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Andare oltre lo smart working per costruire organizzazioni antifragili

organizzazioni antifragili

Cosa vuol dire essere antifragili? Come questo concetto può essere implementato in un’organizzazione per instaurare un sistema in grado non solo di resistere, ma di migliorare in situazioni di crisi e di stress, come il Cigno nero che ha stravolto molti aspetti della vita privata e professionale di un intero mondo?

Il concetto di antifragilità

Il concetto di antifragilità è stato introdotto da Nassim Nicholas Taleb nel 2012 con il testo “Antifragile. Prosperare nel disordine“. In questo libro viene spiegato come alcune realtà traggono beneficio dalle situazioni di emergenza, e crescono quando sono esposte a mutevolezza, disordine e casualità. Sono l’esatto opposto della fragilità, sono antifragili.

Un approccio che permette di affrontare qualsiasi evento che può caratterizzare il prossimo futuro.

Perché essere organizzazioni antifragili

Più che di organizzazioni antifragili fino ad ora si è parlato molto di resilienza, definita come la la capacità di anticipare, avere prontezza nel rispondere e adattarsi al cambiamento o a interruzioni improvvise, per sopravvivere e prosperare.

L’antifragilità e qualcosa in più, è un ulteriore passo avanti verso il miglioramento derivante dai periodi di crisi. L’organizzazione antifragile è quella che trasforma le crisi in opportunità.

Ci parla di organizzazioni antifragili Alessandro Donadio, HR Transformation Leader EY, autore di “HRevolution. HR nell’epoca della social e digital trasformation” e “Smarting Up! La smart organization: una nuova relazione tra persona e organizzazione.

Buona intervista!


Per approfondire l’argomento organizzazioni antifragili con Alessandro Donadio partecipa al Digital Meeting “Oltre lo smart working: alla scoperta delle organizzazioni antifragili”.


La parola ad Alessandro Donadio: le organizzazioni antifragili

Q. Ciao Alessandro, grazie per essere qui su Spremute Digitali. Guardavo il programma del tuo Digital Meeting, innanzitutto complimenti, molto interessante. Mi ha colpito molto il termine “antifragile”. E quindi ti chiedo cosa sono le organizzazioni antifragili?

Alessandro DonadioA. L’antifragile si definisce come quella caratteristica di un sistema (sociale, biologico, psicologico), capace di “riordinare” i suoi elementi interni al fine di adattarsi ad un contesto esterno mutato.

Sul piano organizzativo, quindi, vuol dire essere davanti ad una esperienza diversa di funzionamento, che si fonda più sulle dimensioni del continuo apprendimento, della interazione fluida e simmetrica fra le persone, di modelli di decisione che abbandonano il modello comando e controllo per andare verso uno di partecipazione e conversazione.

Ho chiuso il mio ultimo libro (Smarting Up, Franco Angeli 2018) con una esplorazione di questa frontiera.

Q. Antifragilità c’entra qualcosa con umanizzazione delle organizzazioni? Perché?

A. C’entrano certamente. L’individuo è l’elemento di antifragilità di base, proprio perché può apprendere continuamente a fare le cose in altro modo, perché può utilizzare strumenti sempre nuovi, perché può interagire e collaborare con gli altri individui.

Può, inoltre, immaginare scenari sempre nuovi, perché dotato di creatività, che è la pratica di antifragilità per eccellenza.

Q. Lo smart working rende le organizzazioni più fluide e adattabili ai cambiamenti. Ci sarà un nuovo futuro per chi ancora non ha implementato il processo? Il focus sulle persone e su nuovi processi operativi e l’antifragilità saranno elementi essenziali?

A. Diciamo che lo smart working è una delle leve evolutive “storiche” che possono rendere le organizzazioni antifragili, proprio perché si fonda sulla libertà delle persone di comporre spazio e tempo (risorse primarie) e phigital (risorse abilitanti) in modo nuovo e fluido al fine di raggiungere meglio gli obiettivi.

Ma non possiamo dire che per come lo abbiamo vissuto finora si abbia generato l’effetto possibile. Nella prima fase lo smart working è stato implementato più come programma di welfare che come reale e consapevole evoluzione del modo di lavorare. Oggi poi, nel pieno di questo remote working, viene meno la libertà di scelta, che è la condizione per rendere tutti più responsabili e consapevoli di agire in modo antifragile. E di nuovo lo smart non si vede.

Chi ancora non lo ha implementato finora può certo farlo, forse anche sulla scia dell’esperienza forte che stiamo vivendo oggi in piena crisi. In fondo se c’è qualcosa che questa situazione ha dimostrato è che molte delle resistenze opposte in passato circa la impossibilità di praticare certe azioni a distanza, sono crollate.

Ora però c’è da costruire il resto: auto-consapevolezza e nuove leadership.

Q. In questa nuova atmosfera organizzativa che si sta creando, qual è il ruolo del leader? Sarà più guida o mentore?

A. Lo Smart Leader deve abbandonare la logica seriale: assegnazione, coordinamento, controllo, e progredire verso un approccio più coaching like, basato sull’idea che le azioni e le attività eseguite dalla persona e dal team sono in prevalenza una esperienza di apprendimento. È la prospettiva che propone Carol Dweck nel suo bel libro: “Mindset”.

Il modello comando e controllo genera una esperienza basata sul fitting mindset, che tende ad usare le risorse tradizionali per rispondere ai problemi. Stimolare invece un Growth Mindset vuol dire al contrario aumentare la dimensione di partecipazione creativa delle persone e del team, aumentando le soluzioni possibili.

Poi certo, lo smart leader, deve saper navigare nel phigital più che mai, che è il contesto in cui deve saper agire. Non si tratta solo di digitale e fisico, ma anche di velocità, esposizione, pensiero laterale.

Per il leader si apre una stagione molto sfidante per se stesso, che deve lavorare molto su di sé, ma anche per la capacità di far sì che la leadership stessa, intesa come auto-responsabilizzazione in primis, divenga pratica diffusa nello stesso team/organizzazione. Leadership, insomma, non sarà più sinonimo “imbellettato” di potere formale.

Grazie per la disponibilità Alessandro.


💡 Approfondisci l’argomento con Alessandro Donadio, partecipa al digital meeting online → https://bit.ly/organizzazioni-antifragili-webinar


Andare oltre lo smart working per costruire organizzazioni antifragili

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