Smart Working: Torino c'è
Smart working: Torino c'è - Spremute Digitali - Magazine Online
Il titolo di questo blog-post è il titolo di un evento organizzato la settimana scorsa, 14 Dicembre, dalla Città di Torino. Inizialmente era pensato come un momento di formazione per i dirigenti comunali, ma organizzandolo, ci è venuta voglia di invitare tutta le rete dei CUG e alcune aziende.
Lo scopo qual era? Annunciare che da Gennaio 2018, per tutti i dipendenti della Città, sarà possibile lavorare da 1 a tre 3 giorni fuori dall’ufficio.
Possiamo chiamarlo smart working?
Possiamo dire che si aggiunge un tassello al viaggio verso lo smart working intrapreso dalla Città.
La sala era molto piena, sicuramente merito degli interventi e dei relatori.
Lo smart working a Torino. Il racconto di “Smart Working: Torino c’è”
Fiorella Crespi, dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, ha iniziato il suo intervento raccontando cosa non è lo smart working, o meglio cosa non è soltanto.
Non è solo telelavoro, o welfare o lavorare un giorno da casa.
È una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia, nella scelta degli spazi degli orari e degli strumenti da utilizzare, a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati.
Bogetti di Labnet ha posto l’attenzione sulla necessità di socializzazione insita nell’uomo. Mentre Montrucchio di Inail, ha rassicurato sulla mancata necessità di stipulare polizze assicurative aggiuntive, o di dover fare comunicazioni specifiche per gli smart workers.
La seconda parte della mattinata ha visto la presenza di aziende che, con successo stanno implementando i loro progetti di lavoro agile e hanno ricevuto riconoscimenti proprio dall’Osservatorio.
Il mondo di AXA è stato presentato da Di Fonzo. Il loro progetto parte dalle famose tre B e viene monitorato con attenzione.
L’esperienza di CNH, azienda del territorio torinese, emerge dalle parole di Bernardon e parte da un grande lavoro sulla formazione e sul monitoraggio del processo, senza dimenticare i vantaggi ambientali dei mancati trasferimenti.
Chiara Bisconti, Nestlè Italia, ma anche ex assessora del Comune di Milano, non ha potuto essere presente per un problema di salute, ed in perfetto stile smart working, ha inviato un video-messaggio meraviglioso di cui vi offro un breve assaggio:
Del lavoro agile sono appassionata da sempre, le due parole che vi chiedo di tenere nella vostra mente e nel cuore sono: FELICITÀ e FIDUCIA.
Felicità perché poter decidere le modalità per lavorare nel tempo e nello spazio, darsi i ritmi del proprio lavoro, significa aumentare la felicità individuale.
Fiducia perché il lavoro agile funziona se vi fidate delle persone, se gli lasciate carta bianca nel poter organizzare il proprio lavoro, attraverso le proprie competenze e attraverso i propri ritmi.
La terza parte del meeting ha visto la Città di Torino come protagonista.
Elena Miglia, responsabile per la Città di Torino del progetto smart working, ha presentato i progetti sperimentali condotti nel 2016 e 2017 e le nuove modalità di svolgimento della mansione per tutti i lavoratori della città, a partire da Gennaio 2018. Per cui si prevede la possibilità di lavorare fino a tre giorni al mese fuori dal consueto ufficio.
Gianfranco Presutti, che ha vissuto come direttore l’esperienza di uno dei progetti sperimentali di smart working (6Smart) del Comune di Torino, ha parlato dell’importanza della fiducia all’interno del gruppo di lavoro, e del nemico numero uno del lavoro agile: lo scetticismo.
Da alcuni giorni inoltre la Città si è dotata della G Suite (scopri come puoi lavorare agile con G Suite) e dunque un altro tassello si aggiunge al viaggio, iniziato con il telelavoro, utilizzato come strumento di welfare, per proseguire con lo smart working che sta tentando di rivoluzionare il modo di concepire il lavoro e il servizio al cittadino.
Se volete leggere gli interventi dei relatori e rimanere in contatto noi, andate sulla nostra pagina dedicata allo smart working.
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