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Millennial e flessibilità del lavoro: i modi tradizionali di lavorare hanno ancora senso?

millennial e flessibilità del lavoro

Millennial e flessibilità del lavoro: i modi tradizionali di lavorare hanno ancora senso?

La flessibilità lavorativa oggi, è una componente indispensabile per chiunque desideri sopravvivere ad un mondo in continua evoluzione e mutamento. La capacità di gestire autonomamente il proprio lavoro, assumendone i rischi e le opportunità, è una delle caratteristiche che un lavoratore deve iniziare ad approfondire.
La flessibilità nel lavoro ed il cambiamento continuo, destano però ancora delle preoccupazioni. Una ricerca a livello globale, ha infatti messo in evidenza le ansie relative al lavoro agile: una generazione connessa che si scontra con modalità di lavoro tradizionali.
Siamo spesso chiamati “nativi digitali”. Ma cosa succede quando i millennial, esperti di tecnologia e iper-connessi, si ritrovano a fare i conti con le pratiche diffuse nei luoghi di lavoro tradizionali?

Flessibilità lavorativa e lavoro agile, in contrasto con il lavoro tradizionale

L’indagine commissionata dall’azienda Polycom Inc. leader mondiale in video comunicazioni (ritroviamo l’esperienza di questa azienda allo Smart Working Day di Napoli) e condotta da Morar Consulting, agenzia di consulenza, ha evidenziato come in un campione di oltre 25.000 persone in tutto il mondo, (comprensivo di 12 paesi tra cui Stati Uniti, Canada, Brasile, Giappone, Regno Unito, India, Singapore, Germania, Russia, Francia, Australia e Cina), il 66% dei millennial si sentirebbero giudicati dai colleghi sul lavoro lontano dall’ufficio.
Il campione è composto dal 55% degli intervistati da manager o lavoratori con job title superiore; il 58% da responsabili della cura e dell’assistenza in una certa misura e il 68% da genitori.
Grazie a questo sondaggio di Polycom si è scoperto che le preoccupazioni dei millennial derivano dal fatto che molti luoghi di lavoro non accettano l’approccio flessibile e connesso.

Due terzi dei millennial si sentono giudicati quando lavorano lontano dall’ufficio

La richiesta di flessibilità per lavorare ovunque, è sempre più comune, dal momento che sempre più giovani si domandano se i modi tradizionali di lavorare abbiano ancora senso.
La flessibilità del posto di lavoro è già realtà comune, con il 70% dei millennial che lavorano ovunque e solo il 15% non lo fa mai.
L’ufficio non è necessariamente il primo punto di riferimento per lavorare, in quanto il 67% dei millennial decide di lavorare da remoto, lontano dall’ufficio, per dare una scossa positiva alla propria produttività.
E per la generazione di persone che sono a proprio agio con Skype, FaceTime o Snapchat nelle loro vite personali, utilizzare la videoconferenza in team al lavoro è un passaggio naturale.


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Non è quindi una sorpresa che l’indagine di Polycom abbia rilevato che l’83% dei millennial utilizzano la collaborazione video ogni settimana.
Osservando lo stress dei propri genitori oberati di lavoro, i millennial sono desiderosi di intraprendere un percorso diverso; l’indagine evidenzia come il 72% preferisca lavorare ovunque, così da avere più attenzione rispetto all’equilibrio tra lavoro e vita privata.
Equilibrio messo a repentaglio quando si iniziano ad avere bambini, con il 45% già genitori, e quando il tempo per se stessi è ancora più vitale.
I millennial sono anche più propensi dei gruppi più anziani, a lavorare ovunque per avere tempo, per essere più creativi, fare esercizio fisico o dedicarsi ad altri hobby.
Il sondaggio ha messo in luce come il 61% desideri solo che la propria azienda fornisca loro la giusta tecnologia. La cosa principale per tutti è che sia semplice da usare ed in grado di mettere in collegamento con i colleghi, approccio fondamentale per chi sceglie la flessibilità lavorativa.
Quindi, cosa possono fare le aziende per supportare i membri più giovani del loro team?

Essere trasparenti circa le regole e le aspettative è davvero importante, afferma Billie Hartless, Chief HR Officer di Polycom. Quasi i tre quinti di millennial (il 57%) chiedono linee guida chiare sulla politica di lavoro agile dell’azienda, in modo da sapere esattamente con cosa stanno lavorando.
Molti di loro (il 59%) hanno anche voluto che la stessa politica fosse per tutti in tutta l’azienda – non solo per i genitori o i più alti funzionari. In questo modo, tutti possono trarre vantaggio dal lavorare ovunque.

 
Quando le aziende supportano il lavoro agile da qualsiasi luogo, è già una vittoria: una migliore produttività per l’azienda e una maggiore soddisfazione per i propri dipendenti millennial.
La domanda che sorge spontanea è: saranno prima o poi tutte in grado di farlo?
 

 
 

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