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Le 4 + 1 C dello smart working. Questione di spazi e compromessi

spazi nello smart working

Concentrazione, condivisione, comunicazione e contemplazione. Le 4C non bastano. Gli spazi nello smart working non sono neutri, entra in gioco una quinta C.

Nei momenti di confusione e di sovrabbondanza di informazioni penso sia utile riprendere i “fondamenti” della materia. Chiunque si è cimentato in progetti di smart working si è imbattuto nelle famose 4 C: concentrazione, condivisione, comunicazione e contemplazione. Paradigmi importanti volti a mettere al centro la persona ed il compito che deve svolgere… “ad ogni funzione il suo spazio“.
Prima riflessione: lo spazio non è mai neutro, ma influisce (con le proprie caratteristiche) su comportamenti, attitudini e stati d’animo.
Bene! Ovviamente tra la teoria e la pratica c’è un abisso! Entra in gioco la quinta C – il compromesso.

Gli spazi nello smart working: indispensabile la quinta C, il compromesso

Il compromesso, elemento costante delle relazioni umane , è ciò che rende possibili le cose. Volendo rimanere in tema per realizzare la parte bricks di un progetto (la terza delle 3 B dello smart working) è necessario mediare con infinite istanze (business plan, organizzazione aziendale, tecnologia, etc…).
A mio avviso il compromesso più grande da affrontare in un progetto è quello derivante dallo spazio: lo spazio che ho a disposizione e le modifiche che in esso posso fare, consente lo svolgimento delle funzioni in modo efficace?
La risposta a questa domanda, oltre alla bravura del progettista, rivela la fattibilità di un progetto.
Ho sempre pensato, e quello che sta accadendo negli ultimi mesi aumenta la mia convinzione, che nei luoghi di lavoro si andasse verso un compromesso insostenibile: troppe funzioni in spazi mal gestiti, mancanza di comfort, superfetazioni legate alla moda del momento, biliardini lanciati a caso a riempire vuoti.
Si parla spesso di flessibilità degli spazi… Bellissimo concetto… Passando dal concept all’esecutivo quanti compromessi vanno fatti? Sono accettabili? Alla fine, gli spazi sono flessibili?
Soluzioni facili non esistono e non possono esserci. Ci sono però dei ragionamenti che l’attualità ci impone di fare. Siamo abituati ad immaginare le aziende (gli spazi che occupano) come dei fortini… Degli ecosistemi autosufficienti al cui interno allocare tutto il necessario al funzionamento dell’azienda stessa.
E se cambiassimo prospettiva? È proprio necessario che in azienda ci sia una postazione per ogni dipendente?
Riprendendo le 4C: cosa contempli in ufficio? Se hai bisogno di ispirazione fatti una passeggiata al Pantheon!
Se devi concentrarti per svolgere un compito da solo devi essere libero di farlo dove e quando sei più produttivo!
I luoghi di lavoro non vanno aboliti perché in essi si realizza la condivisione (nessuna tecnologia sostituirà mai il bisogno, anche lavorativo, di un contatto), bisognerebbe individuare le attività indispensabili e caratterizzare davvero gli spazi secondo queste esigenze.


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