Le relazioni umane ai tempi delle App raccontate dagli utenti – 2° parte
Relazioni umane e app: quali sono i punti di vista di chi le utilizza o le ha provate almeno una volta? Stanno veramente rivoluzionando le nostre vite?
Nell’ultimo articolo ho introdotto il tema delle relazioni nell’era digitale. Oggi riparto da qui, prendendo spunto da una testimonianza trovata in rete. Questa è solo una delle tante e diverse esperienze. In questo caso si sostiene come con il dating 2.0 sia possibile trovare una relazione duratura.
Io ho cercato altre opinioni, ma la prima che voglio condividere è uno spunto che uno dei miei intervistati mi ha riportato, e che sostiene di aver letto online:
Every app is a dating app if you are brave enough.
Le relazioni umane ai tempi delle app: punti di vista
Chiusa l’introduzione di ripresa dell’argomento, iniziamo con i punti di vista di persone di ogni genere ed età raccolti, partendo dalle App per appuntamenti.
Q. Spiega cos’è per te un’app di appuntamenti con una metafora.
- Sfogli foto di esseri umani, come se stessi cercando la Billy sul catalogo di Ikea (37 anni, donna, Roma).
- Un baretto inibito portatile sullo smartphone (26 anni, uomo, Roma).
- Un campo di battaglia, specialmente in trincea… Dove non vedi nessuno fondamentalmente, ma vai “dove cogli – cogli” (27 anni, uomo, Napoli).
- Come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita! (31 anni, donna, Rotterdam).
- È come quando esci per fare shopping, ma non sei molto convinta. Guardi le vetrine al centro commerciale, svogliata. Ogni tanto entri a provare un vestito che sai già che non indosseresti mai, ma lo fai tanto per cambiare o per dare un senso alla giornata di shopping…
Poi ti chiedi “chi me lo ha fatto fare?”.
Torni a casa, ti metti sotto le coperte a guardare Netflix e pensi che in fondo il tuo guardaroba è a posto così (40 anni, donna, Roma).
Q. Come hai conosciuto le app per appuntamenti?
- Per sentito dire, ormai fanno parte del tessuto sociale (37 anni, donna, Roma).
- Se non ricordo male, varie pubblicità sui social e passaparola (27 anni, uomo, Napoli).
- Non ricordo come, credo nell’app store quando cercavo qualche app per gli incontri (33 anni, uomo, Cagliari).
- Chi non le conosce? Tutti ne parlano, e almeno una andava provata (40 anni, donna, Roma).
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Q. Cosa ti ha spinto a scaricarne una?
- Il fatto che pur essendo una persona piena di amici, si arriva ad una fase di stallo per età, lavoro e ritmi frenetici per la quale i nuovi incontri accadono raramente.
Ma, anche perché riconosco TRISTEMENTE di appartenere ad una società in cui non si rischia senza feedback garantito. Accade quindi che uno che incontri in un locale nemmeno ti guarda però poi dal divano di casa scatta il match!
Ma su questo ho talmente tanto da dire che dovrei scrivere un libro (37 anni, donna, Roma).
- L’idea di potermi divertire e conoscere gente. Allo stesso tempo la curiosità. Capire se poteva funzionare davvero una cosa del genere e come anche perché, studiando comunicazione, volevo vederne i meccanismi (26 anni, uomo, Roma).
- Curiosità, voglia di sognare. Un amico ha trovato l’amore grazie a queste App (40 anni, donna, Roma).
- Ero single, volevo conoscere persone interessanti fuori dai miei giri consueti (42 anni, uomo, Roma).
Q. Qual è l’uso che ne hai fatto, e che ne fai se le utilizzi ancora?
- Ho scaricato e disinstallato più volte, proprio perché convivono in me due parti contrastanti: quella che crede e vuole solo incontri reali, e quella che prova a mettere il naso.
L’ho sempre utilizzata come una pigra distrazione, esattamente come si sfoglia la rivista in sala d’attesa (37 anni, donna, Roma).
- Nel mondo gay, a livello generale, generalizzando verso la massa, ad esempio ci sono diverse app.
Hai voglia di appuntamenti? Scarichi Grindr. Vuoi provare a cercare qualcuno di serio? Scarichi Tinder.
Ecco, negli anni ho provato a cercare qualche ragazzo serio, ma nulla, continuo a cercare il match giusto (33 anni, uomo, Cagliari). - Appuntamenti, incontri – birra, chiacchierata (31 anni, donna, Rotterdam).
- Uso sporadico (mai più di due giorni di seguito) intervallato da lunghi periodi di inattività, proporzionali alla gravità dell’ultimo caso umano che ho conosciuto (40 anni, donna, Roma).
