen Horowitz, Primo round
Tally
Fondatori: Jason Brown (CEO), Jasper Platz
Capitale raccolto: $ 92 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 20 milioni
Investitori principali: Andreessen Horowitz, Cowboy Ventures, Kleiner Perkins, Shasta Ventures
Tray.io
Fondatori: Dominic Lewis, Alistair Russell, Richard Waldron (CEO)
Capitale raccolto: $ 109 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 15 milioni
Investitori principali: GGV Capital, Meritech Capital, Mosaic Ventures, Spark Capital, True Ventures
Trusted Health
Fondatori: Matt Pierce, Lennie Sliwinski (CEO)
Capitale raccolto: $ 25 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 28 milioni
Investitori principali: Craft Ventures, Felicis Ventures, Founder Collective
Weave
Fondatori: Clint Berry, Brandon Rodman (CEO), Jared Rodman
Capitale raccolto: $ 152 milioni Entrate stimate per il 2019: $ 50 milioni
Investitori principali: A.Capital Ventures, Catalyst Investors, Crosslink Capital, Lead Edge Capital, Tiger Global Management

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