Esemplari di startup Unicorn nel B2B
Dal 2010 al 2019 più di due terzi delle startup sono diventate unicorno. Cosa sono esattamente? E quali sono le migliori startup unicorn nel B2B?
Il fenomeno degli unicorn accelera. Nella lista fornita da CBInsights, in un arco temporale che va dal 2010 al 2019, più di due terzi delle startup hanno raggiunto questo status negli ultimi 2 anni.
A cosa è dovuta questa crescita esponenziale? Cos’è esattamente una startup “unicorno”? E quali sono le migliori “unicorn” (o potenziali) che operano nel B2B?
Startup Unicorn, esemplari non più tanto rari
Una startup unicorn è una startup valutata oltre $ 1 miliardo. Il termine è stato coniato nel 2013 dalla venture capitalist Aileen Lee, scegliendo l’animale mitico per rappresentare la rarità statistica di tali fenomeni.
Un decacorn è un termine utilizzato per quelle società dal valore di oltre $10 miliardi, mentre l’hectocorn è il termine appropriato per un’azienda del valore di oltre $100 miliardi.
Secondo TechCrunch, a Marzo 2018 c’erano 279 unicorni. I più grandi includevano Ant Financial, DiDi, Airbnb, Stripe e Palantir Technologies.
Quali sono le caratteristiche di una startup unicorno?
La stessa Lee, dopo aver spiegato il perché dell’associazione tra la valutazione e lo strano nome, aveva stabilito 3 caratteristiche che differenziano le “unicorn” dalle altre startup ed organizzazioni.
Le 3 caratteristiche sono:
- Rarità: Lee ha calcolato che 1 azienda su 1.538 si è trasformata in un unicorno; praticamente uno 0,7%. Gli unicorni sono rare storie di successo. Una società valutata un miliardo di dollari non è una cosa che succede ogni giorno;
- Ispirazione: gli unicorni vogliono rivoluzionare il mondo e per questo diventano ispirazionali. All’inizio, Uber non aveva in mente solamente un’app per utilizzare una macchina in modo diverso: voleva offrire ai consumatori un prezzo migliore dei taxi, decongestionare il traffico delle città, migliorare la mobilità ed il car sharing.
Gli unicorni sono “in missione per costruire cose che il mondo non ha mai visto prima”, e vogliono farlo affrontando nuovi problemi su vasta scala. - Magia: nonostante le enormi valutazioni e tutti i titoli della stampa, gli unicorni sono sfuggenti. Un professore di linguistica della UC Berkeley dice:
“Il termine romanticizza le tech-company: le porta da essere nascoste e incomprensibili ad essere magiche e persino amate, pur essendo rare e potenti“.
Ciò che unisce gli unicorni migliori (o di maggior successo) è che ognuno di essi può essere ricondotto all‘inizio di una nuova era tecnologica.
Il primo precursore del super-unicorno era Intel, che fu fondata nell’età d’oro del semiconduttore. Fin dall’inizio, la società ha prodotto semiconduttori due volte più velocemente di quanto la concorrenza potesse fare. Cisco ha costruito l’infrastruttura per ridimensionare le reti e Google e Amazon hanno cambiato il modo in cui utilizziamo Internet.
Molto utile da leggere sull’argomento l’articolo “A short story of unicorns” di Hiten Shah.
Secondo la lista aggiornata di CBInsights, al momento sono 372 le unicorn in tutto il mondo. Di queste, circa 2 su tre hanno raggiunto lo status dal 2017 in poi.
Le startup grazie alle nuove tecnologie e grazie ai continui investimenti dei Venture Capitalist sono sempre più “disruptive” e scalano più in fretta. In cina ogni tre giorni nasce una startup che diventerà unicorno.
Guarda la mappa mondiale degli unicorni; da notare una cosa importante, l’Italia non è presente.
Startup Unicorn nel B2B: caratteristiche e storie di chi ce l’ha fatta
Le caratteristiche delle startup unicorno nel B2B possono essere distinte in caratteristiche essenziali e non essenziali.