- Utilizzo quotidiano. Anche solo per vedere se contattare qualcuno per parlare. Non solo per relazioni o appuntamenti (42 anni, uomo, Roma).
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Q. L’esperienza più bella avuta grazie alle App
- Ho conosciuto due ragazze simpaticissime che sono poi diventate mie amiche, grazie ad un’uscita con uno non andata a buon fine (37 anni, donna, Roma).
- Una volta ho conosciuto realmente una ragazza, molto carina e simpatica, ancora oggi siamo amici, caso più unico che raro (27 anni, uomo, Napoli).
- Alcuni scambi simpatici con gente intelligente. Molte risate su certi casi umani. Una volta ho fatto match per consigliare ad una persona di incontrare una mia amica. Sono usciti, non ha funzionato. Peccato, sarebbe stata una bella storia (40 anni, donna, Roma).
- La conoscenza di una persona interessante, con tante cose in comune con me e che come me stava su Tinder solo perché ha una vita molto frenetica e non riesce a conoscere molta gente fuori dal lavoro (31 anni, donna, Rotterdam).
- La mia attuale compagna l’ho conosciuta grazie ad un’applicazione (42 anni, uomo, Roma).
Q. L’esperienza più brutta avuta?
- Ho frequentato una persona che ha inventato la sua realtà, rischio che si corre specialmente se incontri persone in una città che non è la tua. È pieno di persone con doppie vite (37 anni, donna, Roma).
- Una ragazza mi ha insultato e minacciato a caso (26 anni, uomo, Roma).
- Un tipo americano che cercava evidentemente una moglie italiana. È diventato presto ossessivo/ossessionato, ancora oggi a distanza di anni ho paura di trovarmelo davanti a sorpresa. E non sarebbe una sorpresa gradita (40 anni, donna, Roma).
- Un ragazzo che (per attirare l’attenzione, visto che non rispondevo ai suoi messaggi durante le vacanze) propone un invito a casa “molto diretto e finalizzato“, dettagliatamente descritto e spiegato nel messaggio (31 anni, donna, Rotterdam).
- Una ragazza che mi scriveva cose molto belle e poi non si è presentata mai all’appuntamento, bloccandomi per giunta. Trascuro fake che impari a conoscere dopo poco, e che fanno parte del “gioco” (42 anni, uomo, Roma).
Q. Consiglieresti queste applicazioni? Se sì, a chi e perché.
- Io non demonizzo i Social Date in quanto per me sono un prolungamento della conoscenza da bancone… Quando al bancone non puoi esserci e tra un Netflix e l’altro vuoi tentare la fortuna…. Come dire che quando vai a ballare non trovi moglie… Chi può dirlo?
Bisogna utilizzare questi strumenti con la giusta leggerezza e grande selezione, in base a quelli che sono gli scopi personali. (37 anni, donna, Roma). - Credo che, utilizzate nel modo giusto, siano una buona base per organizzare incontri. Ma credo che il tutto non dipenda dalla tecnologia, quanto dalle persone che le utilizzano. (33 anni, uomo, Cagliari).
- Sì, le consiglio. Perché è semplice e divertente, ovviamente se si utilizzano con la testa (26 anni, uomo, Roma).
- Sì, le consiglio in generale a chiunque ha scelto uno stile di vita molto dinamico e sempre in movimento, e non sempre riesce ad incontrare nuova gente nei locali (31 anni, donna, Rotterdam).
- Lo consiglio a chi cerca conoscenze, è single e comunque si sente solo. Consiglierei massima onestà e apertura mentale (42 anni, uomo, Roma).
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E quali sono state le impressioni sulle esperienze di cene tra sconosciuti?
- Il target perfetto è 25-45 anni; consiglio di andare soli per essere obbligati a conoscere. Sono tutti posti normali e le persone tutte tranquille. Si risparmia anche un sacco. (26 anni, uomo, Milano).
- Per me è stato come lanciarsi con il paracadute.
- All’inizio ti iscrivi, “tanto la data del lancio è lontana, quando sarà ora ci penserò”.
Poi però quel giorno arriva, e mentre ti avvicini all’indirizzo di casa dell’Host pensi “ma chi me l’ha fatto fare?”
A quel punto bisogna per forza lanciarsi, suonare quel campanello…
I 5/6 minuti che seguono sono pura ansia mista ad adrenalina, con corpo e mente completamente in balia della strana, ma eccitante atmosfera che si respira.
Poi, in un attimo, tutto cambia. Senza aver avuto il tempo di capire realmente cosa sia successo, ti ritrovi tra gli abbracci e i sorrisi di un sacco di persone, che ti chiedono “come è stato il primo volo? cosa hai provato?”, felici e accoglienti per il semplice motivo di averti visto atterrare… Tra loro. - L’ho scoperto per caso, scorrendo il feed di Facebook. Probabile che qualche algoritmo legato alle mie ricerche di quel periodo ci abbia messo lo zampino!
