Startup: non si cresce senza leader
Avviare un progetto di startup non è uno scherzo. Anzi. Iniziative di business nascono come le margherite su un prato verde in primavera e falliscono come un imprenditore di Commodor64 nell’era del web 3.0. La giusta alchimia tra i tanti fattori chiave per lo sviluppo di una startup non è semplice trovarla.
In questo e nei prossimi appuntamenti cercherò di darvi suggerimenti e linee guida su come strutturare al meglio un’idea e trasformarla in un business. Cercherò di portarvi casi pratici ed esperienze, partendo da quella del sottoscritto che, dopo aver raggiunto il primo fallimento con un progetto di startup, ha provato (e sta provando) sulla propria pelle quanto è duro e divertente coltivare i propri sogni. Una piccola pillola: dovete considerare il fallimento come un’opportunità di crescita e non come un punto di arrivo.. oltreoceano esiste una regola scritta da qualche parte per cui uno startupper non può considerarsi maturo se non è fallito almeno 3 volte.. io sono all’inizio.. ma ovviamente mi auguro generazione e generazione gloriose per la mia attività (sono co-founder di Seedble.. e abbiamo appena iniziato a divertirci..).
Tornando a noi. Credo che ogni idea possa esser considerata “seminabile” (e quindi potenzialmente scalabile) se si è in grado di svilupparla con visione e metodo (oltre ai pilastri dell’innovazione e della passione).
Una soft skill è tuttavia determinante per il successo futuro: la leadership! Inc.com dedica un interessante articolo (per approfondire clicca qui) sulla leadership. Vengono indicate le 5 competenze necessarie per non vedere i propri sogni frantumarsi al primo ostacolo. Consapevolezza di se stessi, chiarezza nella definizione degli obiettivi e nelle decisioni, capacità di creare team building, abilità nel creare una cultura aziendale condivisa, agilità e flessibilità nel comprendere rischi e opportunità.
Per una startup, in cui i soldi scarseggiano (decisamente!), bisogna puntare su fattori intrinseci al progetto. La leadership trasformazionale (vuoi saperne di più?), basa il rapporto tra leader e collaboratore su leve emozionali, sulla capacità di motivare e di fare identificare il team con la mission del progetto. Quanto vi sentite leader? E quali tecniche e strumenti utilizzate per coinvolgere i vostri collaboratori? Prima di comprendere il livello di engagement verso i vostri potenziali clienti soffermatevi a capire se tutti marciano verso lo stesso obiettivo.. Se non è così, siate trasparenti affrontando le criticità e non costringete i membri del team a percorrere la vostra stessa strada. Il leader non è una persona che impone le proprie idee, il leader è colui che riesce a coinvolgere il team a raggiungere un obiettivo. Tutto nasce dalla creazione di un team coeso e competente.. (E che faticaccia! Ve ne parlerò nel prossimo blogpost).
Blogpost scritto da Andrea Solimene
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