Personal Branding: promuoversi nell'era digitale
Articolo pubblicato l’8 aprile sul blog “L’arte di lavorare” (vedi)
Primo giorno di lavoro nella nuova azienda. Sveglia alle prime ore del mattino, colazione, doccia e di corsa davanti allo specchio per prepararsi ed essere impeccabili prima di recarsi sul posto di lavoro: c’è chi perde tempo a sistemare il nodo della propria cravatta, chi invece a perfezionare il trucco. Un’abitudine per molti – quella della ricerca della perfezione prima di andare a lavoro – che si ripete ogni giorno e che, tuttavia, tende a scemarsi progressivamente con il passar del tempo comportando una minor cura dei particolari. Qual è la vostra vera immagine? Quella dei primi giorni o quella dei successivi?
Nell’era digitale 2.0, la progressiva diffusione dei social media ha cambiato numerosi schemi e introdotto nuove regole influenzando spesso e volentieri la vita privata e professionale di molte persone. Si pensi a Facebook – solo per citare il canale social più conosciuto in Italia – e alla sua dirompente influenza sulla vita di tutti i giorni: condividere il proprio status o raccontare ciò che si sta facendo in quel preciso istante è diventato – per molti – uno dei doveri quotidiani. Follia!
È cambiato il nostro approccio con il web: dapprima visto solo come un mero strumento di ricerca e aggiornamento, ora diventato il luogo virtuale della propria vita. C’è chi effettua la spesa online, chi cerca l’anima gemella, chi organizza viaggi con sconosciuti, chi ci lavora. Sintetizzando: viviamo il web alla continua ricerca del giusto feeling. Chi ne è in possesso, può considerarsi “salvo”, chi no, è fuori. Dura legge! Ma qual è l’immagine che ognuno di noi ha sul web? Riflettiamo noi stessi oppure siamo condizionati da un pc e un mouse?
Molti esperti e amanti del web hanno analizzato e studiato attentamente il rapido diffondersi dei canali social (social network, blog, wiki, etc…), valutando aspetti positivi e negativi, vantaggi e criticità, fornendo le più svariate e originali interpretazioni sul fenomeno. Tutti però sono arrivati alla stessa conclusione: “i social media sono uno strumento a doppio taglio”. Se da un lato possono essere di grande aiuto per valorizzare i propri punti di forza, dall’altro possono mettere in evidenza le proprie carenze e lacune. Il segreto è, ovviamente, nell’utilizzo che se ne fa. Ci sono delle semplici e chiare regole utili per comprendere meglio come relazionarsi sul web. In estrema sintesi: realizzare un profilo social chiaro e completo, coltivare la propria rete di contatti, partecipare alle discussioni con intelligenza e visione strategica. Ciò che conta è l’immagine che si fornisce attraverso i bit.
Diventa quindi imprescindibile curare la propria reputazione e il proprio “look” sul web. Cosa significa? Bisogna ragionare come un’azienda. La propria immagine riflette la propria personalità e deve essere considerata come un brand aziendale e gestita come tale.
Tommaso Sorchiotti, esperto su tematiche di personal branding e web reputation, nel suo libro “Personal branding: l’arte di promuovere se stessi online” riporta questa definizione: “Fare Personal Branding significa impostare una strategia per individuare o definire i tuoi punti di forza, quello che ti rende unico e differente rispetto ai tuoi concorrenti e comunicare in maniera efficace cosa sai fare, come lo sai fare, quali benefici porti e perché gli altri dovrebbero sceglierti.”
Dunque, fare personal branding non è altro che attuare una strategia personale per promuoversi sul web e raccontare se stessi. Ma attenzione! È proprio la promozione di se stessi che richiede particolare attenzione. Difatti, vige una regola-madre, che volutamente ho omesso prima, nell’utilizzo dei social media: bisogna essere se stessi ed essere trasparenti, chi non lo è, viene facilmente scoperto dal web stesso che non perdona. Quindi non si tratta di dare un’immagine ingannevole e falsa di se stessi, ma tutt’altro: far conoscere chi effettivamente sei e costruire la propria immagine sui punti di forza.
È stato addirittura istituito un parametro, noto ai più come Klout, che stima il grado di interazione che il singolo utente ha sulle varie piattaforme di social networking a cui è iscritto. Un parametro molto criticato per via della complessità e aleatorietà del metodo di misurazione, che però è sinonimo di posizionamento sul web.
Se in passato si poneva molta enfasi sulla promozione personale e sulla necessità di costruire un’immagine “a tavolino”, oggi con il Web 2.0 e i Social Media, si parla di trasparenza, networking, condivisione, collaborazione, … etc. etc. L’elemento fondante è la volontà di distinguersi partendo dalla propria personalità e unicità, per costruire una relazione solida in grado di rafforzare e consolidare il proprio brand personale sul web. Lavora alla tua immagine, il web ti controlla.
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