- Mi ha spinto a provarlo il desiderio irrefrenabile di buttarmi in un contesto relazionale assolutamente nuovo, ma allo stesso tempo tradizionale (le care vecchie feste in casa!), in cui ancora una volta giocare a superare i propri limiti, le proprie paure, le proprie timidezze.
- Per curiosità ho guardato la data del mio primo evento: 10 Gennaio 2019, esattamente un anno fa! Da lì in poi ho partecipato ad altri 25 eventi, praticamente 2 al mese di media… Direi un uso costante e frequente!
- L’esperienza più bella probabilmente è stata la prima: il primo volo non si scorda mai!
Eravamo pochissimi, l’app era appena partita su Torino e c’era praticamente un solo Host, un ragazzo argentino che ci ha accolti facendoci sedere su dei cuscini a terra.
Ci ha subito invitato a chiacchierare senza remore o paure, avvolti solo dalle luci di alcune candele e coccolandoci con un vino rosso buonissimo!
L’esperienza negativa, invece, una serata molto diversa dalle consuete “cene/aperitivi in casa”: coinvolti in un’attività specifica, mi son trovato un po’ a disagio per l’inesperienza (comprensibilissima) dell’host nel gestire un paio di ospiti un po’ troppo “protagonisti”. - La consiglierei assolutamente a tutti coloro che sono stufi di riempire vuoti e vogliono tornare ad occupare spazi, mentali e fisici. E ovviamente a chiunque senta il bisogno atavico di tornare ai rapporti umani. (40 anni, uomo, Torino).
Q. Cosa ho trovato in rete relativamente a queste esperienze di cene tra sconosciuti?
- “La concreta e reale possibilità di rendere, in poche ore, 10 perfetti sconosciuti… 10 persone che sembrano conoscersi da una vita. Un’esperienza di per sé talmente strana e coinvolgente che rende tutto ancora più bello.”
- “La prima community che da virtuale passa al reale: un’idea brillante e ben studiata. La consiglio vivamente a tutti coloro che sono curiosi, che hanno voglia di conoscere persone nuove e a chi ha voglia di divertirsi.”
- “Un modo nuovo, originale e divertente per conoscere le persone da vicino, per trovare nuovi amici con cui condividere i propri interessi e passare serate divertenti.
Ieri sera ho partecipato per la prima volta ad un evento ed ho scoperto qualcosa di bello: non è solo aprire la porta della propria abitazione, ma soprattutto è aprire la porta all’altro. Provate per credere!” - “La condivisione di argomenti. La conoscenza di persone nuove interessanti. Passare belle serate tra divertimento e discorsi seri.”
- Ho trovato eventi come quello dedicato al tipico Tea all’inglese con un tocco vittoriano, dove l’Host ha accolto gli ospiti in abito storico di fine 800, con l’obiettivo di proporre un pomeriggio leggero e tranquillo, trasportando gli invitati per qualche ora fuori dal quotidiano.
Ma anche serate speciali per i nuovi sia invitati alla loro prima cena che padroni di casa alle prese con i loro preparativi e le “ansie da prestazione e da prima volta”.
Serate dedicate ai giochi o al cinema, come alla cultura e al dialogo su temi specifici.
Leggi qui per conoscere la prima community in Italia che da virtuale passa al reale
In conclusione
Facendo i miei sondaggi ho raccolto altre esperienze legate ad App più selettive, che promettono maggiore cura e attenzione per far sì che gli incontri siano su misura degli iscritti: App di incontri extraconiugali per sole donne; App simili a quelle di appuntamenti e che però semplificano il processo per chi vuole adottare e il gruppo che pubblica gli animali domestici adottabili.
Insomma, di tutto e di più. Queste app stanno veramente modificando molto delle nostre vite.
In chiusura, ancora una volta, mi fermo a pensare come la differenza la facciano sempre le persone e non gli strumenti.
Possono esserci le App, ma per far sì che nascano e persistano relazioni, o amori di valore ci deve essere l’intenzione e la voglia di comunicare e vivere qualcosa insieme.
Ci sarà sempre un fallimento dietro occasioni non veramente volute da entrambe le parti, come potrà esserci l’opportunità amplificata per chi ha davvero voglia di mettersi in gioco reciprocamente. E prendo allora in prestito una citazione per sintetizzare il concetto:
Noi abbiamo gran fretta di costruire un telegrafo dal Maine al Texas; ma il Maine e il Texas potrebbe darsi che non abbiano nulla di importante da comunicarsi. – Henry David Thoreau
Le relazioni umane ai tempi delle App raccontate dagli utenti – 2° parte