Qualità della vita in ufficio: lo Smart Working è anche questo
Qualità della vita in ufficio: lo Smart Working è anche questo
Lo Smart working come filosofia di lavoro, o meglio per esser più precisi, come filosofia di vita, sta riscuotendo un enorme successo. Basti pensare anche alla recente “conversione” di alcune multinazionali come la Ferrero che hanno dichiarato con orgoglio di adottare questa filosofia (anche se lo smart working NON è stare a casa per un giorno alla settimana), per garantire ai dipendenti di migliorare la loro qualità di vita e il benessere lavorativo. La scelta è strategica perché in questo modo il vantaggio è reciproco: migliorare la qualità della vita in ufficio dei lavoratori, non significa forse migliorare la produttività?
Il cambiamento sembra culturale e basa il suo successo su un concetto comune di benessere, inteso come attenzione al lavoratore e ai suoi spazi. Il concetto di benessere è però a mio avviso molto più ampio e può spaziare in più ambiti poiché va inteso come l’intera attenzione alla vita del lavoratore, sia essa dentro e fuori l’ambiente lavorativo.
Se lo smart working vuole conciliare il lavoro con la vita privata in un connubio vincente e attento ai bisogni del lavoratore, è pur vero che non si può e non si deve mai trascurare il benessere anche all’interno dell’ambiente di lavoro, sia quindi dentro l’ufficio e/o dentro le fabbriche, le officine, i magazzini e tutti quei luoghi dove le aziende concepiscono e producono i loro beni e servizi offerti ai clienti.
A questo tema è stata anche dedicata l’edizione 2017 di Workplace 3.0 presso la Fiera di Rho, manifestazione biennale che riunisce a Rho Fiera, dove 92 aziende internazionali si sono incontrate per ridiscutere su come creare e concepire gli ambienti lavorativi moderni: cosa facciamo nella nostra casa per rendere l’ambiente salubre, adeguatamente climatizzato ed areato, pulito e ben arredato e gradevole anche alla vista e quindi complessivamente confortevole? Benissimo… per essere un vero “smart worker” tutto quello che rende la casa confortevole dovrà essere riprodotto per rendere anche il nostro ufficio confortevole.
È ben noto che un luogo che sia soprattutto ben climatizzato e con un’adeguata areazione, migliorando il benessere fisico delle persone, aumenta anche quelle che sono le proprie prestazioni generali. Lavorare in ambienti poco idonei dal punto di vista di salubrità o di predisposizione agli incontri ed allo scambio di opinioni, è ben poco adeguato ad un’esigenza di ottimizzazione della produttività e di qualità, richieste ai giorni nostri.
L’ufficio “smart” è ben rappresentato ad esempio nel nuovo concept di coworking. I nuovi luoghi di spazio condivisi da più professionisti, oltre ad essere un potente strumento di scambio culturale ed un potenziale incubatore di nuove idee, è prima di tutto un luogo confortevole dove, un lavoratore che non ha bisogno di una postazione fissa, ma per esigenze lavorative ha la necessità di girare, trova tutti i comfort necessari per poter lavorare nel miglior modo possibile (ambienti salubri, ben areati, luminosi, con wi-fi, telefono, sale riunioni, spazi relax…)
Proprio il coworking potrebbe essere la spinta alla creazione di quello che potrebbe essere un vero ufficio (o comunque luogo di lavoro) “smart”, dove il benessere, oltre ad essere una preziosa attenzione al lavoratore, è uno degli strumenti che migliorando la qualità della vita, migliora in corrispondenza biunivoca la qualità e la quantità del lavoro quotidiano.
Lo Smart working è anche questo.
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