Parlare di innovazione significa certamente fare il punto su una questione che dovrebbe essere di assoluta centralità per tutte le aziende e gli imprenditori che quotidianamente, con grande lungimiranza e anche con una buona dose di spirito da sognatori, guardano al futuro cogliendo le opportunità più interessanti per continuare a crescere, migliorare e soprattutto adattarsi alla continua evoluzione dei mercati.
Questo processo risuona con enfasi in particolare nel paradigma della Open Innovation, un approccio all’innovazione che trova nella condivisione e nella collaborazione con realtà esterne all’azienda la chiave del successo per creare valore. Avvicinarsi all’Innovazione Aperta significa fondamentalmente parlare di due aspetti importanti:
- comprendere e avere ben chiare le concrete prospettive di crescita e sviluppo e le iniziative volte all’elaborazione di progetti di innovazione, sia internamente sia esternamente all’azienda, soprattutto per quelle realtà dinamiche che, in termini di partnership, competono più o meno direttamente al successo aziendale;
- disporre di risorse economico-finanziarie, materiali e immateriali per avviare progetti di innovazione, prestando dunque grande attenzione al budgeting, agli investimenti e alla disponibilità di esperienza, skills e know-how necessari a rendere questi processi proficui.
Da qui si potrebbe dedurre che praticare l’Open Innovation sia prerogativa unicamente delle grandi aziende, che dispongono dei requisiti necessari a rendere fluidi i processi innovativi e strategici. In realtà, questa visione è ormai riduttiva e superata: anche le PMI possono e devono praticare l’Open Innovation per ritagliarsi un ruolo da protagonista nella leadership e nella crescita dei loro rispettivi settori di appartenenza!
Vediamo in questo articolo come integrare efficacemente l’Open Innovation nella piccola e media imprenditoria, un pilastro dell’economia italiana ed internazionale.
Open Innovation e PMI: l’innovazione è possibile?
Un ottimo punto di partenza per capire se l’innovazione è possibile all’interno di una PMI è porsi alcune semplici domande, alle quali però seguono risposte chiave:
- la mia azienda è pronta ad innovare?
- cosa significa innovazione per la mia azienda?
- la mia azienda conosce chiaramente quali innovazioni vuole apportare e come?
Le risposte a queste domande sono fondamentali, perché consentono di inquadrare subito:
- se l’azienda possiede già la mentalità e le competenze giuste per innovare, o comunque se c’è l’intento di acquisirle;
- qual è il significato strategico attribuito all’innovazione, orientando dunque anche il tenore delle scelte, degli investimenti e degli impegni su tutti i fronti che vi competono;
- se si tratta semplicemente di innovazione legata ai prodotti e ai servizi erogati, un’innovazione più profonda che riguarda i processi sia decisionali sia produttivi o addirittura un’innovazione completa di tutto il business model aziendale che riscrive completamente o quasi le regole di un’impresa; questa riflessione include anche la necessità di individuare sia come disporre delle risorse necessarie all’innovazione sia come impiegarle correttamente lungo tutto il percorso innovativo.
