New Ways of Working

Smart Working e PA: l'esperienza del Comune di Torino

Smart Working

Nelle occasioni in cui mi confronto sullo Smart Working e su come stanno cambiando le organizzazioni, è ormai prassi aprire un dibattito infinito non appena viene formulata l’osservazione: “lo Smart Working non è per tutti”. Non basta un articolo, non ne bastano neanche due (abbiamo scritto un eBook sul tema e credo non basti neanche) per poter rispondere esaustivamente, tuttavia è importante sottolineare che siamo in una fase di transizione e in piena Rivoluzione Digitale in cui la direzione da seguire sta prendendo la forma del lavoro agile.
Non solo il settore privato si sta adoperando, anche la PA ha i suoi casi di successo (parlerò sempre di casi o esperienze di successo e mai di “best practice” siccome non esiste una prassi vincente da applicare ad ogni organizzazione). Riporto qui l’esperienza del Comune di Torino che ha avviato un percorso di rinnovamento partendo dal telelavoro. Ho avuto il piacere di incontrare Elena Miglia e Claudio Sciaraffa che mi hanno raccontato la loro esperienza.
 
Partiamo dall’inizio. Cosa ha spinto il Comune di Torino ad attuare un cambiamento interno? Immagino non sia stato facile definire gli obiettivi e una road map di sviluppo. Da dove siete partiti?
Negli ultimi anni i continui tagli al bilancio degli enti locali hanno avuto ripercussioni anche sul salario dei dipendenti. Sentivamo l’esigenza di agire su altre leve motivazionali attraverso l’introduzione di nuove forme di organizzazione del lavoro. Non potendo lavorare sulla leva economica, abbiamo agito su quella del tempo, e il telelavoro è stato un ottimo strumento in tal senso. Grazie all’opportunità di un bando regionale che assegnava fondi per i migliori progetti di conciliazione vita/lavoro, la città ha presentato il progetto di telelavoro, risultato poi vincitore. Sono state introdotte le prime 20 postazioni in telelavoro nel 2013 e poi, nel 2014, un secondo bando gestito senza risorse esterne, per altre 23 postazioni.
 
Quali sono stati i principali risultati raggiunti? Potete dire che siete soddisfatti al 100%?
Possiamo dirlo: 100%. I risultati sono molteplici, da un lato la soddisfazione dei dipendenti che hanno cambiato vita, dall’altro l’aver fatto comprendere alla classe dirigente che lavorare a distanza può essere più produttivo e che un dipendente motivato è un dipendente che lavora meglio. Tutti i responsabili dei 43 dipendenti sono infatti soddisfatti e nessun telelavoro è stato finora revocato (cosa prevista dal nostro accordo di adesione). Poi ci sono i risparmi  sul nostro bilancio: il telelavoro è infatti un progetto in attivo sin dal primo anno grazie ai risparmi sulla mensa e sul salario accessorio e grazie alla riduzione di mutua e permessi. Non dimentichiamoci poi dei vantaggi per l’ambiente (186.000 km di viaggio casa/lavoro risparmiati in un anno… sono quasi 5 giri del mondo).
 
Ipotizzo che il percorso per arrivare all’attuale situazione non sia stato privo di momenti complessi. Quali le criticità emerse e come le avete superate?
Una delle prime barriere da abbattere è stata culturale: passare da un sistema basato sul controllo ad uno basato sulla fiducia. E poi tanti ostacoli di natura burocratica e organizzativa, soprattutto in relazione ai vincoli legati alle norme sulla sicurezza della postazione, dal coinvolgimento di molte competenze diverse all’interno dell’ente (personale, bilancio, sicurezza, sistemi informativi, sindacati, CUG ecc.), dai rapporti con esterni (gestori di rete), dai vincoli che gravano su una PA che deve effettuare acquisti di nuove tecnologie.
 
Insieme alla Provincia autonoma di Trento, il vostro è uno dei maggiori casi di successo. Cosa consigliate alle pubbliche amministrazioni locali che vogliono avviare un progetto di Smart Working?
Di cominciare. Su questi temi innovativi bisogna partire con modalità sperimentali perché se si attende che il panorama normativo sia completo c’è il rischio di restare fermi. Un altro consiglio è quello di insistere sulla formazione, dei dipendenti e della classe dirigente, indispensabile per gestire un cambio di mentalità.
 


Se sei curioso di scoprire maggiori dettagli sul lavoro fatto dal Comune di Torino, consulta le slide presentate durante il convegno “Telelavoro e Smart Working nella PA tenuto lo scorso 17 febbraio in occasione della Giornata del Lavoro Agile.


 
Smartworking, lavoro agile

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