Quelle essenziali sono:
- Mercato potenzialmente grande (enorme): così che l’equazione “potenziali utenti” x “valore” sia maggiore di 1$ miliardo;
- Prodotto innovativo: che metta insieme nuove funzioni, utilità, risparmio di tempo e comodità (spesso viste inizialmente solo dai founder o dagli early adopters);
- Capacità di creare un vantaggio competitivo: aumentare le barriere all’ingresso e la capacità di difendersi dalla replicabilità. Solitamente individuabili in due tipi di vantaggi: effetto rete e community o vantaggi di tipo tecnologico.
Tra le caratteristiche non essenziali invece troviamo le dinamiche di mercato (come ad esempio può essere l’attaccare un nuovo mercato sottovalutato o entrare in uno altamente competitivo), una value proposition ovvia, un chiaro percorso go to market, modelli misti (B2C2B, B2B2C)…
Leggi anche Immersive Technologies: Impatti e benefici sulle organizzazioni
Quali sono le startup che ce l’hanno fatta nel settore B2B?
Tra le startup che hanno avuto successo e sono diventate unicorni ci sono 2 casi che hanno raggiunto (e ampiamente superato) la valutazione di 1$ miliardo.
Palantir, la startup per gestire le conoscenze
Palantir ha dall’inizio voluto creare prodotti che avrebbero trasformato il modo in cui le organizzazioni utilizzavano i loro dati. Oggi questi sono impiegati nelle istituzioni governative, commerciali e non-profit.
L’azienda integra dati strutturati e non strutturati e consente una sinergia nell’utilizzo per cercare, scoprire e gestire le conoscenze. Ha cinque co-fondatori, uno dei quali, Peter Thiel (noto per aver definito Google come una no – patriotic company), ha investito un buon capitale per far decollare l’azienda.
Da allora la società ha impiegato centinaia di milioni di finanziamenti, non è ancora redditizia, ma è vicina a una IPO (offerta pubblica iniziale) di successo.
Palantir si occupa di creare la migliore esperienza utente al mondo, lavorando con i dati per consentire alle persone la libertà di porre e rispondere a domande complesse senza avere necessità di possedere nozioni specifiche.
Per raggiungere questo obiettivo il team costruisce piattaforme per l’integrazione, la gestione e la protezione dei dati, strutturate per effettuare un’analisi completamente automatizzata e guidata dall’uomo.
I prodotti principali di Palantir si chiamano Gotham e Metropolis (ogni riferimento alle città dei super eroi è puramente casuale) ed hanno lo stesso scopo di base: riunire enormi fonti di dati e setacciarle per connessioni e schemi che non sono evidenti all’occhio umano.
Marketo: la startup unicorno di marketing automation cross – channel
Fondata nel 2006 da tre esperti in CRM, Marketo è una società di marketing automation. Sono riusciti a raccogliere $100 milioni di finanziamenti per raggiungere l’IPO da un miliardo di dollari.
Marketo supporta diverse strategie di marketing cross-channel integrando sito web, email marketing, social media e adattandosi a funnel di conversione variegati.
Uno dei punti di forza è la grande quantità di dati analytics, accurati ed approfonditi, che offre rispetto ad altri strumenti per la marketing automation.
Marketo ha iniziato la sua avventura con l’intenzione di diventare una società incentrata sulla Lead Nurturing. Il founder ed ex CEO Phil Fernandez ha iniziato la sua vita professionale come programmatore di computer. Ha lavorato in diverse organizzazioni che sono passate da startup finanziate da venture capital a diventare organizzazioni quotate in borsa.
Il successo di Marketo risiede nella capacità di attrarre i clienti in modo efficiente. Anche quando il loro prodotto era nella fase Beta, Marketo aveva già firmato con 15 clienti. Oggi continuano a crescere e ad attrarre nuovi clienti.
Il 20 Settembre 2018, Marketo viene acquisita da Adobe Systems per $ 4,75 miliardi.
E tu quali altre startup unicorn nel B2B conosci?
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