Open Innovation e PMI: gli strumenti per praticare l’innovazione
Compreso il potenziale di innovazione all’interno di un’organizzazione, è il momento di individuare quali possono essere gli strumenti più efficaci per mettere in pratica l’Open Innovation:
- le collaborazioni e le partnership strategiche tra i principali attori dell’innovazione aperta sono senza dubbio lo strumento propedeutico per l’accesso a tutte le altre interessanti opportunità per mettersi in gioco e innovare collaborando – rientrano qui gli accordi stipulati con altre aziende (sia grandi sia altre PMI), startup, incubatori, scuole e Università e anche potenziali investitori portatori di venture capital;
- entrando più nel dettaglio, i laboratori e percorsi imprenditoriali sono delle ottime iniziative di partenza per apprendere o magari sperimentare “in ambiente protetto” le competenze chiave per pensare, organizzare, gestire e sviluppare l’innovazione, intese naturalmente non solo come hard skills tecniche di settore ma soprattutto soft skills convergenti che sono fondamentali per un’imprenditoria innovativa in qualunque ambito;
- anche la costruzione di veri e propri “incubatori dell’innovazione” è un tassello importantissimo per praticare l’Open Innovation, in quanto vengono messi in moto dei programmi di crescita ben strutturati che coinvolgono diversi players dell’innovazione tra startup, leader e mentor aziendali, esperti esterni ed investitori;
- il lancio di gare e concorsi aperti agli innovatori di ogni estrazione, ruolo ed età, come gli hackathon, le challenge, le call to action, i think tank e simili, sono ottime occasioni per lo scambio di idee e la messa a punto di progetti per la loro realizzazione, nonché per costruire network virtuosi e ricchi di opportunità intorno all’innovazione;
- oltre agli ambienti fisici, oggi si stanno diffondendo con sempre più interesse le piattaforme di scouting e matching, ambienti digitali che facilitano l’incontro tra chi cerca innovazione e chi offre innovazione, ovvero solitamente tra corporate e startup.
Per maggiori dettagli sulle tipologie di innovazione in azienda, leggi il nostro approfondimento.
Come integrare l’Open Innovation nelle PMI
Il percorso di integrazione e della familiarità con il concetto di Open Innovation nelle PMI si può articolare in tre grandi fasi distinte, ognuna propedeutica alla successiva:
- Il primo passo è la creazione di una cultura dell’innovazione in azienda, senza la quale è davvero impossibile sviluppare l’innovazione con la I maiuscola. Come procedere? La metodologia più efficace prevede innanzitutto la costruzione di alcune solide fondamenta sui temi dell’innovazione in tutta l’organizzazione aziendale, ad esempio raccogliendo materiali e fonti utili a comprendere cos’è davvero l’innovazione, cosa comporta e perché bisogna praticarla (consigliate soprattutto le TEDxTalks e le letture del prof. Chesbrough) oppure partecipando ad eventi di settore, per poi iniziare a mettersi concretamente all’opera organizzando meeting o workshop interni;
- La seconda fase riguarda l’accelerazione dell’innovazione interna, un processo delicato che va curato attentamente e soprattutto va distribuito nel lungo periodo con le strategie e gli strumenti giusti. L’obiettivo è quello di sbloccare il potenziale creativo all’interno dell’organizzazione e trasformare le idee da semplici concetti a qualcosa di strutturato tramite sessioni di formazione mirate, iniziative volte alla stimolazione dell’idea generation e lo sviluppo di project work, anche minimali. Spesso, per rendere il percorso di innovazione nelle PMI più fluido, interessante e proficuo sotto diversi punti di vista, può essere utile rivolgersi a facilitatori esterni come innovation advisors e società di consulenza e strategia specializzate in innovazione, come Seedble;
- Il terzo e ultimo punto si incentra finalmente sull’attuazione pratica dell’Open Innovation, concretizzando l’interazione della PMI con l’ecosistema esterno cercando partnership e collaborazioni strategiche con i principali players dell’innovazione sul mercato, soprattutto con grandi aziende ma anche attraverso lo startup-scouting o le Università, e partecipando attivamente ad eventi di settore come hackathon, workshop, contest di idee e call4ideas.
Arrivati a questo stadio gli strumenti applicabili sono tantissimi e le possibilità di crescita ispirata dall’innovazione si fanno sempre più interessanti e concrete, diventando qualcosa di più di semplici idee o magari prototipi, fino ad arrivare allo sviluppo di veri e propri framework che dettano i ritmi giusti dell’innovazione all’interno di un’azienda, chiaramente sulla base dei propri bisogni e del tipo di attività praticata.
Hai già integrato l’Open Innovation nella tua PMI? Scopri di più su questo argomento affascinante dando un’occhiata a tutte le nostre Spremute a tema!